Primavera araba: convegno, non aver paura Islam politico

Direttore del Centro Studi Americani, Karim Mezran. “La soluzione adesso non è più Allah. Da ora la soluzione sono loro”.

Dei risultati elettorali che in Tunisia e Marocco hanno visto la vittoria di partiti di ispirazione islamica quali Ennahdha e Giustizia e Sviluppo non bisogna avere paura. Bisogna invece aspettare e vedere che cosa saranno in grado di fare. E’ questo, in sintesi, il messaggio lanciato ieri al termine della giornata di studio dedicata alle primavere arabe e il futuro del partenariato euro-mediterraneo, organizzata dall’ambasciata di Francia in Italia e dall’Ecole Francaise de Rome.    “Slogan quali ‘Allah è la soluzione’ non dovrebbero impressionare nessuno”, ha sottolineato nel corso del suo intervento il direttore del Centro Studi Americani, Karim Mezran. “La soluzione adesso non è più Allah. Da ora la soluzione sono loro”. Una volta eletti democraticamente, ha rimarcato Mezran, “gli esponenti dei partiti di ispirazione islamica non avranno più alibi. Non potranno continuare a celarsi dietro a uno slogan ma dovranno invece rispondere alla gente che li ha designati”. Il miglior risultato che finora le rivolte arabe hanno prodotto è proprio quello “di avere portato l’Islam a uscire allo scoperto”. Adesso, ha detto il direttore del Centro Studi Americani, gli stessi eletti devono dimostrare che cosa sono in grado di fare e in che direzione intendono andare. Per questo “non bisogna avere paura”. La questione, semmai, è piuttosto quella di capire che cosa siano in grado di fare l’Europa e l’Occidente. Finora, hanno fatto poco o nulla, ha detto il rappresentante speciale dell’Ue per la regione Sud del Mediterraneo, Bernardino Leon. “A questo terremoto politico e sociale tutto interno al mondo arabo l’Europa e l’Occidente non hanno saputo rispondere prontamente. Ora il Vecchio continente deve agire, aiutando anche economicamente i Paesi che stanno affrontando una fase di transizione”. Per questo motivo, ha fatto sapere, “entro due mesi partiranno nuove task force verso la Giordania, il Marocco e l’Egitto e forse anche la Libia”. Uno strumento, quello della task force, adottato per la prima volta lo scorso giugno, quando l’Alto Rappresentante Catherine Ashton istitui’ la prima task force per il Mediterraneo meridionale, volta ad assistere finanziariamente lo sviluppo della società civile, la ricostruzione economica e il processo di democratizzazione della sponda Sud del Mediterraneo.

Le task force, rappresentano iniziative utili ma non sufficienti è invece tornata a ribadire l’on. Stefania Craxi, secondo cui “servono anche progetti a favore delle piccole e medie imprese”.

Infine, serve un rilancio complessivo della politica euro-mediterranea. Una soluzione per superare lo stallo in cui ci si trova da ormai molto tempo – ha ricordato nel suo intervento l’ambasciatore del Marocco in Italia, Hassan Abouyoub – è quella di concentrarsi su energia e sicurezza alimentare.

“Sull’energia – ha sottolineato – si trova sempre un accordo tra le due sponde”. (ANSAmed).

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