Vaccino: infarti, coagulazione e… il patologo Bellavite: “Ecco chi corre pericoli” 2

Ci spieghi…

Uno squilibrio del controllo della pressione sanguigna, delle funzioni della coagulazione e delle piastrine e del sistema chinina-kallicreina si riflette in parte in alcune possibili conseguenze negative a seguito della vaccinazione. La conoscenza di questi meccanismi potrebbe aiutare ad identificare i soggetti più a rischio di complicanze e ad effettuare correttamente la valutazione di causalità degli eventi avversi Quindi?

Il problema riguarda i costi e benefici del vaccino. Se io ho 500 morti per il vaccino e 50.000 salvati, che non si ammalano, io posso fare un ragionamento e dire che mi conviene fare il vaccino, anche se c’è il rischio di avere 500 o mettiamo 1000 morti. Dobbiamo stare attenti a non fare un discorso Novax. Ma il discorso è molto più complicato di questo. Se noi neghiamo questi 500 morti, se facciamo finta che non esistano e sosteniamo che non sono dovuti al vaccino perché dovuti ad altri motivi, quando diciamo ‘avevano già altre patologie’, per prima cosa facciamo un’ingiustizia nei confronti di quei 500 morti e delle loro 500 famiglie che sono state sfortunate, ma se neghiamo i problemi e non vengono riconosciuti la gente continuerà a morire. Se invece venissero riconosciuti, i medici accenderebbero un faro sui pazienti che hanno sintomi post vaccinali, invece di stare lì con le mani in mano a dire ‘poveretto sarebbe successo lo stesso, chi lo sa’ oppure gli danno il cortisone credendo sia un problema anafilattico o che sia un problema semplicemente di febbre. Potremmo invece avere un sistema diagnostico, e questo è importantissimo, che ci permetta di misurare lo stato della coagulazione con il test del D-Dimero oppure la beta trombo globulina oppure di verifica della serotonina, oppure potremmo verificare il dosaggio delle piastrine e riconoscere che esiste questo danno, questo pericolo mortale e potremmo riconoscerlo e provvedere in tempo, intervenendo con adeguati farmaci per salvare la vita delle persone

Ha informato le autorità preposte, su questa sua analisi?

Ho avvisato l’Aifa e ho mandato a loro tutta la bibliografia che attesta quanto sto dicendo. Ho allertato tutti i centri di farmacovigilanza italiani. Ho mandato una mail a 250 medici. Io non voglio fare un discorso contro i vaccini, non è giusto. Bisogna fare un discorso di informazione. Le persone devono sapere

E la comunità scientifica internazionale come ha reagito?

Ho mandato il mio studio alla rivista Pharmacology and Toxicology che ha accettato la mia pubblicazione con un ottimo giudizio dei revisori esperti. Prima avevo mandato lo studio anche ad un’altra rivista, Medical Hypotheses, su cui fra l’altro ho pubblicato altri articoli, con preghiera di considerare la pubblicazione, chiedendo anche di sottoporla a degli esperti. L’editore di questa rivista, ho la mail di risposta, mi ha scritto ‘noi non consideriamo il suo articolo neanche per mandarlo agli esperti’. In pratica lo hanno stroncato senza neanche dirmi il motivo. Non hanno scritto ‘lei ha sbagliato, sta dicendo delle sciocchezze’. Hanno rifiutato di prendere in considerazione lo studio

Il motivo? C’è una chiusura totale a qualsiasi critica? O cosa? È una questione ideologica?

Certo che è ideologica. Ma le persone devono saperlo e soprattutto devono saperlo i componenti della classe medica perché è chiaro che le persone si spaventano quando parliamo di 500 morti e non sanno fare i conti sul rapporto costi benefici. Semplicemente non vanno più a vaccinarsi. Questo lo posso anche capire, cioè che la gente va in crisi. Ma ragionare in termini di negazione totale non ha senso.

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