30 ago – Per la prima volta dall’inizio della crisi sono oltre 9 milioni le persone nell’area della sofferenza e del disagio occupazionale, tra disoccupati, scoraggiati e cassa integrati, precari e part time involontari. Lo certifica il rapporto dell’associazione Bruno Trentin-Isf-Ires della Cgil. I dati al primo trimestre ne indicano 9 milioni e 117 mila. Dal rapporto ‘Gli effetti della crisi sul lavoro in Italia’ che rielabora i dati relativi al primo trimestre dell’anno emerge che “l’area della sofferenza e quella del disagio occupazionale hanno complessivamente superato, per la prima volta dall’inizio della crisi, i 9 milioni di persone in età da lavoro, per la precisione 9 milioni e 117 mila”. Inoltre si rileva che rispetto al primo trimestre 2012 “si è registrato un incremento complessivo del 10,1% (equivalente a +835.000 unità ), mentre rispetto al primo trimestre 2007 l’aumento è del 60,9% (+3 milioni e 450mila persone)”.
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In particolare l’area della sofferenza, quel segmento costituito da disoccupati, scoraggiati e cassa integrati, “si attesta a 5 milioni e 4 mila persone mentre quella del disagio, ovvero precari e part time involontari, a 4 milioni e 113 mila unità ”. Si tratta, sottolinea il presidente dell’associazione Trentin, Fulvio Fammoni, solo di un aspetto “del progressivo deterioramento del mercato del lavoro italiano, fra cui: il dramma della disoccupazione giovanile, l’emergenza Mezzogiorno, l’aumento della disoccupazione di lunga durata, il permanere di una alta quota di inattività , un part time involontario in costante crescita dal 2007, l’anomalia di una precarietà non solo subita ma che, contrariamente a quanto si afferma, non porta più occupazione nonostante sia la forma di ingresso al lavoro nettamente prevalente”. Dati che, conclude la nota dell’associazione Bruno Trentin-Isf-Ires, “sono molto gravi e confermano la drammaticità del problema occupazione e della conseguente urgenza di interventi concreti per lo sviluppo e per un lavoro stabile e di qualità ”. ansa
