UE, Draghi: l’Unione economica e monetaria è fragile e incompleta

 

draghi

Forti richiami ai governi, ai Parlamenti e alla politica in generale, dalla Bce di Mario Draghi. Giunto a Lisbona per partecipare alla cerimonia del Consiglio di Stato portoghese, ha fatto eco a quanto affermato poche ore prima dal vicepresidente Vitor Constancio, di fronte al Parlamento europeo: ha richiamato i leader alla necessità di dare una visione di lungo termine all’Unione monetaria. Perché così com’è Eurolandia è “incompleta” e in quanto tale è “fragile” e lascia i suoi Paesi “vulnerabili agli shock”.

Il banchiere centrale poi – ribadendo come la politica monetaria si sia spinta come mai prima d’ora in senso espansivo, con misure di sostegno all’economia – ha rilanciato le esortazioni a varare riforme e provvedimenti in grado di garantire più crescita, lavoro e produttività. Perché non si può pensare che gli stimoli della Bce da soli bastino a risolvere problemi su questi versanti. Infine, non è mancato un richiamo sui conti pubblici: le regole del Patto non vanno forzate oltre misura.

Secondo Draghi l’Unione economica e monetaria “resta una costruzione incompleta” e questo, “amplificato dagli effetti degli errori della politica nel corso della crisi, continua a lasciarla fragile, e i suoi Stati vulnerabili agli shock”.”Ci sono degli sforzi che devono essere compiuti a livello individuale dai paesi. Ma ci sta anche del lavoro da svolgere collettivamente. I problemi sono noti, dettagliati nel “Rapporto dei cinque presidenti”. Adesso “sta ai leader politici dare concretezza a questa tabella di marcia. Sono consapevole che al momento l’attenzione della politica è diretta altrove. Ma non dobbiamo dimenticarci che una economia solida e stabile è una precondizione per essere in grado di affrontare le sfide in altre aree della politica. Per questo, far funzionare l’Unione monetaria sul lungo termine non è un lusso – ha detto Draghi – ma una necessità affinché l’Europa possa rifiorire”. La Bce per parte sua ha adottato misure di sostegno all’economia “senza perecedenti e continueremo a fare tutto il necessario per ottemperare il mandato” di stabilità dei prezzi. Ma “senza un ruolo attivo di governi e Parlamenti, per migliorare la competitività dell’area euro, non saremo in grado di aumentare il potenziale di crescita e ridurre la disoccupazione strutturale.

E aggiungerei – ha detto Draghi – che negli anni passati le condizioni non sono mai state così favorevoli per lanciare riforme strutturali che semplifichino l’attività di impresa, migliorino la produttività e gettino le fondamenta per una crescita sostenibile”.

Quanto ai conti pubblici, “bisogna evitare che le regole di bilancio vengano tirate al punto tale da far loro perdere credibilità”, ha detto ancora Draghi. Un richiamo che riguarda tutti quei “molti Paesi dell’area euro dove gli attuali margini di bilancio per sostenere la crescita sono limitati”.Semmai è sulla qualità dei bilanci che bisogna agire. Secondo Draghi “esistono invece margini in tutti i Paesi per rilanciare gli sforzi per rendere la composizione delle loro strutture fiscali e di spesa più favorevoli alla crescita. E, tra le altre cose, per riorientare la spesa pubblica verso investimenti, ricerca e istruzione”. ASKANEWS

 

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