ITALEXIT, via dalla tecnocrazia tedesca!

ITALEXIT:  VIA DALLA TECNOCRAZIA TEDESCA, turpe campo di concentramento dell’Austerity

3° puntata – Di Gianmarco Landi

 

Per capire cosa sia la tecnocrazia e perché si debba andare via da essa solo lasciando l’UE, pongo a tutti voi una semplice domanda:

quanto è il debito pubblico italiano e quello tedesco?

Sono certo che molti di voi possano rispondere con piena proprietà del concetto, pensando che i numeri esprimano un’oggettività a cui tutti doverci adeguare in maniera razionale, quasi si trattasse del risvolto di un governo poggiato sulla tecnica e per questo di per sé logico e giusto. In realtà il 99% di voi potrà diffondere solo stupidaggini, ripetendo a pappagallo delle grandezze  che, come spiegherò nel seguito, sono delle assolute scempiaggini congetturate dagli esperti della tecnica per servire un regime di menzogne, di abusi e di prevaricazioni.

Le situazioni contabili che i Media diffondono attraverso i dati ufficiali  forniti dal Sistema finanziario dominato in senso apicale dalla BCE, non ci esime dal dovere di discussione critica e quindi di cercare la Verità, come ci ha insegnato Karl Popper, il padre della Società Aperta che a tutti noi spetta difendere da tutti i suoi nemici giorno dopo giorno. Il filosofo austriaco  all’atto del compimento dell’opera,  contemplava l’avvento di una società gerarchica ad opera dei tedeschi, e non a caso ci ha insegnato che il diritto alla Democrazia e alla Libertà si accoppia con il dovere di difenderlo, presupponendo  che proprio dentro al carattere di ufficialità e di tutti i luoghi comuni si celi l’inganno della tirannide. Dimostrerò nel seguito che tutte le grandezze con cui l’UE governa gli stati da Bruxelles e Francoforte, sono sortite con atti grandemente corrotti, totalmente distorti e intrinsecamente fraudolenti, al solo scopo di esercitare il potere della prevaricazione. Chi conosce il pensiero di Popper e non solo qualche suo aforisma, sa molto bene  come Egli si scagliò contro nazisti, comunisti, fanatici islamici e gli esperti, cioè il cultori  della tecnica nel senso del presunto esercizio di potere in maniera razionale. Teniamo sempre a mente il Grande Fratello descritto da Orwell, un’entità astratta che  guida nella correzione politica di come gli individui debbano essere sia singolarmente sia calati nella comunità, dovendo costoro accettare acriticamente quello che viene imposto con una voce pubblica assordante concepita per zittire ogni piccola e singola voce interiore.

La ragione ideologica che legittimerebbe la preminenza della Commissione UE e della BCE rispetto agli Stati e a tutte le differenti comunità statali, è nella presunzione di un asettico esercizio tecnico e razionale del potere  che,  come spiegherò,  è invece assai discutibile in tutti i suoi tratti permeati da batteri  pestilenziali che infettano ogni assunto tecnico, con ciò equiparando l’UE a quei regimi  depravati di tutte le economia pianificate dall’alto di un Politburo. Questo tratto dell’Unione Europea la rende assimilabile molto più all’Unione Sovietica o al Regime Nazista che ad un raggruppamento di Democrazie sovrane, oggi del tutte  svilite, svuotate e in alcuni casi, come la povera Grecia, annientate esattamente come concepiva Hitler con la Polonia o Stalin con l’Ungheria.

Ritorniamo alla fine della scorsa puntata,  cioè sul massacro dell’economia italiana che non cresce più agitando e adoperando sordidamente l’inesistente problema del debito pubblico. Abbiamo visto che proprio il culto dell’esistenza di questo Totem UE genera il problema costituito dalla spesa interessi molto alta, in alcuni anni fino a 1400 euro per italiano. Abbiamo anche visto che per ragioni molto poco comprensibili se non ipotizzando un enorme corruzione e tradimento, lo Stato italiano negli ultimi  anni ha vincolato sé stesso alle Banche creando  circa 1.600 mld  di debito in  BTP (Buoni tesoro poliennali) che costituiscono la gran parte dei circa  2.300 mld di euro totali di debito pubblico, offrendo questi strumenti finanziari a precipuo uso e consumo delle banche e dei fondi internazionali. In parole semplici il Ministero dell’economia e delle finanze che comprende il Tesoro,  invece di vendere BOT o CCT, strumenti di risparmio che avrebbero potuto impiegare una parte dei  4.400 MLD di risparmi privati degli italiani, assicurando un qualche giro di profitti domestici benefico  sia  per i cittadini sia per le casse dello Stato,  ha offerto BTP al mercato primario, cioè strumenti di investimento speculativo di grande interesse dei finanzieri e dei banchieri. Questi BTP sono  obbligazioni a lunga scadenza, cioè sono  titoli che le Banche comprano e rivendono attraverso finanza pura, cioè mediante denaro nato dal nulla in capo a società che quasi sempre hanno una personalità giuridica ineccepibile ma una personalità sostanziale inconsistente nell’economia reale. Le banche comprano e sbolognano questi strumenti perché possono creare profitti facili senza rischi e, agendo in maniera sistemica tra loro, fare il bello e cattivo tempo sugli Stati nel quadro di una camicia di forza tessuta con i parametri di Maastricht e altre direttive UE. Le finalità di tutto ciò sono chiaramente speculative, meramente coercitive e solo ipoteticamente benefiche nel senso di astrattezze liberali interpretate senza la minima comprensione di cosa sia il pensiero liberale.

Per capire come questo disegno si perpetui dobbiamo capire le dinamiche attraverso cui il debito si crea sotto lo scacco delle oligarchie.

Ricorderete che la scorsa settimana l’asta Btp andò malissimo, con ciò facendo aumentare lo spread. L’altro ieri, giovedì 29 novembre 2018, sebbene l’Ue avesse iniziato formalmente la procedura contro l’Italia e ci fossero perciò motivi di preoccupazione straordinaria, il Tesoro ha venduto tutti i 4,250 miliardi di euro di Btp a 5 e 10 anni in vendita con rendimenti in forte calo e quindi minori oneri per lo Stato. Il tasso sui titoli a cinque anni, 2 miliardi di facciale in totale venduti l’altro ieri, è sceso al 2,35% dal 2,60% precedente, mentre quello sui Btp a scadenza decennale, cioè i rimanenti 2,250 miliardi, è calato al 3,24% dal 3,36%.

Come si spiega tecnicamente? Non si spiega con la tecnica, né con i principi di libero mercato e quant’altro di naturale e legittimo, si spiega con gli abusi della tecnocrazia.

L’aspetto più intellettuale di questa puntata è comprendere la differenza che incorre filosoficamente tra le manine visibili dei tecnocrati, e le manine invisibili di cui parlò Adam Smith. Quanto segue bisognerà sbatterlo in faccia come schiaffi agli imbecilli fans del mercato inteso come dogma di presunto liberismo, un liberismo UE  pianificato a Francoforte dalla Germania e dalla BCE, e perciò una negazione totale del liberismo e del liberalismo. Nel suo ‘La Ricchezza delle Nazioni’ A. Smith non ha mai parlato di vincoli, parametri, esaltazione dei mercati primari su soggetti vigilati e quant’altro di assolutamente pianificato da mani  in carne, ossa, cartilagini e nervi, che quando strangolano spezzando le dita altrui, si può invocare a suo favore il principio mercantilista del laissez faire con la legittimità con cui pure Himmler lo avrebbe invocato rispetto ad una camera a gas in una normale attività secondo la medesima radice filosofica darwinista.

Nello specifico i BTP, che fanno circa il 75% del totale del nostro debito pubblico,  non sono  venduti con logiche di mercato assimilabili a quelle del modello della manina invisibile di Adam Smith, cioè nel presupposto che il perseguimento di interessi individuali senza interventi pubblici, determini un contesto di crescita collettiva. Il mercato dei BTP a cui accedono le banche invitate, non è come quello del macellaio a cui pensava A. Smith, pensando ad un onesto signore del 700 dietro al bancone atto a guadagnarsi da vivere facendo prosperare la sua attività di vendita di buone carni, in concorrenza con altri macellai, in modo che tutti insieme facessero prosperare la società come se una manina invisibile, la mano di Dio per un calvinista o la Divina Provvidenza Manzoniana per un cattolico liberale, agisse per il bene comune.

Ed infatti le aste a cui partecipano le banche poste sotto vigilanza della Bce (su cui nessuno vigila), sono governate  da manine visibili molto leste ed inesorabili quando si tratta di speculare, ed esse  rispondono ad interessi di enorme carattere geopolitico e finanziario che nulla hanno a che spartire con il mercato delle costatine o delle braciole del 700. In questo ambito di offerta finanziaria lo Stato non solo deve poter sindacare ma deve anche poter ordinare alla BCE, che crea i soldi con un click grazie al potere cedutogli dallo Stato, quanto è da farsi e quanto non è da farsi.

Penso, infatti, che la scorsa settimana l’asta dei BTP sia andata malissimo con quasi tutta l’offerta invenduta,  perché le manine di alcuni dirigenti del Tesoro di fede europeista e non leali verso la Repubblica, hanno invitato solo alcune grandi banche italiane  (il cui board è in mano a poteri esteri)  e le solite francesi e tedesche (che sono già maggiori detentrici di debito italiano dall’estero) ‘dimenticando’ di invitare all’asta i soggetti associativi e consortili delle banche popolari e delle banche di credito cooperativo del ns. Paese, e tante altre banche. E’ il caso della la Wells Fargo bank (4° banca Usa di allaccio ai Repubblicani di Trump) non invitata, o  la Santander (prima banca spagnola di forte allaccio ai mondi cattolici e seconda banca per importanza in UE), assolutamente dimenticata, o la Sber bank (1° banca russa), solo per fare alcuni esempi di manine dimentiche di portare alla posta gli inviti a tutte quelle realtà interessate a comprare i BTP già la scorsa settimana.

La vicenda è stata veramente scandalosa,  perché a margine delle vendite dei BTP, peraltro con sistema di asta marginale che avvantaggia solo le banche, il Tesoro in questi anni ha stipulato una serie di contratti di derivati finanziari che sono secretati e di cui si sa solo dell’entità delle mazzate che ci sono costate anno per anno, arrivando  anche a 20 mld, cioè oltre ad un punto di PIL regalato al Sistema finanziario per non apportare assolutamente nulla di utile al Paese. Se pensiamo ai commissari  UE che ci fanno le pulci sugli 0,2 %  o sugli 0,4% per dare 700 euro mensili di cibo e pagamenti di bollette al mese ad un milione di  poveri italiani, ditemi voi se è giusto che poi la gente si incazza.

Ma la situazione è molto ma molto più scandalosa rispetto a quanto può apparire descritta qui, perché come vi spiegherò nel dettaglio, il debito pubblico italiano è sicuramente molto più basso delle cifre propinate e perciò ampiamente sostenibile, mentre quello tedesco di tutti gli altri paesi UE non  sono sostenibili facilmente come invece è per quello italiano. L’inversione della realtà adoperata dalla tecnocrazia e dai media ha davvero dell’incredibile.

Ad esempio consideriamo una piega della composizione del debito pubblico italiano del 2018, e troviamo un aspetto ridicolo, direi offensivo della nostra intelligenza. Il debito ammonta dai dati ufficiali a 2.286 mld di euro, di cui il  16%  verso la Banca d’Italia per 366 mld circa.  Osserviamo qui una logica idiota finalizzata a dare in pasto omogenizzati di cacca contabile ai più voraci imbecilli, perché la Repubblica  risulta indebitata con un suo Istituto di diritto pubblico, la Banca d’Italia, senza consolidare in ambito internazionale il credito equivalente. La Repubblica  è proprietaria indirettamente di 366 MLD dei suoi BTP attraverso il suo Istituto centrale, ma la cifra comunque si conteggia ufficialmente gonfiando il ns debito! E’ ovviamente logico che il debito pubblico debba  essere netto rispetto ad una situazione del suo Istituto di Diritto pubblico, perciò la cifra che i Media dovrebbero propalare come debito pubblico al massimo può essere 1.920 mld di euro e non ingigantita a 2.286 MLD.  Il fine di creare allarmismo tecnocratico (ricordate il pannello dell’Istituto Leoni alla Stazione di Milano della 2° puntata) è assolutamente palese.

La volontà di turlupinarci emerge ancora più maestosa se consideriamo la spaventosa situazione debitoria dello Stato Tedesco, che usa dinamiche rappresentative contabili non solo opposte a quelle italiane, ma del tutto fraudolente.  I titoli con cui i fondamentali del bilancio tedesco prendono forma, ricordano i paradossi del ‘marketing delle SS di Himmler’, il quale celava  i crimini dei campi di concentramento curandosi di intitolare i suoi parchi della morte con frasi ad effetto come ad esempio  ‘Il lavoro rende liberi’.  Scrivere oggi sui giornali che la Germania è un paese solido finanziariamente e l’Italia no, è come l’arbeit macht frei sul cancello di ingresso ad Auschwitz.

Seguitemi e scoprirete un turpe campo di concentramento intitolato Austerity tedesca, fatto di mere congetture esplicitate come virtuose e innumerevoli situazioni pessime implicitamente tangibili, molto più grandi e concrete, ma ben nascoste dalla tecnica. I tedeschi in realtà hanno una situazione debitoria, sommando i debiti espliciti a quelli impliciti molto peggiore rispetto a  quella che i Media Mainstream propongono, mentre il paese più forte, stabile, solido è affidabile è proprio l’Italia.

Fatevi gli occhi con questo grafico proposto da un economista tedesco di primissimo piano.

 

Si tratta di un grafico proposto da Bernd Raffelhüschen, rettore in Scienze finanziarie della prestigiosa l’Università tedesca di Friburgo, presidente della fondazione Stiftung Marktwirtschaft  (Economia dei mercati) che pochi anni fa fece  pubblicare questo  studio analizzando la reale situazione debitoria dei 12 Stati fondatori dell’Eurozona più la Svizzera. Dall’analisi fatta si elencano le situazioni debitorie in percentuale sul PIL (perciò in valori assoluti il debito della Germania è mostruosamente alto e non pareggiabile da nessuno)  sommando il debito esplicito con quello implicito, cioè il debito che non emerge nell’anno di riferimento a bilancio, ma che le future spese per impegni necessari in futuro sarebbero da preventivare se la logica di misurazione fosse contabile e non di tecnocrazia politica.

Comprendendo questo grafico emerge la complessità e la grandezza del popolo italiano, con il suo criticato gioco all’italiana fatto di catenacci e teatrini, con le scarpe grosse, i ‘materassi’ imbottiti unitamente al cervello fino, nella morigeratezza cattolica  e di quella Divina Provvidenza portentosa di cui i protestanti decisero di fare a meno sin dal 1545, anno del Concilio di Trento, così scassando loro l’Europa unita.

L’Europa non è l’UE, l’Europa siamo Noi, che vantiamo avi che sin dal 1545 rimasero saggiamente con un piede nella Tradizione millenaria rifiutando di ripristinare il concetto della schiavitù, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, il mercantilismo basato sulle razzie dei pirati delle monarchie nell’Atlantico, le speculazioni e le guerre aizzate dai Rothschild nell’800, il colonialismo, il darwinsimo, il giacobinismo, il razzismo,  il comunismo, il nazismo, due Guerre Mondiali devastanti ed oggi, la degna erede di tutto ciò: la  tecnocrazia globale.

Di questo specifico pericolo già il secolo scorso  ci misero in guardia letterati come Orwell e filosofi come Popper.  Perciò le cronache dei giornali e dei documenti ufficiali UE disconoscono la realtà per una realtà virtuale, avendo il volgare interesse per  farlo al fine di depredarci.  In effetti l’Italia è una Cenerentola vituperata dagli insulti delle agenzie di rating e dai richiami pesantissimi stimolati dalle due sorellastre Francia e Germania, quando invece è il Paese con la situazione finanziaria più bella e invidiabile da tutti, come la protagonista della favola di Charles Perrault. Anche se Cenerentola è stata buttata a terra con gli stracci addosso per la volontà di una famiglia composta da una matrigna e due sorellastre,  può arrivare la scarpina di cristallo del Principe azzurro che le calzerà perfettamente, se solo noi avremo il coraggio di portare l’Italia in carrozza al ballo non temendo di sfidare le sorellastre caine.

E vediamo meglio come la nostra sorellastra più terribile, la  Germania, usi corpetti, imbottiture falsanti, cipria a chili e altre apparenze tecnocratiche per cercare di sembrare una principessa bella e virtuosa, che assolutamente non è. La Germania, sebbene a guardarla da lontano possa sembrare piacente perché può vantare di essere alta, sana  e corpulenta, nasconde un corpo sformato dai debiti, nonché volgari pieghe nell’uso sistematico di flaccidi trucchi,  oltre a turpi volgarità di estetica contabile con cui cerca di prevalere sugli altri  alzando la voce e spingendo per occupare la scena con prepotenza e porsi così come conquistatrice  agli occhi del Principe azzurro.

La Germania predica austerità per tutti infliggendo pene e patimenti ma  nasconde alcuni trillioni  (1 trillione = 1000 Miliardi) di debiti in carico statale nascondendoli ora sui lander, ora in vari istituzioni  finanziarie, grazie ad una miriade di imbrogli che fanno sembrare magro e asciutto  quello che è un corpo flaccido, grassoso e insano.

  1. A) Il debito dei lander

Dovete sapere che ci sono come minimo 620 miliardi di euro di debito statale accollato sui lander (fonte Sole 24 ore), le porzioni di Stato che compongono la loro Repubblica,  che non sono conteggiati sul bilancio Statale e in nessun senso della stabilità UE ai fini di Maastricht. Altrettanto si potrebbe dire per i Comuni, indebitati sino al collo,  ma a tal proposito la tecnocrazia si guarda bene dallo spifferare cifre che in molti ipotizzano di tanto superiori a quelle totale dei lander. Secondo i crucchi questi debiti non sono importanti ai fini del carattere della stabilità finanziaria, pur componendo i lander, unitamente ad i comuni tedeschi, la Repubblica Federale, ma nessuno può spiegarne il motivo, forse perché il motivo non c’è, e al suo posto c’è una voce alta che lancia accuse e intimidisce gli altri.  In Italia abbiamo enti locali e Regioni e il loro ammontare consolida ed è conteggiato in quello statale.

  1. B) la truffa sulla loro Cassa depositi e prestiti

In Italia la raccolta  della CDP, la Cassa depositi e prestiti, è di 310 miliardi di euro e questo debito viene conteggiato nei 2.280 mld di debito pubblico italiano, ma non fa altrettanto la  Germania con la KFW (acronimo in tedesco equivalente alla Cassa Depositi e prestiti) quindi altri 500 miliardi di euro circa non entrano nel conteggio del debito pubblico tedesco. Il pretesto per far sparire questo debito agli occhi dei principini della Europa Unita,  è una regola contabile beceramente concepita dallo Stato tedesco il quale esclude dal debito pubblico le società pubbliche, sebbene esse si finanzino con pubbliche garanzie. Il pretesto è coprire la metà dei propri costi ordinari con ricavi di mercato o contributi generosi, e non con versamenti statali (tasse). In poche parole la KFW finanzia imprese private che coprono i  costi di gestione per la metà attraverso contributi e ricavi di qualche milione di euro poco significativo, quindi solo in base ad una legge ad hoc fatta in Germania e che non ha applicazione comunitaria né senso, facciamo  finta che altri 500 mld di quel debito non ci siano più per valutare la stabilità finanziaria e l’applicazione dei trattati di Maastricht e tutte le direttive a cascata.

  1. C) Le malandate banche pubbliche tedesche

In Germania il 45% del sistema bancario è in mano al settore pubblico e questo aspetto nessuno lo considera ai fini della stabilità, perché nessuno vuole andare a vedere il modo con cui la finanza della Mitteleuropa ha nascosto quintali  di merda e carcasse di topi morti sotto i tappeti del salotto e dei corridoi. Il caso più noto è la Commerzbank, la seconda banca del Paese sbilanciata con contratti derivati nell’ordine dei trillioni di euro, nel quale lo Stato partecipa con una quota di maggioranza relativa del 17% in maniera egemone. Ma vi sono altre realtà del credito con una fortissima presenza del pubblico nella compagine azionaria. Prime fra tutte sono  le sei  Landersbanken, che sono tutte e 6 pubbliche per un 70-80% del capitale, e sono perciò gestite con criteri totalmente politici. Queste banche  fanno pure piccole speculazioni, tanto che la più grande tra queste sei,  la Lbbw ha impieghi per 350 miliardi di euro ed è quindi un colosso quasi assimilabile ad Intesa San Paolo e molto più grande della MPS di Siena. Quanti crediti deteriorati ci sono in queste banche? Solo nelle sei Landersbanken qualcuno parla di 400 mld, qualcun altro di 800 mld,  ma ovviamente non solo chi stabilisce cosa sia un credito deteriorato e cosa no, sono regole che fanno i tedeschi e applicano pupazzi dei tedeschi, ma sempre i tedeschi  stabiliscono d’imperio che queste poste deteriorate  non vengano considerate nel senso di determinare un’esplosione del debito pubblico della Repubblica Federale tedesca, sebbene trattasi di istituti di diritto pubblico della Repubblica Federale tedesca indebitati fino al collo verso il Sistema finanziario UE e con pericoli di solvibilità tutt’altro che campati in aria. 

  1. D) La Bundesbank imbroglia sui Bund

In poche parole questo imbroglio consiste nel valorizzare i Bund (equivalenti dei  BTP) abusando delle regole.  Quando c’è un’asta di Bund, i titoli che si prendono a riferimento per lo spread e per determinare la nostra spesa interessi,  e parte di essi non viene comprata sul mercato primario in cui ogni Stato colloca in prima battuta i propri titoli di debito, la Banca Centrale di Francoforte se li compra con l’artificio di un presunto ‘congelamento’ che aggira le norme, e li ricolloca successivamente sul mercato secondario. In questo modo i tedeschi evitano che i Bund perdano valore sul mercato, come accade ai bond italiani con grosso scarto (spread) giustappunto perché i tedeschi imbrogliano con una manina che blocca l’equilibrio dando loro ingiusto guadagno.  Questa attività della Bundesbank, infatti,  è vietata da norme comunitarie ben precise ma i tedeschi se ne fottono bellamente e nessuno può farci nulla, mentre ovviamente noi paghiamo 60 miliardi, 70 miliardi o 80 miliardi di spesa interessi ogni anno a  banche e istituzioni da loro controllate che faranno ulteriormente confluire la nostra ricchezza reale prodotta nelle loro avide tasche, con il giustificativo dello spread calcolato sul valore truccato dei loro Bund.

  1. E) L’abuso del surplus commerciale pacificamente illegale

In ultimo vi è la cosa tecnicamente più complessa da spiegare ma più odiosa ed importante di tutti, e cioè il surplus commerciale. Nel 2011 l’Ue aveva approvato sei direttive volte ad armonizzare gli squilibri tra i diversi Stati membri. Quattro di queste sei direttive hanno come oggetto le politiche fiscali e sono le famose cose ‘che ci chiede l’Europa’, come ad esempio la riduzione del deficit. Le altre due direttive, invece, riguardano gli squilibri macroeconomici di cui però, non si sa per quale ragione, non se ne parla. Una di queste direttive verte sulle differenze nei saldi commerciali dei Paesi. In breve la direttiva è basata su un assunto delle teorie economiche mercantiliste su cui la Mitteleuropa crede e  poggia molte delle sue convinzioni macroeconomiche, e cioè che il saldo sulla bilancia import export debba essere a zero, altrimenti la situazione recherebbe grosse ingiustizie. In pratica se alcuni Paesi importano più di quanto esportano (la Grecia) e altri invece sono esportatori netti che realizzano ogni anno surplus commerciali piuttosto ingenti (la Germania) si mette a rischio  la tenuta complessiva del sistema perché i paesi esportatori depredano quelli importatori. Tutti si sono accorti che questa cosa è accaduta e continua ad accadere, come quando i carrarmati arrivarono in Polonia, ma la Germania se ne strafotte e continua ad invadere i mercati depredando gli altri. La Repubblica Federale tedesca  negli ultimi anni ha sforato sistematicamente i vincoli della direttiva di svariati punti e infatti  ha un surplus di 300 Mld di euro, con cui fa un danno devastante agli altri paesi, sia quelli  piccoli e fragili, come la Grecia inginocchiata ed oppressa, sia a quelli suoi competitor nel manifatturiero, cioè l’Italia, la cui economia lungi dall’essere schiantata come è in Grecia è stata comunque pesantemente depressa (vedi prima puntata). Su questo punto Trump si sta muovendo pesantemente contro la Germania, gli inglesi sono fermi perché rimasti impigliati nella groviglio di cavilli della Brexit, e  noi essendo i più colpiti dovremmo darci una mossa per difenderci, prima che si possa finalmente scappare via da questo manicomio di sadici finanziari che è L’UE.

 

Per concludere riassumendo  la situazione, dovete pensare ad una Germania intenta a partecipare ad un concorso di bellezza insieme a tutte le altre Nazioni.  Sicuramente le bilance sono strumenti tecnici eguali per tutti così come pure i chili una oggettiva convenzione, ma la grande Germania sale sulla bilancia e per non far risultare di essere una bella principessona di 160 kg ma di 55kg, lascia una piede a terra mentre con una mano si aggrappa da qualche parte !  Nessun giudice e nessuna delle altre concorrenti più esili può dire nulla altrimenti saranno mazzate, e ad andare in passerella con lividi e ossa rotte non ci vuole finire nessuno. Questa è la bellezza della tecnocrazia UE !

Vi do appuntamento alla prossima puntata dove vi parlerò di banche e degli abusi che l’UE ha inflitto al nostro sistema bancario, depredandolo e sfasciandolo scientemente. Se non vi fosse bastato quanto qui messo in luce per iniziare a pensare di fuggire via da questa gabbia di matti, vi prometto che al termine della 4° puntata vi racconterò tali e tante schifezze targate UE, che riuscirete a ben capire come mai a varie moltitudini di francesi venga  voglia di indossare un gillet giallo per assaltare il primo edificio di pubblico potere che si presenti loro davanti.

L’impasto di sangue e merda in cui nuotiamo è talmente oceanico, che

ITALEXIT è l’unica cosa che bisogna fare.

Alla prossima puntata.

 

 

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