Macerata, scontro tra Alessandra Mussolini e sindaco sul fantoccio del duce bastonato

di Antonio Amorosi

“Lei deve chiedere scusa alla città di Macerata, alla famiglia Mussolini… ho visto lo scempio che avete fatto con il fantoccio di mio nonno, Benito Mussolini, con i bambini che dovevano colpirlo…”, dice l’europarlamentare di Forza Italia Alessandra Mussolini, rivolgendosi al sindaco Pd di Macerata Romano Carancini. Il sindaco le sta di fronte.

La nipote del duce, Alessandra Mussolini è arrivata questa mattina nella città marchigiana dopo la cosiddetta “pignatta antifascista”, la manifestazione di centri sociali e antagonisti che per ricordare il 25 aprile hanno appeso in una piazza della città un fantoccio di Benito Mussolini a testa in giù, invitando i bambini a prenderlo a bastonate in cambio di caramelle e dolciumi.

Per protesta doveva esserci un lancio di vermi (la Mussolini si è presentata con uno scatolone in polistirolo con su scritto a pennarello la parola vermi) che è stato poi è stato annullato. Mussolini: “Non ho voluto farlo per rispetto verso Pamela (la ragazza uccisa qualche mese fa proprio in città da un gruppo di nigeriani, ndr)”. “Avevo portato questi vermi per l’assessore Monteverde, che non può avere le deleghe alla cultura e all’infanzia se consente cose come questa, la rievocazione di uno dei momenti più bui della nostra storia (Mussolini ha anche chiesto le dimissioni dell’assessore che ha accusato di aver fatto dei post in appoggio alla manifestazione, ndr)”, aveva esordito l’esponente di Forza Italia in conferenza stampa, “ma l’odio non deve generare altro odio, quindi li daremo a qualche pescatore”.

E finita invece con uno scontro col sindaco Carancini che si era detto pronto a riceverla ma senza stampa e i capigruppo di Forza Italia in consiglio comunale.

Alessandra Mussolini chiede le scuse ma il sindaco replica così: “Lei si deve vergognare”. A quel punto Mussolini, indignata, prova ad allontanarsi e Carancini urla: “Se ne va come i fascisti!? Che non ascoltavano! Io l’ho ascoltata. Ha insultato un’amministrazione….”. A quel punto la Mussolini è tornata indietro e si è frapposta al primo cittadino. Il clima già surriscaldato si è acceso ancora di più con i due circondati da telecamere, giornalisti, politici locali e sceri. Caracini urlando: “Ho condannato esplicitamente e pubblicamente quel gesto ignobile, indegno. Lei chieda scusa all’amministrazione, che ha insultato”.

Guarda il video.

https://youtu.be/DAxKHrWAOMQ

Mussolini irritata è andata via dicendo di aspettarsi un intervento dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le scuse dal segretario del Pd, Maurizio Martina. E scendendo le scale, rivolgendosi ai consiglieri comunali che la seguivano: “Poveri voi, poveri voi e ringraziamo Dio che sono donna e che non meno”. Carancini che ascoltava dalla rampa delle scale le ha esclamato a voce alta: “Vada! Vada! (agitando le mani, ndr)” . Mussolini, sempre rivolta ai suoi: “Sono stata brava!? Eh?”. E vedendo il sindaco affacciato sulla rampa e con le mani alzate: “Sa quel dito dove glielo metterei!?”. Carancini: “Glielo dica. Lo faccia sentire a tutti”.

Mussolini ha poi incontrato il prefetto Roberta Preziotti che si è detta molto dispiaciuta per la manifestazione del 25 aprile con il fantoccio, tanto più per il coinvolgimento di bambini in una messa in scena violenta.

Il capogruppo di Forza Italia Riccardo Sacchi ha replicato così alle reazioni del primo cittadino di Macerata: “Il sindaco appalta l’organizzazione del 25 aprile ad un gruppo di associazioni, alcune delle quali di carattere estremista, salvo poi meravigliarsi dell’accaduto. Oggi in occasione della visita dell’onorevole Mussolini il sindaco dapprima non ci ha consentito di entrare in qualità di gruppo consiliare di Forza Italia ed accompagnare la Mussolini, dall’altro ha immotivatamente e improvvisamente iniziato ad insultarla e ad apostrofarla come fascista e dicendole di vergognarsi. Un sindaco che ha ormai completamente perso il polso della situazione e deve seriamente pensare per il bene della propria città alle dimissioni.”

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