RAVENNA. Quando le relazioni sentimentali finiscono, spesso a farne le spese sono i figli, utilizzati come strumento di ricatto o di vendetta nei confronti del partner. Così è capitato a una donna di Ravenna, al termine della sua relazione con un uomo che oltre ad aver troncato con lei, ha fatto intervenire i Servizi sociali facendole togliere la custodia dei piccoli. La cattiveria più grande è che non li ha strappati alla madre con l’intento di tenerseli: pertanto i due piccoli, che tre anni fa avevano un paio d’anni appena, sono finiti in una casa famiglia e successivamente presso famiglie affidatarie.
«Non comprendiamo il motivo, però, per cui i Servizi sociali li hanno persino divisi e mandati in case differenti» racconta l’avvocato Francesco Miraglia, che si sta occupando del caso, nel tentativo di far riavere alla donna i suoi due bambini. «Come non comprendiamo l’atteggiamento vessatorio e pregiudizievole che gli stessi Servizi sociali mantengono nei confronti di questa madre, cui hanno tolto i figli immotivatamente, senza per altro predisporre un percorso di rientro in famiglia».
Da tre anni, infatti i piccoli vivono presso altre famiglie, senza che i Servizi sociali abbiano mai elaborato un percorso di sostegno alla genitorialità né è stato predisposto alcun progetto di rientro dei minori a casa con la madre.
Ma ancor più grave è stato l’episodio in cui uno dei piccini ha chiesto alla mamma quando sarebbero tornati a casa e lei, per rasserenarlo, ha risposto che sarebbe accaduto presto. Lui, poverino, l’ha raccontato alla famiglia affidataria e l’assistente sociale, con un atto gravissimo, ha convocato madre e figli, dicendo ai piccoli che la mamma mentiva e che non era certo che sarebbero mai rientrati a casa.
Mancano infine una valutazione tecnica e oggettiva dello stato psicologico della donna e dei suoi bambini e della capacità genitoriale di questa mamma: tutte cose che l’avvocato Miraglia ha chiesto ora al Tribunale dei minorenni di Bologna. Il legale ha sottoposto la vicenda anche al sindaco e all’assessore ai Servizi sociali di Ravenna.
«Oltre alle mancanze di progettualità » prosegue l’avvocato Miraglia «un giorno che la madre ha avuto uno scatto d’ira con un’assistente sociale, non solo le hanno impedito di vedere i figli (da ben sette mesi ormai), ma il piano di rientro, che pareva ormai pronto, è saltato. E quando giovedì ci siamo incontrati con gli operatori per discutere insieme della vicenda, il responsabile è sbottato con un “Non credo alla madre”.
Vista la completa mancanza di fiducia e di confronto tra gli operatori dei Servizi sociali e la mia cliente, abbiamo chiesto al sindaco di sapere su quali basi viene fondato un rapporto costruttivo tra la pubblica amministrazione e un cittadino, ancor più quando si tratta di due bambini di 4 e 5 anni allontanati dalla propria mamma da quasi tre anni. Non vorremmo che tali mancanze fossero dirette ad allungare i tempi di affidamento eterofamiliare».
Avv. Francesco Miraglia
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