Trenta: “Sono sotto attacco e mi chiedo perché”

Elisabetta Trenta, ex ministra M5S della Difesa, ha pubblicato su Fb la lettera inviata al Corriere della Sera dopo l’articolo di oggi in cui si parla di un appartamento, avuto dal ministero quando stava al governo e che l’esponente grillina avrebbe mantenuto anche dopo aver lasciato il suo incarico ‘utilizzando’ il ruolo di suo marito, ufficiale dell’Esercito. Trenta spiega di non aver lasciato l’appartamento in quanto è stata la stessa amministrazione a riassegnarlo al marito che, avendo “un incarico di prima fascia” ha diritto all’assegnazione “di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato”. Andare in un altro, specifica Trenta, avrebbe peraltro aggravato di ulteriori spese l’amministrazione, quelle del trasloco ad esempio.

Questa la lettera. “Gentilissima dottoressa Sarzanini, con meraviglia ho letto l’articolo di questa mattina. Ciò che non mi spiego è perché una giornalista seria come lei, l’ho sempre rispettata, prima di scrivere non senta la fonte principale. Comunque sapevo che ieri aveva chiesto il mio numero ed io ho autorizzato a fornirglielo, ma ha scritto prima di ascoltarmi. Non importa. Le spiego lo stesso”.

“Da ministro ho chiesto l’alloggio di servizio perché più vicino alla sede lavorativa, nonché per opportune esigenze di sicurezza e riservatezza. L’alloggio è stato assegnato ad aprire 2019, seguendo l’opportuna e necessaria procedura amministrativa, esitata con un provvedimento formale di assegnazione da parte del competente ufficio”.

“Quando ho lasciato l’incarico, avrei avuto, secondo regolamento, tre mesi di tempo per poter lasciare l’appartamento; termine ancora non scaduto (scadenza tre mesi dal giuramento del nuovo governo, vale a dire 5 dicembre 2019)”.

“Come è noto, mio marito è ufficiale dell’Esercito Italiano con il grado di maggiore e svolge attualmente un incarico di prima fascia, incarico per il quale è prevista l’assegnazione di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato (infatti a me non era stato concesso un alloggio ASIR – cosiddetto di rappresentanza – ma un alloggio ASI di prima fascia). Pertanto, avendo mio marito richiesto un alloggio di servizio, per evitare ulteriori aggravi economici sull’amministrazione (a cui competono le spese di trasloco, etc.), è stato riassegnato lo stesso precedentemente concesso a me, previa richiesta e secondo la medesima procedura di cui sopra”.

“Tanto per doverosa informazione. Le sarei grata se volesse pubblicare questa mia. Grazie. Cordiali saluti”. Trenta aggiunge su Fb, insieme alla lettera inviata al Corriere: “Questa è la lettera da me inviata alla giornalista, strumento di qualcuno che da due giorni mi attacca. Mi chiedo il perché ma intanto credo che sia giusto chiarire. Buona domenica a tutti!”.

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