Garlasco, un ex maresciallo: “Stavo indagando sulle gemelle Cappa, mi hanno fermato”

gemelle Cappa

“La vera domanda è il movente. E quando salterà fuori, farà male a due famiglie”

L’inchiesta sull’omicidio di Garlasco si fa sempre più complicata, completamente stravolto il quadro che vedeva come unico colpevole il fidanzato di Chiara Poggi, Alberto Stasi. Ora il cerchio si stringe attorno ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e la sua cerchia di amici. Sempio è indagato e a lui è attribuita la famosa “impronta 33”, quella trovata sul muro vicino a dove è stata trovata senza vita Chiara. Ma per l’ex maresciallo, ora in pensione, che per primo si era occupato di questo caso, la verità non è stata ancora scoperta.

“La Procura di Pavia ha in mano molto, e ci stupirà. E i carabinieri di Milano – dice a La Repubblica Franco Marchetto, ex comandante della stazione di Garlasco – vogliono scrivere la parola fine, non una parola qualsiasi. Finora c’è stato un colpevole, non il colpevole. O i colpevoli”.

La vera domanda – prosegue Marchetto – è il movente. E quando salterà fuori, farà male a due famiglie“. Marchetto all’epoca era considerato il miglior ufficiale di polizia giudiziaria della provincia di Pavia, “per tutti tranne che per uno”. Cioè – riporta La Repubblica – il capitano della compagnia di Vigevano: con quest’ultimo finì a carte bollate e denunce, tutte archiviate. Nel frattempo Marchetto, esautorato in fretta dall’inchiesta, finì nei guai. Tre condanne. Una per favoreggiamento della prostituzione quando venne trovato, mentre era in malattia, dal suo sostituto al night.

Marchetto si concentra sulle gemelle Cappa, cugine di Chiara: “C’era il testimone che smentiva i movimenti della loro madre, quella mattina. E Muschitta (il primo testimone che poi ritrattò, ndr) che descrisse Stefania in bici con troppi dettagli per mentire. Bisognava entrare in casa loro, bisognava indagare a 360 gradi ma il capitano parlò di alibi. Ma chi lo ha mai verificato?”. E Sempio. “Mai sentito finché non lo hanno indagato. Ma lui e il suo gruppo erano tutti ragazzini”.
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