Pamela, Meluzzi: “Uccisa dalla più spietata mafia del mondo”

di Claudio Bernieri

Lo studio del prof. Meluzzi  si affacciava su una tranquilla, vasta, operosa piazza neo classica: era un doveroso approdo per chi era indignato, colpito dalla morte orribile di Pamela Mastropietro, anni 18, finita in una valigia, fatta a pezzi, abbandonata sul ciglio della strada. Lo smog come preghiere.

Gli psichiatri sanno, i giornalisti no. Ecco, il prof. Meluzzi riceve tutti  gli  uomini di buona volontà nel suo studio. La pioggia mattutina scorre ora  pigramente contro le grandi vetrate settecentesche, sotto i portici centinaia di caffè sono sempre aperti e splendenti, Meluzzi ascolta con molto garbo, ha occhi veloci  e  eleganti.

“Professore, lei fu il primo a lanciare l’allarme sulla mafia nigeriana..”
“Sì, erano  i giorni dell’omicidio della povera Pamela. Fu  un video girato  con il cellulare dal parlamentare Guido Crosetto. Quel piccolo video messo in rete ottenne poi  otto milioni di visualizzazioni. Fui attaccato da ogni parte, insultato, offeso, calunniato, anche minacciato.

E perchè, scusi..?
Perché  aver osato utilizzare quella parola, mafia, proprio in riferimento alla tragica morte della giovane romana. Secondo qualcuno in quel modo incitavo l’odio e la caccia contro gli stranieri. Come diceva Lenin i fatti alla fine hanno la testa dura e si presentano in tutta la loro evidenza”.

Dunque,  fu lei  il primo che lanciò lallarme…
Certo, Crosetto capì cosa si nascondeva dietro lorribile omicidio di Pamela: intuì. Registrò in un video le mie parole. Fu uno shock per tutti,  Che esista la mafia nigeriana ormai è sotto gli occhi di tutti, basti pensare che soltanto lo scorso anno sono entrati in Italia più di 40mila immigrati nigeriani

“Soldati della Black Axe?”
Molti temo già reclutati a monte da un’organizzazione criminale capillare, che ha ormai assunto il monopolio sul traffico di droga e sullo sfruttamento della prostituzione minorile, oltre che sul commercio di organi.

“Però si minimizza, da parte dei giornaloni.. Il primo anniversario  della morte di Pamela  è stato fatto passare in sordina … e dalle telecroniste coccodè di Rainews 24, silenzio totale..
“Rilevo un fatto:  il culmine nefasto  è stato raggiunto con la negazione di una commemorazione pubblica da parte del Comune di Macerata, decisione che giustamente ha indignato la famiglia Mastropietro. Il fatto è che Pamela e le tante piccole martiri come lei e la povera Desirèe, sono il simbolo  del grave pericolo che l’Italia sta correndo. Un Paese in cui orde di persone arrivano senza alcuna possibilità di inserimento sociale, non soltanto perché non vi sono le condizioni oggettive, ma anche perché molti di questi immigrati vengono qui già con l’idea di delinquere. In questa situazione di emergenza occorrerebbero ben altre misure rispetto a quelle messe in campo. Servirebbe prima di tutto un blocco navale delle partenze dalla Libia. Il presidente Sarrāj ha detto che ci sono circa 800mila persone pronte a partire. Il problema  sono i diversi milioni di profughi  in partenza dal Sahel e dall’Africa sub sahariana e diretti in Europa. Mi dice lei come si può pensare, di fronte ad una previsione del genere, di poter combattere la mafia nigeriana con i soli strumenti di Polizia giudiziaria?”.

Il processo agli assassini di  Pamela Mastropietro cosa potrebbe rivelare?
“Una vasta rete criminale che vede la mafia nigeriana operare prima, durante e dopo gli sbarchi dei migranti in Italia, perché anche gli scafisti il più delle volte sono integrati nell’organizzazione. Chi non capisce questo evidentemente è reso cieco dal buonismo imperante che continua a far credere che le migrazioni siano un fenomeno spontaneo e inevitabile. Chi si rende complice degli arrivi, ritengo non compia affatto un atto umanitario, ma criminale. La vicenda di Pamela poi è emblematica, perché ci mette davanti agli occhi una realtà ancora più sconvolgente”.

Il cannibalismo, retaggio  della preistoria, forse?
“Sì , una preistoria che vive fra noi in barba ad ogni minima regola di civiltà. Lo dimostrano chiaramente i riti scoperti nell’ambito dell’inchiesta di Catania che pare venissero imposti agli affiliati per entrare a far parte della mafia nigeriana. Ci sono alcune città, nelle zone tribali della Nigeria, nelle cui vie si commercia ancora oggi la carne umana, ci sono filmati e inchieste a documentarlo. Il problema è che questa preistoria non è fatta solo di machete con cui fare a pezzi le persone, non soltanto di cannibalismo, ma anche di computer e smartphone, una preistoria dunque con i piedi saldi nel presente che usa i moderni strumenti della tecnologia per poter agire con la massima spietatezza. Temo che le forze dell’ordine non siano neanche del tutto attrezzate per fronteggiare questa grande piaga”

“Riassumiamo, professore. Sono qui per chiederle delucidazioni. Uno spacciatore nigeriano, ex richiedente asilo, quindi mantenuto da noi per 1-2 anni, peraltro in una cooperativa dove pare risultasse ancora a registro e che pare non fiscalmente in ordine, con richiesta di asilo respinta e che quindi doveva essere espulso, con precedenti per droga, bene,  stupra, prende a bastonate, fa a pezzi pare da viva, mutila e disperde i pezzi di una ragazza italiana di 18 anni. La ragazzina si chiamava Pamela. Il tutto aiutato da altri 2 nigeriani richiedenti asilo, pusher, uno pure con moglie a carico nostro. Ma cosa succede, oggi in Italia? Non merita un libro il caso di  Pamela?”
«A uccidere Pamela è stata la più spietata mafia al mondo. E le sue sette adesso stanno colonizzando l’Italia e rubano il business alle mafie tradizionali»

Non ha dubbi Alessandro Meluzzi. Chirurgo, psichiatra, criminologo, con un passato da politico nel centrodestra.

“Professore, parliamo allora della mafia nigeriana” propongo.
“Parliamo del  fatturato  dell’ Ascia Nera : si misura in 1,6 mld di euro  giro d’affari  tra  prostituzione minorile, raffinatissime truffe online, mercato della droga al minuto e accattonaggio”.

“E’ cosi potente?”
“Una delle associazioni massonico-esoterico-mafiose nigeriane si chiama Black Axe, cioè Ascia Nera.  Non le dice niente? Perché ? Perché è una prassi fare a pezzi le proprie vittime e, in alcuni casi, mangiarne parti del loro corpo”

“Mio Dio… ma lei si rende conto che… la madre di Pamela potrebbe  venire a sapere di  queste sue dichiarazioni…”
la fine di Pamela è la metafora di una Italia vittima dell’immigrazione che ha ormai raggiunto e permeato ogni parte del Paese, dalle città più grandi ai piccoli centri di provincia, tanto al nord quanto al centro e al sud. Anche nei suoi aspetti più truci : è in atto un “processo di sostituzione etnica” con gli stranieri che diventeranno maggioranza. Anche in campo criminale, dove la mafia nigeriana è ormai una realtà che controlla nel nostro Paese una cospicua parte del traffico di stupefacenti. Questa vicenda è veramente  tragica, getta una luce sinistra sulla stessa capacità dello Stato di proteggerci da un’invasione di una criminalità pericolosissima di cui questa vicenda è solo la punta dell’iceberg. Posso raccontarle una storia?”

“Dica, dica pure, professore…”
“…Anni fa mi trovai a far parte della difesa di un italiano che, a Torino, era accusato di aver ucciso una prostituta nigeriana. Era laureato in antropologia culturale e innamorato della magia Yorùbá (un gruppo etno-linguistico di circa 40 milioni di persone diffuso nell’Africa occidentale). Il suo nome è Daniele Ughetto Piampaschet, la prostituta era Anthonia Egbuna, 20 anni. Piampaschet aveva raccontato l’omicidio in un suo romanzo, La Rosa e il Leone, trovato dopo la perquisizione a casa sua. Il corpo della donna fu trovato strangolato e trafitto da coltellate nelle acque del Po nel febbraio 2012, ma la sua morte risaliva al novembre dell’anno prima. Il romanzo, dal contenuto antropologico, descriveva per filo e per segno l’assassinio. È stato l’innesco che mi ha portato ad approfondire la mafia nigeriana. Ed ora non posso tacere”

“E’ per questo  che lei parla  da mesi in TV e per radio del terribile sospetto che Pamela…”.
“Parlo perchè ho il sospetto che spesso la Magistratura  copra i fatti di Macerata”.

“Sta diventando  forse un segreto di Stato? Come la morte di Enrico Mattei? Come  Piazza Fontana… come Ustica …un mistero come quello del Mostro di Firenze?”
“Qualcun si ostina a nascondere questi particolari per paura che la gente insorga…”

“Ma si nascondere cosa?  Dei particolari? quali, professore? “
“Dal cadavere mancano alcune parti: il collo (a cui probabilmente è stato inferto il colpo letale dello sgozzamento) e gli organi genitali. Sono presenti segni di un colpo in testa: e la lingua è stretta tra i denti, come è tipico dei traumi cranici. Poi c’è una coltellata all’addome. Dopo di che, il corpo è stato accuratamente disossato e lavato nell’ipoclorito di sodio.”.

“Ipoclorito di sodio? Sarebbe?”
“Varichina: la ragazza è stata varichinata”.

“Mi spieghi meglio ….”
“Per far sparire tracce di ogni genere, incluse quelle tossicologiche; le ossa sono state disarticolate, come si fa con i capretti. Gli stessi medici legali hanno parlato di un livello di efferatezza mai visto. L’anatomopatologo ha detto che per lui ci sarebbero volute dieci ore di lavoro per fare un lavoro del genere; con tutti gli strumenti propri di un tavolo professionale. Dunque è stato  un lavoro di esperti”

“Dicono che il suo cuore sia stato mangiato…”
“Questo non si sa. Nei bambini soldato della Sierra Leone mangiare il cuore della prima donna vittima era il rito iniziatico per acquisire coraggio. Il cannibalismo rituale, nella mafia nigeriana, non è l’eccezione. È la regola. Sono cose normali per quel contesto, ma da noi non ne parliamo; forse per non apparire razzisti. Dovremo abituarci a queste cose: è solo la prima punta di un iceberg destinato a dilatarsi.

In alcuni ristoranti di Benin City si trovano parti di carne umana… Il cuore di Pamela  potrebbe essere stato mangiato, perché questo rende potente l’omicida. È la parte più prelibata, che, animisticamente, infonde coraggio e lunga vita. È considerato una sorta di ricostituente. Sono cose che si trovano sui siti specializzati di crimini etnici. E sono note agli antropologi. Tutto nasce in Nigeria quando ancora era una colonia  inglese; in una sorta di scimmiottamento delle sette universitarie presenti nelle università anglosassoni. Penso alla Skull and Bones (Teschio e Ossa) di Yale in Connecticut. Solo che quelle ritualità para-massoniche si sono combinate ai riti tribali primordiali. Con iniziazioni basate su omicidi rituali e cannibalismo. Ora, queste sette mafiose stanno colonizzando l’Italia, da Nord a Sud; hanno anche combattuto già qualche guerra di mafia, vincendola. Come a Castelvolturno, in provincia di Caserta, dove hanno preso il posto della camorra tradizionale. Hanno iniziato con il business della droga al minuto, per delega delle mafie più titolate; adesso operano direttamente”.

“A che punto sono arrivate le sue conclusioni?“
“E’ una realtà che era facile intuire. Intanto per la pratica della Mafia Nigeriana, parliamo delle tecniche Voodoo. Il cannibalismo rituale nella cultura Voodoo che la mafia nigeriana pratica abitualmente non è l’eccezione ma è la regola. Anche per terrorizzare quelle povere ragazze minorenni, che sono costrette a fare le prostitute in Italia, anche nel traffico di organi, nel controllo dello spaccio al minuto, di droghe pesanti, di cui ormai la Mafia Nigeriana sta assumendo il pieno controllo in tutta Italia. Dunque tutto questo non mi stupisce affatto. E per quanto ho espresso, sono stato coperto di insulti, accusato di razzismo o di delirio. È tragico dirlo, ma fa parte di una cultura del nostro politically correct. Qui non si vuole vedere la realtà, neanche quando è davanti i nostri occhi. Questo è un feroce, terribile, traffico criminale che continua ad arrivare a flussi di 10 mila persone ogni settimana, e che per il 90% viene dalla Nigeria. Non c’è solo un problema di ordine pubblico, ma anche di sicurezza nazionale. E nessuno sembra occuparsene. Questo è ciò che più mi atterrisce”.

“Dovrei in Nigeria per raccogliere informazioni, professore…”
“Buona idea, andare a Lagos o Benin City, città che io conosco. Là   se vogliono rubare un orologio, non tenteranno di sfilarvelo, ma vi taglieranno direttamente il braccio con un machete. Lo stesso concetto di integrità fisica ha un significato radicalmente diverso da quello che noi abbiamo ereditato dalla nostra cultura. Noi stiamo esportando la dinamite, senza sapere che forza abbia. Questo è il vero grande problema in nome di un buonismo e degli interessi, che si mescolano in modo vergognoso. Bisogna che qualcuno dica la verità. Il corpo di Pamela lo grida in maniera assolutamente inesorabile. L’hanno fatta passare per una morte di overdose, come se fosse una qualsiasi piccola tossica, per far dimenticare il problema”.

“Quale?”
“C’è a Macerata una densità di criminalità altissima: controllo della prostituzione, dello spaccio, e l’abuso sessuale si mescolano continuamente. Quindi la povera ragazza è stata trascinata in quell’appartamento, è stata violentata, uccisa e il suo corpo è stato smembrato e probabilmente in parte anche cannibalizzato. E’ terribile ma non è così inconsueto in quegli ambienti”.

Bene, professore, entriamo nei dettagli. Si tratta di un’agghiacciante conversazione tra Desmond Lucky e Lucky Awelima, indagati per l’omicidio di Pamela Mastropietro, che è stata diffusa nel corso della puntata del 9 maggio della trasmissione Chi l’ha visto?. Le posso leggere il testo?
“Prego”

“L’intestino poteva tagliarlo a pezzi!”, dice Awelima e l’altro risponde: “Tagliarlo in pezzettini?”. Awelima: “Sì, pezzi, pezzi. Così buttava a pezzetti. Così sarebbe stato più facile, forse lui (Innocent)  ha già ucciso una persona così”.
I due fanno poi riferimento al fatto che l’assassino poteva mangiarsi il cuore della ragazza. E che poteva farne a pezzi il corpo per poi cucinarlo in brodo. Si tratta di intercettazioni sconvolgenti.

Dopo questa trasmissione, Innocent Oseghale avrebbe ammesso di aver fatto a pezzi il corpo di Pamela Mastropietro, ma negando sia lo stupro che l’omicidio. Un altro passo verso una verità che fatica a vedere la luce?”
“Siamo di fronte ad un delirio comunicativo proprio di questi giorni, che ha portato a considerare razzismo ciò che non c’entrava nulla, e a far passare in secondo piano gli sviluppi di quello che io considero uno dei delitti più atroci operati dalla mafia nigeriana. Il razzismo è una concezione delle etnie della storia che porta un’etnia superiore a governare e ad opprimere tutte le altre. In Italia tutto questo non c’è. Si assiste soltanto alle legittime preoccupazioni per l’arrivo di settecentomila sconosciuti che i contribuenti italiani devono poi mantenere con conseguenze negative sull’ordine pubblico e le finanze dello Stato. Gli italiani sono giustamente preoccupati per la loro sicurezza, la loro salute e i loro conti. Altro che razzismo!”.

“A questo punto cosa altro manca per fare piena luce sull’omicidio di Pamela, professore? I fatti ormai sono noti; li riassumo…
Innocent Oseghale ha  infine confessato di aver sezionato il corpo di Pamela Mastropietro. Lo ha fatto durante un interrogatorio davanti al procuratore capo di Macerata. Oseghale ha però rigettato l’accusa di omicidio e di violenza sessuale sulla ragazza, i cui resti furono ritrovati in due valigie nelle campagne intorno alla città marchigiana. Nelle ultime ore così i social si sono scatenati, soprattutto perché c’è chi accusa i media di aver quasi fatto passare la notizia in sordina nel momento stesso in cui divampano le polemiche per i recenti episodi di presunto razzismo a danno di cittadini immigrati. Non ultimo il caso di Daisy, l’atleta di Moncalieri ferita ad un occhio dal lancio di un uovo. Gli inquirenti hanno poi aver escluso la matrice razziale dietro l’aggressione.

Pamela e Desirèe..Due casi che hanno sconvolto l’opinione pubblica…professore..”
“Nel primo caso, mi pare che siano stati trattati in guanti bianchi coloro che erano sulla scena del delitto. Nel secondo caso, mi pare incredibile che sia venuta meno l’accusa di omicidio volontario, e che da violenza sessuale di gruppo si sia derubricata la cosa a abuso sessuale aggravato. Quindi non era un gruppo ma una “successione”, tipo il talloncino numerato in salumeria? Mi pare un’offesa alla logica Davanti a una minorenne in coma violentata per 12 ore.”

“Trattamento  diverso per il caso di Yara…C’è da dire che per i magistrati  esiste un non indifferente problema linguistico per le indagini…
“Ma certo: oltre 40 dialetti, intercettazioni difficilissime, interpreti terrorizzati”.

“ Il dialetto bergamasco è più facile da tradurre..”
“Ah certo. Però per il muratore bergamasco Massimo Bossetti, tra gli applausi (non miei) è arrivata la condanna per omicidio premeditato della povera Yara Gambirasio, sulla base di un reperto di Dna spurio, senza ripetizione dell’ esame, senza prove, senza movente, e con altri 11 reperti di Dna sul corpo della vittima. Qui invece…”.

“Invece, professore?“
“Siamo di fronte ad un delirio comunicativo proprio di questi giorni, che ha portato a considerare razzismo ciò che non c’entrava nulla, e a far passare in secondo piano gli sviluppi di quello che io considero uno dei delitti più atroci operati dalla mafia nigeriana. Per quanto riguarda Oseghale mi sembra che continui a mentire, perché inchiodato alle sue responsabilità che probabilmente riguardano anche altre persone, ha ammesso soltanto una parte dei reati. Ma resto convinto che Pamela non sia morta di overdose, sia stata violentata e uccisa, colpita in testa e trapassata al fegato da una coltellata e che quindi la verità  sia ancora lontana. Mi inorridisce vedere come da parte del sistema mediatico non ci sia alcun interesse a fare piena luce su questo caso.

Pamela è una martire. Anzi, mi spingo oltre definendola una martire della verità. Si tratta di una ragazza che era entrata in una comunità per risolvere i suoi problemi psichici e la sua dipendenza dalle droghe, ed è finita nelle mani di orchi che, sono certo, l’hanno massacrata, violentata e fatta a pezzi. Una ragazza innocente che è stata ritenuta quasi indegna di una citazione da parte di qualche rappresentante istituzionale. Nemmeno da parte di quelli che non hanno esitato ad indignarsi e protestare per tante altre vicende che definirei bagatellari, e che chiudono gli occhi di fronte alla vera grande emergenza del nostro Paese rappresentata dall’attività delle mafie nigeriane. 

Il caso di Pamela, come altri omicidi del passato, ha a che vedere con metodologie che la mafia nigeriana applica sistematicamente in Nigeria e altrove. Una delle associazioni massonico-esoterico-mafiose nigeriane si chiama Black Axe, cioè Ascia Nera. Perché? Perché è una prassi fare a pezzi le proprie vittime e, in alcuni casi, mangiarne parti del loro corpo”.

“Lei è  allora pessimista sulle indagini, professore?”
“Due ragioni. La prima è un pregiudizio culturale: siamo oltre il politicamente corretto, siamo all’autorazzismo. Alcuni si sentono rassicurati solo quando scoprono che il medio spacciatore che riforniva i nigeriani che hanno stuprato e ammazzato la povera Desirée Mariottini era un italiano. Trovare un italiano in fondo alla catena criminale consola radical chic e cattocomunisti, allevia il loro senso di colpa”.

“Vada avanti  con il suo ragionamento… mi intriga…”
“E poi c’è l’oggettiva difficoltà di combattere una realtà di enorme forza. Non dimentichiamo che la Nigeria è il più ricco Paese africano. Questa criminalità, già potente di per sé, è in grado di procurarsi nessi e alleanze perfino inconfessabili”.

“Nessuno vuole dire tra i giornaloni  di Cairo e De Benedetti che la Ascia Nera si sta mangiando l’Italia…altro che i cinesi.. “
“C’è già un controllo capillare. Sono sbarcati iniziando da business apparentemente poveri, tipo la prostituzione (anche minorile) e il piccolo spaccio di droga, magari loro delegato dalla criminalità italiana. Ma ora agiscono in proprio. Lagos e Benin City sono oggi due capitali mondiali del traffico di droga. Le confido una cosa: un importante mafioso (mio cliente per una consulenza tecnica) mi ha detto che è una follia questo tipo di apertura. I nigeriani hanno una disponibilità illimitata di manovalanza a basso costo, e sono riusciti a modificare lo stesso mercato della droga. Sono ricomparse (a prezzi stracciati) droghe che ritenevamo quasi sparite. Oggi un minorenne può procurarsi una dose di eroina a 5 euro. E concorrono molti fattori: l’abbattimento dei costi, l’apparizione di nuove sostanze pericolosissime (l’ eroina gialla) e un sostanziale regime di impunità, anche per le scelte di una parte della magistratur…a”.

“Cioè? Non capisco, professore…”
“Per un migrante illegale che spaccia ci sono spesso pene bagatellari. Abbiamo perfino letto in qualche motivazione di sentenza che lo spacciatore “non aveva altro da fare, non aveva altre attività”.

“Magari era invece un cannibale…”
“Non è un’ evocazione o una mia teoria, ma un fatto. In base a riti voodoo, si può consumare il cuore del nemico ucciso, o berne il sangue. Gli antropologi africanisti lo sanno: è choccante, ma si tratta di cose tragicamente “normali”, non eccezionali. Molti nigeriani ne parlano nelle intercettazioni. Gli uccisori della povera Pamela accennano alla possibilità di conservarne delle parti in frigorifero”.

“Cosa succederà, allora?”
“Vede,  il mafioso di cui parlavo prima  mi spiegava che le mafie nazionali nemmeno sarebbero più in grado di combattere una tradizionale guerra di mafia: troppo grande ormai la disparità di uomini a favore dei nigeriani. E dov’è accaduto, a Castelvolturno, tra nigeriani e casalesi, hanno prevalso gli africani, ottenendo il controllo del territorio. Occorre capire che siamo come nella Sicilia dei tempi di Luciano Liggio, anni Cinquanta e Sessanta, quando anche pezzi di istituzioni negavano l’esistenza della mafia. Un anno fa, sono sbarcate a Salerno 26 ragazze. Qualcuno deve dire cosa sia successo: mi pare probabile che siano state uccise su un  barcone. La Procura sta indagando, e una risposta mi pare indispensabile. 

Ormai ci sono filmati che mostrano l’arrivo di pulmini la mattina presto che scaricano giovani per il primo turno, a cui poi seguirà il secondo. Ogni ragazzo – grazie ai nostri sensi di colpa – incassa tra i 50 e i 100 euro al giorno, ma a lui ne resteranno solo 2 o 3. Spero sia chiaro a tutti che se dai una moneta, stai finanziando un’organizzazione criminale .  E poi, se importi 700.000 maschi soli, tra le tante mine (sociali, economiche) che hai innescato, c’è pure una mina sessuale terrificante. Episodi di stupro, rischio di malattie contagiose, dalla scabbia alla tubercolosi passando per l’Hiv. Chiedete agli infettivologi come sia cambiato il panorama della microbiologia in Italia negli ultimi anni. E, dall’ altro lato, nel contatto con lo spacciatore, molte ragazze devono sapere che non hanno più a che fare con una “larva umana”, com’ era il vecchio spacciatore di strada, ma con un potenziale stupratore”.

“Cosa pensa in definitiva  del caso Pamela, dopo tutte queste perplessità, analisi pessimiste, considerazioni sociologiche che  cozzano contro il buonismo del Pensiero Unico”
“A uccidere Pamela è stata la più spietata mafia al mondo. E le sue sette adesso stanno colonizzando l’Italia e rubando il business alle mafie tradizionali”

“Già. E dove è Saviano?”
“Le efficacissime e assolutamente benemerite organizzazioni dell’antimafia nazionale (come Libera o Saviano con la sua scorta da New York, o gli altri soloni della società civile) si sono occupate moltissimo della mafia del passato e del presente, pochissimo della mafia del futuro. C’è da chiedersi il perché. Forse perché la paura di apparire razzisti ottenebra il cervello e anche la coscienza. Io che faccio il medico, anche legale da 40 anni, posso dirle che il medico pietoso fa la piaga verminosa È ora di cominciare a far capire che questo è un problema di sicurezza nazionale. Del resto, il presidente della Nigeria, silenziato dai media, aveva detto che gli europei devono guardarsi dal fatto che in Europa sta arrivando il peggio della criminalità nigeriana”

“Che poi alimentano il business delle coop…”
“Se faccio volontariato facendomi pagare non è più volontariato. Dietro c’è il buonismo come assenza dell’etica della responsabilità”

“Ecco, ha idea del giro d’affari di questa mafia?”
“L’ho già detto prima,  uno studio dell’Università di Roma, che quantifica, nel 2016, in 1,6 mld di euro il giro d’affari derivanti da prostituzione minorile, raffinatissime truffe online, mercato della droga al minuto e accattonaggio”.

“Ma qual’è allora  la pista seguita dagli inquirenti per il caso Pamela?”
“Ragioniamo in base alla prova logica: c’è una ragazza di 18 anni, sola, bianca, avvenente quindi preziosa, indifesa, che contatta uno spacciatore. Con questo entra nella casa dove sono presenti altri soggetti dello spaccio nigeriano, di conseguenza appartenenti al circuito della mafia nigeriana, e ne esce fatta a fette in modo minuzioso”.

“Torniamo allora a certi ristoranti di Benin city, dove il cuore della ragazza potrebbe essere stato cucinato  e mangiato, perché questo rende potente  il commensale…”  .
“È la parte più prelibata, che, animisticamente, infonde coraggio e lunga vita. È considerato una sorta di ricostituente”

“Professore, è mai  stato in quei ristoranti.. come studioso, s’intende…? ”
“No, grazie a Dio, ma sono cose che si trovano sui siti specializzati di crimini etnici. E sono note agli antropologi.”

“Ho letto in merito, si dice  anche che la mafia nigeriana spopoli nelle università africane, con riti para-massonici…”.
“E’ stranoto….Questa storia nasce nella Nigeria allora colonia inglese; in una sorta di scimmiottamento delle sette universitarie presenti nelle università anglosassoni. Penso alla Skull and Bones (Teschio e Ossa) di Yale in Connecticut. Solo che quelle ritualità para-massoniche si sono combinate ai riti tribali primordiali. Con iniziazioni basate su omicidi rituali e cannibalismo. Ora, queste sette mafiose stanno colonizzando l’Italia, da Nord a Sud; hanno anche combattuto già qualche guerra di mafia, vincendola. Come a Castel Volturno, in provincia di Caserta, dove hanno preso il posto della camorra tradizionale. Hanno iniziato con il business della droga al minuto, per delega delle mafie più titolate; adesso operano direttamente”.

“Un allarme così grave passa così sotto silenzio?”
“I servizi  segreti di mezzo mondo sanno che ormai la Nigeria è uno dei grandi crocevia del traffico internazionale di stupefacenti. A Torino, di recente, sono stati condannati per mafia una trentina di nigeriani, in primo grado. Già la Dia, anni fa, aveva lanciato l’allarme mafie nigeriane .Ma la Nigeria è il paese più ricco dell’ Africa. Altro che fuga dalla guerra, qui è un’invasione organizzata. E l’Italia è la piattaforma per conquiste ancora più grandi. Vorrei che scattasse lo stesso allarme che in altra epoca accompagnò la presa di consapevolezza sul ruolo di mafia e camorra».

“In tutto questo, gran silenzio di sua santità Jorge Mario Bergoglio…”
«Lo considero uno dei principali responsabili culturali, politici e civili di questa situazione, di questo negazionismo, di questo falso buonismo. Dovrebbe genuflettersi davanti al tabernacolo, pentirsi, chiedere perdono e riparare».

“Anche  per quei i ragazzi che chiedono la questua fuori dai supermercati che  vengono taglieggiati…”
“Certo! Dovrebbe vederne l’arrivo, al mattino, e la fine della giornata lavorativa. Il territorio è stato lottizzato in modo scientifico, con pulmini che vanno e vengono. Ovunque. Un affare colossale. Questi ragazzi devono cedere buona parte del denaro raccolto nella giornata alle Maman e ai Don, i capi dell’organizzazione esoterica. Che li ricatta col voodoo e minacce concrete ai villaggi d’origine.“. È un problema epocale. Come diceva il compagno Lenin «i fatti hanno la testa dura», come la mafia nigeriana.  democratica. Se c’è qualcosa che può alimentare l’estremismo politico sono la cecità ideologica e la perdita di controllo dello Stato su legalità e criminalità del territorio. Stanno avvenendo entrambe”.

Ma  come? non capisco…”
“Nessuna società degna di questo nome potrà reggere 650 mila persone emigrate dall’Africa, specie dalla Nigeria, senza lavoro, né arte né parte”

Arriviamo al dunque….In questi giorni  si sta parlando di emergenza razzismo…le cito  la vicenda di Daisy, una atleta di colore colpita  tempo fa a Moncalieri dal lancio di un uovo che l’aveva ferita ad un occhio: nonostante gli inquirenti avessero escluso finalità razziali dietro l’aggressione- era stato il gesto di un branco di  goliardi  che avevano già colpito diversi passanti- i giornaloni di Cairo e Debenedetti si buttarono sulla pista di un inesistente  KKK italiano,.,.. Esiste davvero questa emergenza?”
“Quello che sta avvenendo in questi giorni ha il sapore della montatura mediatica, utile a sostenere il migrazionismo di massa e il globalismo da parte di una larga fetta del mondo politico italiano, delle lobby cooperative, di parte consistente del mondo cattolico, che sembrano agire muovendo un’unica centrale informativa. Si vogliono depotenziare gli Stati sovrani e il diritto dei popoli a mantenere e difendere la propria storia, le proprie tradizioni e la propria cultura in favore di una sostituzione etnica di mass

Un’operazione anti-Salvini insomma?”
“Non contro Salvini, ma contro il popolo italiano. Il ministro dell’Interno è soltanto il tentativo limitato e non ancora sufficiente di fronteggiare una tragedia che se non fermata in tempo porterà alla cancellazione dei popoli europei”

“Ma per quale motivo si vorrebbe sbianchettare l’orribile omicidio di Pamela… velinare il caso Desiréé, minimizzare…?”
La tesi è che ci sia stato un legame amicale tra Pamela e Oseghale. Ma quale legame amicale con una ragazza ridotta in quel modo, oltraggiata, fatta a pezzi, abbandonata in due valigie? Siccome Oseghale non può aver fatto da solo, se gli altri due indagati, come ha stabilito il tribunale non c’erano, chi c’era? Chi è stato con Oseghale? E le intercettazioni in carcere? Tutto quanto in questa vicenda è terrificante.

Se questa battaglia tra la civiltà del diritto e il bene del nostro popolo contro la mafia nigeriana e  criminalità organizzata verrà perduta, sarà perduto anche il nostro Paese. Credo che il Csm e il ministro della Giustizia debbano interessarsi di questa vicenda, una vicenda che si cerca di archiviare, visto che l’attenzione ora si è spostata sull’omicidio del giovane maliano, visto che si avvicina agosto, visto che nessuno si occupa del Park Hotel,  il centro di accoglienza dei nigeriani, visto che residenza dei migranti rende di più della droga. Dietro questa vicenda e la supposta volontà di chiudere il centro dci sono gli interessi dei poteri forti. E per questo invita gli onesti a ribellarsi a tutto questo.

Pamela è stata uccisa una, due, tre volte. Siamo stati incapaci di proteggerla, prima mentre si aggirava piena di psicofarmaci e poteva essere abusata da chiunque, e adesso, neppure di vendicarla, ma fare giustizia ed evitare che altre ragazze facciano la stessa fine è qualcosa che grida giustizia e ci chiede di difendere insieme la nostra Patria, legge, il Paese i nostri figli e le nostre figlie, è il momento di farlo, dopo potrebbe essere troppo tardi...Ho celebrato la messa ortodossa di Pamela, in collegamento con lo zio e con la madre, e ho visto con grande vergogna che nessuno nella Chiesa Cattolica aveva fatto nulla a Macerata. Neppure celebrare una messa di suffragio di fronte a quel povero corpo ancora conservato in un frigorifero. Il vescovo locale aveva detto alla famiglia che quello “era un momento di silenzio”. È  il momento di gridare allo scandalo per quello che sta accadendo in Italia. Tutti devono essere consapevoli. E nessuno sarà risparmiato se questo cancro dilagherà. A Macerata c’è una presenza clamorosa di Nigeriani. Anche per interessi economici. E’ difficile combattere questa battaglia ma è un problema drammaticamente urgente che dobbiamo risolvere”.

“Forse, professore, bisognerebbe regolamentare l’emigrazione. E’ in questo  senso che si mosso recentemente l’Onu… con il “ Il global compact “Che ne dice?”
“Ahimè, questo  “global  compact favorisce enormemente i fenomeni della migrazione africana.”

“ Sarebbe, scusi…?”
Dobbiamo ricordare che, al di là di tutte le chiacchiere che si sono fatte sulla fuga dalla guerra, sull’occidente che ha portato distruzione nei Paesi in via di sviluppo, in Italia non ci sono siriani e iracheni, c’è invece una tremenda linea di immigrazione che proviene dall’Africa del Sahel, principalmente dalla Nigeria, ma anche da Paesi come la Costa d’Avorio che hanno un tasso di crescita dell’8% all’anno, del Ghana, del Gambia e del Senegal dove non c’è nessuna guerra. Queste migrazioni hanno ragioni che definire economiche è eufemistico, perché è un flusso che va più che altro alla ricerca dei benefici di un welfare state, piuttosto dotato in Italia e in altri Paesi europei, che è stato pagato dai lavoratori, dai proletari, dagli anziani dei nostri mondi e che queste persone ritengono di poter venire ad utilizzare, forse determinando, nella visione di qualche immigrazionista globalista, l’idea di una redistribuzione di reddito planetaria, in cui dopo aver globalizzato le monete si devono globalizzare anche gli esseri umani.”

“Racconti… ci spieghi….”
“Questa posizione assunta come ideologia è un’idea dissennata che forse potrà piacere a qualche documento dell’Onu, ispirato dal mondo dei Soros, dei Rothschild, della finanza internazionale migrazionista e globalista che già negli anni 90 parlava di 180 milioni di africani in Europa entro il 2050. Se l’unico parametro possibile per valutare il benessere di un popolo è quello del prodotto interno lordo, la loro idea è fare venire centinaia di milioni di disperati in una società discretamente evoluta e sviluppata per produrre un finto reddito, per il semplice fatto che non hanno un televisore e se lo devono comprare, non hanno un’automobile e se la devono comprare, quindi questo si tradurrebbe in pil, ma in questi calcoli puramente liberal monetaristici si tradurrebbe in pil anche il business della droga e della prostituzione di cui la mafia nigeriana è principe. Se questa linea passa, per la nostra civiltà, per la nostra cultura, per il nostro popolo è finita

“E’ davvero un rischio, il global compact?”
“Questo forse potrà piacere a Macron, a qualche banca internazionale, ma deve fare terrore e paura e suscitare una reazione fortissima nella nostra dignità per ragioni elementari di sopravvivenza. Se ne parla pochissimo perché c’è un muro del mainstream, dato che coloro che favoriscono questo processo hanno in mano i grandi giornali, le tv e il controllo dei sindacati dei giornalisti. C’è un enorme mondo prezzolato che fa una censura capillare. Solo qualche giornale e qualche programma televisivo scappato di mano riesce a lanciare l’avvertimento. Per fortuna i social network, che erano stati inventati per controllare le masse, sono scappati di mano da questo potere come i giubbetti gialli in Francia”.

Professore, la ringrazio. E  inutile che le chieda una prefazione a un mio libro che sto ultimando. Ha già detto tutto”
“Di niente. Il mio mestiere ora è di fare  il Piero Angela della criminologia. Prego”

I portici del centro  sono  illuminate. Il treno per Milano è arrivato al binario 10..
Ci saremmo attesi che nell’Angelus di domenica, nel quale di solito Papa Bergoglio richiama tutti al dovere imperativo di un’accoglienza senza limiti, citasse Desirée, massacrata nella sua diocesi…” mi dice  nell’atrio della stazione.

Mi guarda infine con quei suoi occhi chiari, lucidi, curiosi, pungenti..
Pamela e Desirée non saranno certamente state due Maria Goretti ma sono martiri, in quanto testimoni di una barbarie che soltanto la responsabilità delle classi dirigenti può avere creato nella nostra meravigliosa penisola, gettata a ponte da Dio tra l’Europa e l’Africa…”

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