Stato-mafia: Napolitano “suggerisce” alla Corte di stralciare la sua deposizione

naposs25 nov. – “Non ho da riferire alcuna conoscenza utile al processo, come sarei ben lieto di poter fare se davvero ne avessi da riferire e tenderei a fare anche indipendentemente dalle riserve espresse dai miei predecessori Cossiga e Scalfaro, sulla costituzionalita’ della norma di cui all’articolo 205 del codice di procedura penale”.

Cosi’ il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si esprime nella lettera inviata il 31 ottobre al presidente della Corte d’assise di Palermo, Alfredo Montalto, che sta celebrando il processo sulla trattativa Stato-mafia. Il Capo dello Stato e’ attualmente ammesso fra i testi del dibattimento. La lettera e’ stata depositata poco fa in cancelleria.

Il riferimento del presidente della Repubblica al quarto comma dell’articolo 495 del codice di procedura penale, nella lettera inviata al presidente della Corte del processo per la trattativa Stato-mafia, e’ alla possibile revoca dell’ammissione della sua testimonianza: “Il giudice, sentite le parti recita la norma- puo’ revocare con ordinanza l’ammissione di prove che risultano superflue o ammettere prove gia’ escluse”.

Trattativa Stato-mafia: testo integrale della lettera di Napolitano alla Corte

Il giudice Alfredo Montalto ha gia’ preannunciato che sottoporra’ la questione alle parti, date le precisazioni del presidente della Repubblica, messe a disposizione di tutti i “soggetti del processo”. Anche la Procura, che aveva chiesto e ottenuto l’ammissione, dovra’ rivalutare la situazione.

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