“Quello che viene chiamato scontro sulla giustizia deriva dall’attivismo di un ristretto numero di magistrati militanti, che, grazie all’organizzazione correntizia, si sono trasformati in una sorta di agitatori permanenti. Purtroppo, il conflitto finisce per far perdere di vista il problema fondamentale della giustizia in Italia, che è quello del grande ritardo, della scarsa produttività e dell’altissimo numero di questioni pendenti”.
Lo ha detto, intervistato da QN, il giurista Sabino Cassese. E sul caso dei pareri dell’ufficio del Massimario della Cassazione afferma: “Da un lato, penso che si sia fatto molto rumore per nulla, perché il cosiddetto Massimario è un ufficio, composto di circa 80 persone, che non prende decisioni, esprime solo giudizi. Dall’altro, questo caso ha segnalato la presenza di un diverso problema che ha due facce: primo il compito del Massimario riguarda la giurisprudenza, non la legislazione; secondo, la massimazione è un’attività molto criticata in tutti i Paesi dove si fa un uso critico e filologicamente corretto della giurisprudenza”.
Dello stesso avviso anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha parlato di “uno sgarbo al Colle”. “La Cassazione, come supremo organo giurisdizionale, non ha detto proprio nulla, e se lo avesse detto, senza esser investita di un ricorso, avrebbe commesso un sacrilegio – ha spiegato in un’intervista rilasciata al Messaggero -. Si è pronunciato l’Ufficio del Massimario con un intervento che ritengo irriverente, improprio e imprudente”.
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