No dimissioni, Conte chiede a Siri di tenere ‘basso profilo’

In questo momento qualsiasi mossa sarebbe avventata. E svantaggiosa per tutti. Sulla vicenda Siri – dopo l’incontro di ieri sera tra il premier Giuseppe Conte e il sottosegretario alle infrastrutture, il leghista Armando Siri, finito sotto inchiesta a Roma per un presunto caso di corruzione negli appalti eolici – questa è una convinzione che accomuna i vertici del governo gialloverde.

Al di là delle prese di posizione della prima ora e delle ‘necessità’ della campagna elettorale, dove puntare il dito sulle defaillance degli altri paga sempre. E Conte, ieri sera avrebbe preso atto che, per ora, non è matura alcuna decisione, consigliando però a Siri, a quanto si apprende, di mantenere “un profilo basso”, in attesa di novità.

Novità che potrebbero arrivare, dopo la deposizione presso i magistrati di Roma che Siri avrà nelle prossime ore, perché, sottolineano fonti parlamentari, “per ora c’è un fascicolo praticamente appena aperto che non ha visto nessuno”. “Se poi la vicenda si rivelasse una bolla di sapone, chi chiede le dimissioni ora di Siri, non ci farebbe una bella figura, tanto meno un premier che lo ‘dimette'”, argomenta un deputato in Transatlantico, parlando con un collega di maggioranza. Dalla Lega, però, trapela solo un no-comment sull’incontro Conte-Siri di ieri sera.

Francesco Saita — ADNKRONOS

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