I nostalgici del socialismo reale stanno per avere una nuova soddisfazione, grazie al governo Monti; dopo la scoperta che il liberismo non si è sentito troppo bene durante l’egemonia tremontiana. La “S” dei sacrifici sarĂ enorme, rispetto alla “C” della crescita. L’idrovora della spesa pubblica continua a dominare il campo.
Napolitano e Bersani sono fiduciosi e sentono che sta per realizzarsi il loro sogno ideologico. La famosa (o famigerata?) “svolta” della Bolognina li ha sfiorati solo in apparenza. Il “Sol dell’avvenire” torna a riscaldare le contrade del paese. Anche se pochi sembrano farci caso, il nostro
“spread” politico rispetto alle democrazie liberali si accentua sempre piĂą.
Le mani dello Stato scialacquatore penetrano sempre piĂą nelle tasche degli italiani e il fisco diventa piĂą occhiuto, non certo per equitĂ , ma per colpire sempre i soliti:chi ha larghi mezzi, può percorrere le strade dell’elusione. Dovrebbe essere chiara almeno una constatazione:se non cambia l’Europa, qualsiasi sacrificio richiesto all’Italia è destinato al fallimento.
FinchĂ© la Merkel cercherĂ di salvarsi, con ogni mezzo, dalla prossima sconfitta elettorale, e altrettanto farĂ Sarkozy, possiamo considerare conclusa la storia dell’Europa unita così come l’avevano sognata i padri fondatori. Le grandi crisi portano alla luce la reale situazione dei popoli. C’è sempre un momento della veritĂ che si manifesta quando è ormai impossibile intervenire per correggerla. I fatalisti lo chiamano destino. Gli
storici ne prendono atto per raccontarlo a modo loro, e così compiacere ai desideri del Principe. Andiamo a rileggere la storia della Resistenza, per
capire.
guglielmo donnini
