Due milioni di euro all’Anpi e agli altri professionisti dell’antifascismo

partigiani 25 aprile

(https://www.ilgiornale.it) – Celebrare e ricordare la memoria storica ha un costo non solo emotivo ma anche economico. Organizzare eventi e celebrazioni storiche, realizzare iniziative e manifestazioni, rappresenta uno sforzo tanto per le istituzioni quanto per le associazioni. È perciò comprensibile che le attività previste per il 25 aprile, Festa della Liberazione, siano finanziate dallo Stato e dagli enti locali che erogano contributi a enti e associazioni. Il problema si pone quando la memoria diventa pressoché a senso unico e una parte cospicua di queste risorse sia dedicata a ricordare la resistenza rossa e dei partigiani comunisti senza tenere in dovuta considerazione le altre anime che hanno contribuito alla Liberazione.

Scorrendo l’esercizio finanziario 2022 del Ministero della Difesa, l’importo erogato a enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi è pari a 1.702.918 euro. A fare la parte del leone è l’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani di Italia, con un contributo nel 2022 di 94mila euro.

Come emerge dal sito dell’Anpi, queste risorse sono utilizzate per le «Celebrazioni della Festa Nazionale della Liberazione», «per la valorizzazione dei luoghi della Resistenza in Italia», per il progetto «Noi, partigiani», archivio nazionale delle video-testimonianze dei combattenti per la libertà e per l’iniziativa «Parole Costituenti» dedicata alla Costituzione.

Tra le altre realtà finanziate, oltre alle associazioni dei reduci, figurano l’Associazione Italiana combattenti volontari Antifascisti in Spagna con 32mila euro e la Federazione Italiana delle Associazioni partigiane con 60mila euro (legata al socialismo liberale).

L’Associazione nazionale partigiani cristiani prende fondi solo dal 2018 (in quell’anno l’Anpi ricevette 100mila euro) e deve accontentarsi di 42mila euro.

Eppure i contributi erogati dallo Stato sono solo una parte delle risorse che l’Anpi riceve dagli enti pubblici attraverso le sue ramificazioni territoriali. Regioni e comuni finanziano con vari bandi le iniziative e i progetti dell’associazione.

Caso eclatante in tal senso è l’Emilia Romagna. La regione guidata da Stefano Bonaccini nel 2022 ha approvato uno stanziamento complessivo di 600mila euro circa, a favore di soggetti pubblici e privati, a sostegno di progetti e iniziative sulla Memoria e la storia del Novecento in Emilia-Romagna.

Scorrendo i progetti finanziati, ci si imbatte nei 34.300 euro erogati all’Anpi di Bologna per la realizzazione di cinque video di Anpi educational sullo squadrismo in Emilia-Romagna. Altri 22.300 euro sono per il progetto «La storia che rivive» dell’Anpi Ravenna, 12.200 all’Anpi di Santarcangelo e 8.400 all’Anpi di Reggio Emilia. Per quanto riguarda i progetti degli Enti locali, si segnala il contributo di 70.000 euro al Comune di Parma per le celebrazioni del centenario delle Barricate, episodio di resistenza popolare all’assedio delle squadre fasciste nel 1922. Inoltre sono stati premiati progetti innovativi collegati a ricorrenze centenarie come la Marcia su Roma (e studi su squadrismo e fascismo).

Anche i Comuni non mancano di finanziare le attività dell’Anpi come il Comune di Milano che nel 2021 ha erogato un contributo di 6mila euro al Comitato provinciale dell’associazione dei partigiani. Nel 2019 il comune di Torino aveva invece stanziato 2.800 euro per le celebrazioni del 25 aprile sempre all’Anpi. Essendo la Festa della Liberazione una ricorrenza della Repubblica, sarebbe giusto favorire una memoria condivisa e non prevalentemente orientata a celebrare la resistenza dei partigiani rossi.

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