Terrorismo, Europol: probabile nuovo attacco ma non in Italia

 

europolRoma – “Il livello della minaccia terroristica è purtroppo ancora molto alto, il più grave dall’11 settembre. In gennaio avevamo segnalato come l’Isis avesse stabilito una nuova struttura di comando in Siria che preparava complessi attacchi terroristici. Abbiamo visto i terribili eventi di Bruxelles e temo sia probabile un nuovo attentato in Europa in futuro”.

A ribadire l’allarme, in un’audizione davanti al Comitato Schengen, è il direttore di Europol, Rob Wainwright. “La nostra priorità – ha spiegato Wainwright – è identificare la possibile attività di altre reti terroristiche. Stiamo lavorando su vari filoni di inchiesta ma non abbiamo al momento informazioni su una specifica minaccia nei confronti dell’Italia”.

Wainwright ha spiegato:

Da gennaio sapevano che l’Isis aveva stabilito una nuova struttura di comando in Siria per gli attacchi all’estero e un nuovo attacco in Europa è ancora possibile. Stiamo seguendo diverse linee investigative.

I PERICOLI DELL’IMMIGRAZIONE – E mentre l’Ue discute del “Migration compact” proposto dall’Italia, Europol avverte: “Due degli attentatori di Parigi erano arrivati in Europa dal canale della migrazione. La nostra principale preoccupazione è che altri terroristi arrivino anche grazie a documenti contraffatti e stiamo monitorando la situazione“. Stando agli ultimi dati, secondo Europol l’immigrazione irregolare genera un fatturato compreso fra i 3 e i 6 miliardi di euro: “Si tratta del mercato criminale in più rapida ascesa in Europa”.

Nel 2015, ha spiegato Wainwright, “c’è stato un flusso senza precedenti di migranti e il 90% ha usato servizi illegali che hanno facilitato il viaggio verso l’Europa. Ciò significa che l’attività criminale dei trafficanti è il cuore del problema e deve essere il cuore della nostra risposta”. Un’industria criminale, spiega il capo della polizia europea, che prevede molti attori ovvero “trafficanti, reclutatori, riciclatori di denaro” e coinvolge i migranti – reclutati anche attraverso social network – in una serie di attività illecite come “prostituzione e distribuzione di droga”. Dunque, è la conclusione dell’Europol, “è sempre più forte il collegamento fra migrazione clandestina e criminalità”.

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