Il Premier è la “chiave di volta” delle democrazie

elezioni anticipate

Chi imputa alla politica tutti I guasti del mondo e assolve con formula piena cultura, mercato e Finanza non ha capito una mazza

di Franco Luceri – In democrazia, il Premier ha la funzione obbligata e circoscritta di “chiave di volta“, che completa le istituzioni dello Stato, come l’ultimo mattone ad incastro nelle costruzioni sferiche edili. E considerarlo unico responsabile, è decisamente poco intelligente.
Per anni, subendo il lavaggio del cervello della cultura italiana “PREMIERCIDA“, ho sempre imputato al Premier la massima responsabilità per il mal governo. Poi ho capito che nel potere esecutivo, il Premier completa e rende operativo il sistema già costruito da altri, come il cameriere che serve le pietanze già preparate e impiattate dai cuochi.
Deve solo adattare la propria funzione, (con un margine discrezionale a dir poco risibile) a l’intero sistema Stato.
Questa è la vera ragione per cui nessun Premier ha mai realizzato ciò che aveva promesso da candidato. Vedi il pacifista mancatonumber oneDonald Trump, che nella prima settimana di governo avrebbe dovuto fermare con lo schiocco delle dita tutte le guerre del mondo a cominciare da quella di Putin in Ucraina.
Perciò è giusto definire le scelte del premier “politica ad incastro“, perché al pari di una chiave di volta può “muoversi” (leggi incastrarsi) dentro i confini già definiti e resi immodificabili dall’intero sistema istituzionale dello Stato.
Quindi in una democrazia è giusto criticare chiunque per singole scelte sbagliate, ma non il Premier, la cui presenza rende legittime e operative le scelte delle organizzazioni culturali, sindacati, economiche e finanziarie.
Insomma, in democrazia, criticare il premier è “geniale” come contestare una festa a fuochi sparati.
Nel complesso la politica è lavoro funambolesco; chi governa deve bilanciarsi tra consumo e risparmio; e per farlo, non deve perdere nemmeno per un attimo “il senso dell’insieme“, come suggeriva Emmanuel Mounier.
Se incentiva il risparmio, la riduzione degli investimenti impoverisce l’economia e uccide le fasce più povere della popolazione, perché si riduce il lavoro, il salario, il profitto e di conseguenza il gettito tributario per lo Stato.
Se al contrario incentiva il consumo, produce ricchezza e qualità della vita, ma anche inquinamento e devastazione ambientale. Che è come delegare alla natura il compito di assassina a colpi di sconvolgimenti climatici.

Nei secoli il mondo scientifico ha sviluppato una grande quantità di tecnologia, ma siamo rimasti ancora a l’ombrello per non bagnarci singolarmente quando piove.

Una istituzione che protegga come un “ombrello collettivo” almeno la vita dei singoli e dei popoli dai lupi del mercato e della Finanza, ancora non l’hanno immaginata nemmeno i poeti o i futurologi.
Io ho provato a domandarmi come sarebbe stata la storia umana, se In alternativa alla civiltà della distruzione e ricostruzione, avessero inventato la civiltà della conservazione socioecocompatibile.
Penso che il pianeta sarebbe raddoppiato di volume ogni anno con tutto quello che l’umanità inventa, produce, acquista, usa, getta, smaltisce.
Quindi la civiltà della distruzione non può essere abolita del tutto, perché serve a distruggere il vecchio, assumere, produrre il nuovo, vendere, fare profitti e tornare a produrre nuovi beni e nuovi servizi, per garantire alla collettività, continuità di lavoro, salario, profitto, interessi alle banche e tasse allo Stato.
Intellettuali e politici sono condannati a tenersi in equilibrio da funamboli, tra bene e male. Perciò, se i politici sono in buona fede, vanno aiutati a trovare il giusto equilibrio tra consumo e risparmio, sviluppo e recessione, benessere e fame, giustizia e ingiustizia, vita e morte, bene e male.
Chi imputa alla politica tutti I guasti del mondo e assolve con formula piena cultura, mercato e Finanza non ha capito una mazza. Se peggio, combatte la politica per lucrare o estorcere guadagni a danno della collettività, o per sostituirla al potere, è un emerito farabutto da rendere con urgenza legalmente inoffensivo.
Franco Luceri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *