Famiglia, perché l’ONU vuole la morte del padre

dal blog di Marco Tosatti

Perché il Sistema vuole svalutare la figura del padre?

Alcuni lettori di SC, dopo aver letto l’articolo “Come eliminare le vocazioni di maternità e di paternità”  mi hanno chiesto quali sono le motivazioni che spingono l’ONU a sminuire la figura del padre. L’ho scritto più volte, soprattutto nei miei libri. Qui cercherò di farne una brevissima sintetisi.

Attraverso la liberalizzazione dei costumi iniziati negli anni sessanta, il Sistema, costituito principalmente dalla triade Massoneria-Sinistra-Liberalismo, ha stimolato e poi legalizzato il pensiero del duo Marx-Engels. Nel loro saggio “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato”, del 1846, leggiamo: “la prima opposizione di classe che appare nella storia coincide con lo sviluppo dell’antagonismo uomo-donna nel matrimonio monogamico, e la prima oppressione di classe coincide con quella fatta dall’uomo sul sesso femminile. (…) la prima condizione per la liberazione della moglie è quella di riportare tutto il sesso femminile nell’industria pubblica, e ciò richiede l’abolizione della famiglia monogamica come unità economica della società”.

Come sappiamo le leggi occidentali non proteggono la famiglia, cellula fondante della società. La legalizzazione dell’aborto e, come descrivo nell’articolo precedente, i terribili fatti di femminicidio e di suicidi di padri divorziati, derivano dalla politica antifamiglia.

Per meglio capire lo scopo del Sistema è necessario sapere cosa pensa la sociologia sulla figura del padre, che poi è quello che hanno messo in pratica le culture delle grandi civiltà di sempre. Riporto un passo dell’articolo pubblicato da Alberto Tessa nell’aprile  2018: “Silvia Cescato [UMIMIB – Departement of Human Sciences and Education “Riccardo Massa” – ndt] sul Journal of Theories and Research in Education 12, 2 (2017), ha fornito molti elementi utili per avere un quadro più preciso sull’importanza e la significatività del ruolo paterno nella crescita e nell’educazione dei bambini. (…) La specificità che la figura maschile riveste nelle sue modalità di cura, comunicazione, interazione, sostiene e orienta la separazione del bambino dalla madre, contribuendo ad allargare la relazione madre-figlio e facendo in modo che la separazione non sia vissuta come distacco/privazione, quanto piuttosto come un momento ‘naturale’ di passaggio, di transizione a nuove interazioni (padre-figlio, madre-padre-figlio, altre figure extra-familiari). Gli studi riportati depongono per il fatto che il padre è estremamente importante già dai primi anni di vita. Un numero consistente di studi negli ultimi anni ha evidenziato l’importanza che il rapporto con il padre ha per lo sviluppo infantile, la cui influenza, specie nella prima infanzia, è stata sottovalutata’ (Di Folco & Zavattini, 2014).”

Permettetemi di equiparare la figura del padre a quella dell’allenatore. Se una squadra di calcio senza allenatore è destinata a perdere, il figlio privo della guida di un buon padre è sconfitto dalla vita. Certo, esistono eccezioni e esistono padri indegni, ma non fanno la regola.

Togliendo quell’esperienza paterna, che i giovani anche geniali non posseggono, i figli entrano nel campo della vita sprovvisti di difesa. Dato che l’essere umano è altamente condizionabile, perlomeno fino all’adolescenza, il Sistema, una volta sminuita la guida genitoriale ha un soggetto malleabile a proprio uso e consumo. Attraverso i media e la scuola gli viene imposto un lavaggio cerebrale che lo spinge in balìa delle emozioni e, soprattutto, del Mercato. Mai come oggi il padre si è sentito impotente davanti allo tsunami delle mode, a partire dagli smartphone, tablet, playstation, pornografia, ecc.

I progressisti (definizione truffa) promettono di realizzare un mondo più giusto e il benessere per tutti. In realtà mirano a sovvertire la natura umana, la cultura bimillenaria che ha forgiato la famiglia e i popoli occidentali. Detestano la realtà perché si fonda sul cristianesimo. Comunismo e nazismo docet. Non è un caso se il sacro viene sempre più sbeffeggiato e perseguitato ovunque. Anche da chi dovrebbe difenderlo (ogni riferimento è puramente casuale).

Tra l’altro è un controsenso definire i partiti politici che sostengono leggi antivita e antinatura come rappresentanti del popolo. Essi rappresentano il Sistema, vogliono imporre un nuovo paradigma sociale gestito da burocrati che cancellano la storia, l’identità e la gioia di vivere, perché il business è business. Non credendo in Dio, si sentono dio. L’inverno demografico, le violenze dentro e fuori della famiglia, la droga, l’alcol, il misero numero dei matrimoni benedetti dalla Chiesa, la crescita esponenziale dei divorzi e l’immigrazione coatta di popoli islamici che rifiutano la cultura ospitante ce lo confermano quotidianamente.

Agostino Nobile

 

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