Grillo come Berlusconi: “battere i pugni” con la Merkel

grillo9 giu. – Meglio di tutto sarebbe una bella svalutazione. Ma anche Beppe Grillo sa che “abbiamo perso la sovranita’ monetaria – lui la mette cosi’ – la lira non c’e’ piu'” e dunque quella soluzione, “una via di uscita temporanea” riconosce, per mettere una pezza al “rapporto tra Pil e debito che sta diventando insostenibile” non e’ praticabile.
L’alternativa, singolarmente, e’ in sintonia con il leit motiv proposto in materia da Silvio Berlusconi. Se l’ex premier vorrebbe un “braccio di ferro” con la Cancelliera tedesca, il leader M5S dal suo blog afferma che “l’unica possibilita’ e’ ristrutturare il nostro debito”. Come? “Si possono estendere – spiega – i termini di restituzione del capitale impegnato, diluire gli interessi nel tempo, contrattare anche a costo – incalza – di battere i pugni sul tavolo con la Merkel e pretendere, ad esempio, l’istituzione degli eurobond con il rischio dei singoli Paesi trasferito su base europea”.

Questa e’ la metafora scelta da Grillo per spiegare in termini piu’ semplici il concetto di ‘ristrutturazione del debito’: “Un tizio aveva un grosso debito, doveva saldarlo il giorno seguente. Si rivoltava nel letto da ore senza prendere sonno. La moglie dell’indebitato, che nella storia si chiama Giuseppe, sfinita decide di risolvere la situazione. ‘Giuseppe, tra poco potrai dormire’, apre la finestra e grida al vicino dirimpettaio ‘mio marito non ha una lira! Non puo’ pagarti’ e rivolta al marito ‘ora e’ lui ad avere il problema, soffrira’ di insonnia’. Quindi si addormentano insieme”.

“Non ci sono alternative: o ristrutturiamo il nostro debito pubblico, di cui la parte all’estero e’ in prevalenza in mano a Germania e Francia, o – pronostica Grillo – ci aspetta il fallimento insieme alla distruzione del tessuto produttivo. Il nostro debito pubblico aumenta al ritmo di 120/130 miliardi di euro all’anno. Gli interessi sul debito crescono di conseguenza di 4-5 miliardi all’anno e hanno raggiunto circa 100 miliardi che paghiamo con le tasse, e che sottraggono, inesorabilmente, sempre piu’ soldi destinati alla spesa pubblica, alla Sanita’, alla Scuola, alla Ricerca, allo Sviluppo”. Insomma, “e’ una garrota che lentamente strangola il Paese. Il Pil diminuisce, il gettito fiscale pure”.

“L’Italia sta attuando una strategia suicida. Le banche italiane stanno comprando i nostri titoli dall’estero, il cui valore complessivo all’estero e’ sceso intorno al 30 dal massimo del 50%. Le banche italiane stanno riempendosi di Bot e Btp, che valgono sempre meno, dalle banche francesi e tedesche invece di finanziare le imprese. Nessuno ha chiesto a suo tempo alla Germania o alla Francia di comprare i nostri titoli. Se lo hanno fatto – considera – avranno avuto delle buone ragioni, ad esempio esercitare pressioni per le loro aziende in Italia, come e’ avvenuto per Veolia e Suez per l’acqua”. Perche’ ricomprarlo? “Quando il debito sara’ tornato in Italia, saremo lasciati al nostro destino. Oggi disponiamo ancora un potere negoziale, in mano abbiamo una pistola carica. Domani – avverte – sara’ troppo tardi. Dobbiamo ristrutturare il debito”. (AGI) .

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