Grazie alla Consulta, lo stipendio di Brunetta sale da 250mila a 310mila euro

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“Quanto prende oggi Renato Brunetta al Cnel?â€. La domanda rimbalza da qualche giorno, rilanciata anche da Renzi che attacca il governo Meloni

In realtà la vicenda è un po’ più complicata, ma andiamo per gradi. Per farla semplice lo stipendio del presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è tornato ad agganciarsi al trattamento del Primo Presidente della Cassazione. Tradotto in numeri, il riferimento indicato negli atti è 311.658,53 euro lordi annui.

Tuttavia non è una scelta del governo, ma deriva da una sentenza della Consulta, la numero 135 del 28 luglio 2025 che ha bocciato il tetto fisso a 240mila euro introdotto nel 2014 e ha ripristinato il meccanismo “parametrico†ancorato alla Cassazione. È il passaggio che chiude l’era del tetto fisso e riallinea – anche visivamente a bilancio – le indennità di Presidente, Vice e Consiglieri del Cnel.

Quanto ci costa il Cnel

Nei documenti contabili dell’organo di consulenza delle Camere e del Governo – previsto dalla costituzione – la svolta si vede. Nel Consuntivo 2024, la voce che accorpa le “competenze fisse e continuative del Presidente, dei Vicepresidenti e dei Consiglieri†(capitolo 105, al netto dell’Irap) erano stanziati 900mila euro. Con l’assestamento 2025, quella stessa voce viene riallineata “alla luce†del parametro Cassazione e portata a circa 1,4 milioni. Nel Previsionale 2026 sale a 1,88 milioni, con un ritaglio diverso tra quota “compensi/indennità†(1,5 milioni) e “contributi a carico dell’amministrazione†(380mila), a conferma dell’assestamento a regime. Risultato: tra 2024 e 2026 il monte-indennità dei vertici raddoppia (+109%). Il quadro è coerente con l’effetto della sentenza e con la prassi per cui le indennità di vice e consiglieri sono proporzionali a quella del presidente.

Il perché giuridico sta scritto nero su bianco nella pronuncia della Corte: il tetto fisso del 2014 ha “decurtato il livello retributivo†del Primo Presidente (e, per riflesso, di tutta la catena che a quel trattamento si ancora), ed è dunque incostituzionale; di conseguenza “torna in vita†il parametro Cassazione, che nell’ultimo aggiornamento pre-tetto era appunto pari a 311.658,53 euro. La cornice applicativa resta quella storica: l’articolo 23-ter del decreto “Salva-Italia†e il D.P.C.M. 23 marzo 2012 fissano che il limite massimo retributivo della PA sia parametrato al trattamento del Primo Presidente di Cassazione.

L’effetto-sentenza si riflette anche sulle “poste accessorieâ€

L’Irap sulle competenze dei consiglieri (voce distinta) mostra un picco nel 2025 e un assestamento nel 2026, coerente con l’aumento e poi il consolidamento delle nuove indennità. Cresce anche il fondo per collaboratori e staff del Presidente, che nel 2026 passa a 420mila euro (da 320mila nel 2025), come esplicitato nelle note al bilancio in relazione all’incremento della dotazione statale. Nel perimetro più ampio dell’“Area Governance†il totale sale da circa 2,9 milioni (2025) a circa 3,0 milioni (2026), e lo “stanziamento di maggiore impatto†è proprio il capitolo 105 che accorpa Presidente, Vice e Consiglieri. Gli andamenti sono allineati all’adeguamento delle indennità e al consolidamento del nuovo tetto.

Oggi Renato Brunetta da presidente del Cnel siede su uno stipendio lordo annuo “in area 311mila euroâ€, perché il tetto della carica torna ad allinearsi al vertice della Cassazione. Il riferimento numerico (311.658,53 euro) è quello indicato negli atti che recepiscono la giurisprudenza costituzionale e i decreti attuativi dell’art. 23-ter. Il riallineamento del capitolo 105 nel 2025 e la composizione “1,5 milioni compensi + 380mila contributi†nel 2026 nel bilancio del Cnel fotografano esattamente questo passaggio a regime.

In soldoni non si tratta di un “aumento discrezionale†deciso dal Cnel. La dinamica nasce da una sentenza che ha rimosso il tetto fisso a 240mila euro e ha rimesso in vigore il vecchio ancoraggio al trattamento del Primo Presidente di Cassazione.

Se i partiti di opposizione parlano di scelta “inopportuna†nel contesto del dibattito su salari e spesa pubblica, tuttavia qui il governo Meloni non tocca palla.
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