Trans viene visitato nel reparto uomini, interrogazione parlamentare di Sel

osp4 apr – Il deputato di Sinistra Ecologia e Libertà Alessandro Zan ha presentato oggi un’interrogazione ai Ministri della Salute, della Giustizia e delle Politiche sociali sul caso, denunciato ieri dall’Arcigay di Napoli, di una transessuale ricoverata all’ospedale San Giovanni Bosco, nel capoluogo campano.

Secondo le notizie apparse in rete, la donna transessuale, a seguito di un ictus, sarebbe stata ricoverata nel reparto maschile poiché il nome e il sesso maschile originari, così come riportati nei documenti di identità, non sarebbero ancora stati rettificati.

«La donna sarebbe stata denudata e sottoposta a lavaggio, alla presenza in stanza di quattro pazienti maschi, senza l’adozione di paraventi o di altre misure idonee a tutelare la sua dignità e la sua riservatezza», spiega in una nota il parlamentare, esponente della comunità LGBT.

«Questo fatto – sottolinea – riporta l’attenzione sull’urgente necessità di modificare la normativa nazionale sulla rettificazione di attribuzione di sesso, la legge 164 dell’82, che di fatto subordina la rettifica dell’atto di nascita e del nome alla sola effettuazione dell’invasivo intervento di ‘riassegnazione chirurgica del sessò».

Per Zan, «È necessario, e in tal senso ho chiesto che il Governo valuti iniziative urgenti atte a superare questa situazione, adottare un approccio più aperto e rispettoso alla materia, in linea con le recenti pronunce della giurisprudenza nazionale». «Sempre più spesso, infatti, – spiega Zan – i giudici sembrano ritenere sufficiente, per la rettifica del nome e del genere, il solo dato di appartenenza psicologica, rispetto a qualsivoglia ulteriore intervento chirurgico sul proprio corpo. I tempi previsti per l’intera procedura di riattribuzione del sesso, peraltro, appaiono assolutamente inadeguati a tutelare l’identità sessuale dei cittadini interessati: una situazione che coinvolge aspetti e diritti personalissimi e insindacabili», conclude il deputato di SEL, «ed espone la persona a continui rischi di discriminazioni e umiliazioni capaci di incidere in modo negativo e permanente sul suo benessere psicofisico».

il mattino

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