La bufala del fantoccio della Boldrini “bruciato per odio”

Il fantoccio è stato bruciato, ma l’odio non c’entra nulla. E se il caso di Busto Arsizio fosse tutto un equivoco o una grossa esagerazione? Da due giorni si parla del caso del fantoccio dato alle fiamme dai Giovani Padani nella piazza della cittadina in provincia di Varese.

Il fantoccio raffigurava la presidente della Camera Laura Boldrini, che – sicuramente in buona fede (o almeno si spesa, ndr) – si è sentita nel mirino di un’iniziativa ispirata dall’odio. «I “giovani padani” – ha scritto – mi hanno data alle fiamme ieri: hanno incendiato il mio fantoccio in piazza, a Busto Arsizio. Questo dimostra che le parole d’odio non sono mai solo parole, ma si trasformano in gesti deprecabili e possono innescare una spirale ancora più pericolosa. È arrivato il momento che Matteo Salvini chieda scusa – ha aggiunto – Non a me, non ne sarebbe capace. Ma almeno ai cittadini di Busto Arsizio e a tutti gli italiani per la pessima figura che sta facendo fare al nostro Paese».

Cominciano però ad arrivare le voci dei locali, dei “bustocchi“, sbalorditi dal clamore, quasi offesi da tale indignazione. Viene fuori che il rogo non ha niente a che vedere con la Notte dei cristalli o con le avvisaglie di un nuovo fascismo alle porte; e viene fuori soprattutto che si tratta dell’antico rito della «gioeubia», in cui, come avviene in molte parti d’Italia, vengono bruciate e salutate le cose vecchie – l’inverno, i malanni, le carestie – per accogliere la nuova stagione. Un addio a tutto ciò che sta per finire – comprese le legislature – e un benvenuto a ciò che arriva. Un rito propiziatorio paganeggiante, che può piacere o meno, ma che non c’entra niente con il ku klux klan o altre enormità evocate in questi giorni.

A riprova, spuntano le foto di tutti i politici sottoposti senza troppo clamore allo stesso trattamento: Matteo Renzi, Mario Monti, Elsa Fornero e altri. Qualcuno ricorda fantocci di centrodestra. Sicuramente bruciato quello dell’ex sindaco forzista Gigi Farioli, che (non essendo psicopatico, ndr) si era fatto fotografare gioiosamente vicino al suo fantoccio, pronto per essere bruciato come il suo decennio da primo cittadino. Niente di cui preoccuparsi, dunque.   (http://www.ilgiornale.it)

A rincarare la dose, si aggiunge l’indignazione del sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, per la polemica divampata sulla Gioeubia.

Lo ha spiegato ieri su www.ilgiorno.it >>> affermando che non documentarsi su cosa sia la festa tradizionale sia quantomeno una “mancanza”, poco dopo aver appreso che Laura Boldrini sarà a Busto Arsizio, ufficialmente per prendere parte a un gazebo allestito dal suo partito, “Liberi e Uguali”. Sempre sulle polemiche nate a seguito delle reazioni dei presidenti della Camera e del Senato, oltre agli altri, sulla decisione dei Giovani Padani di dedicare a lei la propria Gioeubia, il sindaco di Busto ha spiegato: “Sono passato come il sindaco che ha dato fuoco alla Boldrini, ma ho dato fuoco a otto pupazzi, può non piacere ma è la nostra tradizione“.

Antonelli ha anche ricordato come in altri Comuni della zona abbiano bruciato pupazzi di Trump e del presidente della Corea del Nord, e provocatoriamente ha detto: “Quindi ci dobbiamo aspettare un lancio di missili?”. Infine ha concluso “continuerò a dare il via al fuoco della tradizione, che resta una satira di ciò che si vuole cambiare rispetto al passato. Del resto non mi interessa niente“.

 

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