UDINE – “La formazione di cittadini consapevoli e capaci di costruire rapporti positivi con gli altri e l’evoluzione culturale che serve per superare gli stereotipi che stanno alla base del non rispetto e delle discriminazioni, a partire da quelle di genere, non si possono fare senza la scuola”.
Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) commentando il nuovo disegno di legge riguardante le “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico” volto a regolamentare l’educazione sessuale e all’affettività a scuola.
“Il ddl del Governo – evidenzia l’esponente dem – rende più tortuoso il processo educativo e di socializzazione di cui abbiamo bisogno per risolvere i nodi culturali di una società che ancora non riesce a garantire la parità fra uomo e donna e il rispetto delle differenze, comprese quelle di genere. La scuola non è solo un luogo di didattica, è anche un luogo dalla fondamentale valenza educativa che dovrebbe consentire a ragazzi e ragazze di diventare persone consapevoli e capaci di tutelare se stessi e gli altri e di instaurare relazioni positive”.
Secondo Celotti “le famiglie possono valutare se aderire o meno a questi percorsi, ma le istituzioni e la scuola non possono rinunciare a proporli, perché questo rappresenterebbe un pericoloso passo indietro in termini di progresso sociale e civile”.
E ancora, è fondamentale che temi delicati come quelli legati alla sessualità vengano affrontati in ambienti sicuri e con il supporto di persone competenti e che ai giovani vengano date tutte le informazioni necessarie per trovare le risposte di cui hanno bisogno anche fuori dal contesto scolastico, come ad esempio nei consultori. Non parlarne non aiuta nessuno”.
“L’educazione all’affettività e al rispetto, compresi i percorsi per superare gli stereotipi di genere – conclude Celotti -, è inoltre un passaggio obbligato per contrastare la violenza contro le donne in ogni sua forma e questo deve essere un obiettivo di civiltà e di giustizia che il nostro Paese deve darsi e che va necessariamente veicolato attraverso le scuole, perché quello che viene insegnato a scuola assume un valore istituzionale molto
forte”.
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