Firenze, sit-in per il senegalese ucciso: spinte e sputi al sindaco Nardella

Circa 300 persone, quasi tutti senegalesi che abitano a Firenze e in Toscana, hanno oeganizzato una protesta contro l’omicidio del loro connazionale Idy Diene al Ponte Vespucci, dove Roberto Pirrone lo ha ucciso con colpi di pistola.

A sparare diversi colpi di arma da fuoco è stato un pensionato italiano, 65 anni, che è stato fermato dai militari dell’Esercito impegnati nell’operazione ‘Strade Sicure’ e consegnato alla polizia. L’uomo era un pacifista, collezionista di cimeli dell’ex Unione Sovietica.

Durante una perquisizione nella casa del pensionato, è stata trovata una lettera in cui l’uomo annunciava l’intenzione di suicidarsi in preda alla disperazione per motivi legati a gravi problemi di natura economica.

Il 65enne avrebbe raccontato agli agenti di essere uscito di casa per suicidarsi con la pistola ma poi non avrebbe avuto il coraggio di farlo. Ha invece sparato al primo che gli è passato davanti.

La vicenda è stata strumentalizzata dagli antirazzisti.

Ci sono stati momenti di tensione. Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha dovuto subito abbandonare il presidio, dove era stato invitato dalla stessa associazione dei senegalesi che ha promosso la manifestazione, perché contestato con insulti e spinte sia dagli stessi immigrati, sia da parte di alcuni italiani che sembrano appartenere ai centri sociali fiorentini e a formazioni dell’estrema sinistra.

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