Natura e Cultura sono l’origine di qualunque problema e soluzione

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Cercare fuori dalla natura e dalla cultura le cause dei guasti o le possibili terapie per qualunque sistema sociale, è irrazionale

di Franco Luceri – Ovunque la politica liberista ha bisogno di due cose: un popolo produttivo e contributivo e una burocrazia capace di convertire i tributi in servizi.
E alla fornitura di risorse umane qualificate, provvedono senza danni istruzione e informazione, ma solo se riescono ad individuare il tipo di risorse che mancano al sistema economico e al sistema stato: lavoratori dipendenti o imprenditori.

Cercare fuori dalla natura e dalla cultura le cause dei guasti o le possibili terapie per qualunque sistema sociale, è irrazionale. Per noi umani la cultura è come la pioggia, o fertilizza i cervelli o li avvelena come fosse pioggia acida.
Dove ignoranza e stupidità sfuggono alle terapie formative, diventano variabili impazzite e infettive quanto una pandemia, capaci di scatenare alterazioni socio-economiche che solo la guerra riesce a “governare“, ma a colpi di devastazioni e genocidi.

I peggiori effetti che può produrre la cultura, sono sugli esseri umani, che finiscono per credere positivi un certo tipo di cambiamenti, ma poi di negativi ne arriva un diluvio, fino a demolire tutte le costruzioni istituzionali ingenuamente approntate contando su un modello di civiltà e progresso fantascientifico (come lo è stato il Comunismo in mezzo mondo) o peggio, se arriva il cambiamento, è perfetto come un incubo. (Vedi Italia Istruzione e Sanità allo fascio)

Un popolo comunista, dall’istruzione si aspetta una crescita di soggetti predisposti per il lavoro dipendente pubblico, posto che in quel modello di sistema sociale, c’è un solo datore di lavoro, lo Stato.
Mentre nei sistemi liberisti serve un tipo di istruzione che faccia crescere gli imprenditori, gli “Animal Spirits direbbe Keynes”, e quindi l’occupazione dipendente privata, per non sovraccaricare lo Stato di dipendenti pubblici, costi e tasse per i contribuenti, rischiando di mettere KO il sistema economico, con gli imprenditori ridotti al fallimento (e non pochi anche al suicidio) e lo Stato al default.
Ma a tutt’oggi, il modello culturale liberista, invece di incrementare la classe imprenditoriale privata o attrarre imprenditori, fa fallire o fuggire quelli nazionali a rotta di collo.

E così dopo quello comunista, sta venendo giù anche il sistema liberista che avrebbe bisogno crescente di imprenditori capaci e onesti per produrre profitti salari e tasse che tengano popolo e Stato in buona salute.

Perciò le soluzioni può pensarle e attuarle solo il mondo della cultura maturando intellettuali e professionisti capaci di governare lo Stato senza ridurre al fallimento gli imprenditori onesti e alla disperazione i lavoratori.

Ma dopo l’istruzione, un valido contributo allo sfascio, ce lo fornisce anche il mondo dell’informazione, che è strenuamente impegnato a farsi, (bianco rosso o verde che sia) “il Premier alla griglia”, oppure a fare le pulci a singoli ministri, dimenticando che in un sistema parlamentare, chi governa ha il potere di un due di briscola in una partita a scopa, e occupa la Stanza dei Bottoni solo in rappresentanza e con l’avallo del Parlamento.

Perciò, se non si rimuove la causa del guasto direttamente alla sorgente, si fa doppio danno: si consumano le risorse che potrebbero riportare il sistema in salute, e si aggrava il marciume.
Giusto per capirci: risanare la cultura curando la politica, é come voler riparare un motore fuso cambiando il tubo di scappamento o i fari antinebbia.

I sistemi liberisti stanno seguendo la sorte dei sistemi comunisti defunti, perché il mondo della cultura non riesce più a maturare cittadini capaci di produrre autonomamente ricchezza onesta e politici capaci di perseguire concretamente il bene comune, con politiche perequative. Posto che l’interesse particolare è in ogni angolo del pianeta un volano di catastrofi ingovernabili e insanabili.

In Italia la scuola sta puntando a testa bassa da otto decenni nella produzione intensiva di intellettuali e professionisti; ma se ha azzeccato la diagnosi, sta sbagliando “terapia formativa”, posto che nel sistema economico italiano presunto liberista, “dei politici capaci e degli imprenditori onesti”, piano piano si sta estinguendo la razza.

Io non sono un addetto ai lavori e non ho soluzioni da proporre. Ma fossi in voi, viste le condizioni pietose della cultura italiana, le risorse imprenditoriali “salvagente”, proverei a chiederle direttamente alla Natura, appendendo un cartello nella Foresta Amazzonica, con questo bando di concorso:
“Cercasi Animal Spirits Keynesiani naturali, veraci, non modificati o adulterati. Astenersi “mordi e fuggi”, con la fuga dei cervelli e delle imprese, né abbiamo già da esportazione.

Franco Luceri

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