Ostacolata fusione con Alstom, Siemens accusa la UE: “tecnocrati retrogradi”

In Italia, da anni gira il refrain per cui Bruxelles sarebbe in mano a degli euroburocrati al soldo della Germania. O almeno è questa la visione promossa da alcune forze politiche di casa nostra. Fa dunque un certo effetto sentire uno dei più alti esponenti dell’industria tedesca prendersela con l’Ue usando più o meno gli stessi termini: “tecnogradi retrogadi”, è l’accusa lanciata ai funzionari dell’Antitrust europeo da parte di Joe Kaeser, amministratore delegato del colosso Siemens.

Secondo Kaeser, la Commissione europea sarebbe in mano a burocrati con lo sguardo rivolto al passato. E questo perché da mesi, la responsabile della Concorrenza a Bruxelles, la commissaria Margrethe Vestager, sta bloccando di fatto la fusione tra la Siemens e la francese Alstom, produttrice dei treni Tgv e Eurostar. Da questa operazione, potrebbe nascere il gigante del trasporto ferroviario europeo, capace, secondo francesi e tedeschi, di fare concorrenza alla Cina.

Il problema, pero’, è che un gigante di questo tipo rischierebbe di monopolizzare il mercato europeo, a scapito delle imprese di altri Paesi Ue. E’ questa in sostanza la motivazione per cui l’Antitrust europeo ha finora respinto le proposte del duo Siemens-Alstom. “La legge europea sulla concorrenza è entrata in vigore 30 anni fa in un contesto completamente diverso”, ha detto Kaeser, dicendo che “è ingenuo credere che i singoli Stati possano competere con la concorrenza cinese”. Il giudizio definitivo della Commissione europea sull’operazione dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Chissà se i “tecnocrati retrogadi” cambieranno idea.

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