Presidente, lasci perdere Luxuria e chiami a parlare agli studenti Andrea Lanfri: lui sì che potrebbe insegnare qualcosa

di Aldo Grandi

Il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro faceva notare al sottoscritto, l’ultima volta che ci siamo incontrati per l’interSvista, che abbiamo lo stesso orologio al polso. E’ l’unica cosa, concordavamo, che ci unisce, perché, di sicuro, se i valori portati avanti dal Giorgino da Capannori sono quelli della teoria Gender sponsorizzata da Lgbtq e chi più ne ha più ne metta, allora siamo davvero lontani. Ma anni luce.

E pensare che è stato proprio il comune di Viareggio, in appoggio alla Regione Toscana del gauleiter Enrico Rossi, a voler portare avanti anche a Viareggio presso le scuole un progetto denominato Cittadinanza attiva e legalità comprendente degli incontri sul tema dell’omofobia. Ora, a parte il fatto che il titolo del progetto non si capisce cosa c’entri con l’omofobia o la transfobia, o la islamofobia, o con tutte le fobie che il politicamente corretto ci vuole inculcare a tutti i costi così da poter massacrare il libero pensiero della stragrande maggioranza degli abitanti di questo sfasciato stivale.

Chi scrive ha volutamente dato risalto, l’altro giorno, all’intervento di Simonetta Marchetto, presidente del Consiglio di Istituto del Liceo Classico Linguistico G. Carducci, che scriveva in risposta all’associazione Difendiamo i nostri figli che nei giorni scorsi aveva – a nostro avviso giustamente – contestato il progetto stesso e, in particolare, la presenza, tra i relatori, di Vladimir Luxuria. Premesso che ognuno, con quel che ha, fa ciò che vuole, che la sessualità deve essere vissuta liberamente sempre nel rispetto degli altri e del buon gusto oltreché del buon costume, che se qualcuno viene perseguitato o deriso o picchiato o oppresso o insultato per via dei propri orientamenti sessuali deve essere, assolutamente e in tutti i modi – anche a calci nel culo – difeso e aiutato, non riusciamo a comprendere quale sia l’utilità per degli studenti, molti dei quali ancora adolescenti, di ascoltare una testimonianza come quella di Luxuria la quale, a nostro avviso, è sì importante, soprattutto per lei, ma tutt’altro che così diffusa. Noi immaginiamo che Luxuria deve averne patite tante sulla propria pelle, ma cosa c’entra chiamarla come relatore nell’ambito di un progetto scolastico? Se si doveva spiegare ai ragazzi la vergogna del bullismo e della violenza, sarebbe stato sufficiente invitare un magistrato, un militare dell’Arma, un dirigente di polizia.

Saremo brutali, cara professoressa Marchetto: se nostro figlio fosse un alunno della sua scuola, non soltanto avremmo accuratamente evitato che venisse ad ascoltare il nuovo profeta, ma avremmo anche fatto in modo che nella sua scuola, una volta terminato l’anno scolastico, non ci mettesse più piede. Anche a costo di pagare una scuola privata.

La verità è che con questi programmi ipocritamente democratici, si vuole inculcare e far passare a tutti i costi quella vergognosa, allucinante, tremenda, disgraziata, devastante teoria Gender grazie alla quale, secondo i suoi sostenitori, il sesso non è determinato dalla natura bensì dall’essere stesso. Con il risultato, se andiamo avanti così, di vedere irrompere sulla scena sociale un terzo sesso che non si capisce bene che sesso è, ma che è sempre o quasi un uomo che si sente una donna e che potrà, a sua scelta, cambiare nuovamente sesso a seconda dei suoi successivi stati d’animo. Questo, per carità, sarebbe una conseguenza di una politica scellerata, ma è assurdo che si arrivi, come accade in Emilia Romagna – ma esiste ancora l’Emilia Romagna come la conoscevamo quarant’anni fa? – dove negli uffici pubblici di qualche comune è stato anche messo un cesso per il terzo sesso? E chi ci va nel terzo sesso? L’uomo che si sente una donna e ha il pene o la donna che si sente un uomo e ha la vagina? Ma, poi, non bastavano gay e lesbo? E entrambi andavano agli stessi cessi di sempre e di tutti gli altri.

Alla professoressa Marchetto che si meraviglia di chi chiede un dibattito e la presenza di qualcuno che la pensi diversamente, rispondiamo che dovrebbe leggersi qualche libro di un’antropologa come Ida Magli la quale si domandava come mai nell’Europa Occidentale l’omosessualità e i suoi derivati stanno prendendo così piede. E rilevava che, ancora una volta, a rimetterci saranno proprio le donne, quelle vere, però, che non si rendono conto di una cosa: andando avanti di questo passo l’obiettivo del mondialismo devastato e degradante oltreché perverso, è di annullare ogni differenza tra i sessi, anche fisica, e di realizzare una società ibrida, né più né meno di come stanno facendo gli organismi sovranazionali imbarcando milioni di clandestini e facendoli venire in Europa. Fra qualche anno si scoprirà che anche un uomo o, addirittura, un terzo sesso potrà partorire e così verrà tolta alla donna l’unica esclusiva che la rende così importante, unica, signora e regina della società tradizionale che va avanti da millenni.

Qui non si tratta di essere maschilisti, fascisti, razzisti. Qui si tratta di sapere che cosa si vuole come società del futuro. E quella che ci proponete voi, cari signori del pensiero politicamente corretto dove tutto è permesso perché niente deve essere vietato, ci fa veramente schifo.

Ecco perché, al posto di Luxuria, avrebbe fatto bene a invitare, solo e soltanto, Andrea Lanfri. Sa chi è? E’ un ragazzo lucchese, un uomo, che ha avuto la sfortuna di essere colpito, anni fa, dalla meningite che gli ha roso le gambe e non solo. Ebbene, non sappiamo quanti altri avrebbero avuto la forza d’animo per infilarsi delle protesi, correre e fare record, scalare le montagne in Nepal e credere ancora che la vita meriti di essere vissuta. Certo, dirà lei, anche Luxuria avrà patito e avrà avuto coraggio per portare avanti le proprie scelte, ma da genitori, da persone che ragionano con la cosiddetta pancia come dicono i benpensanti o col buonsenso come diciamo noi, ci sembra che il messaggio di un Lanfri abbia un valore e un significato molto, ma molto più vasto e meritevole di essere ascoltato. L’unica differenza sa qual è? Che lui non appartiene alla lobby Lgbtq che, ormai, sta stravolgendo i costumi a partire dalle multinazionali le quali, in una società indefinita e senza identità, troverebbero e troveranno ancora più gente disposta a consumare.

Infine, perdonateci l’ardire, ma ci domandiamo: se chiamiamo Vladimir Luxuria a parlarci della sua esperienza personale, perché non chiamare anche qualcuno che, sia pure avendo le stesse perplessità sulla propria identità sessuale, magari dopo una assistenza psicologica, è riuscito a ritrovare la sua strada? Troppo complicato? Oppure si pensa davvero che omosessuali e transessuali si nasca e non, come dimostrerebbero studi, ricerche e dati, soprattutto, si diventa?

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