Vaccini: uscire da clima di regime bulgaro, non confondere i dubbi con la stupidità

di Vincenzo Musacchio (giurista) – Serve una campagna di comunicazione che smonti i timori sui vaccini, ma senza sbeffeggiare chi nutre dei dubbi.
Non dirò come fanno tutti, se mi sottoporrò o no al vaccino anti-covid perché lo scopo delle mie riflessioni è di comprendere e per farlo occorre conoscere e per conoscere occorre informarsi da chi t’informa correttamente. Premetto che credo nella scienza e ritengo che proprio da essa occorra partire per smontare i timori sui vaccini anti-covid.

Occorre spiegare i pro e i contro con un approccio rigorosamente scientifico che non discrimini e tantomeno ghettizzi chi non è d’accordo o è scettico. Non possiamo spaccare il Paese – che già vive profonde divisioni e lacerazioni – anche su quest’argomento, specialmente, dopo un anno trascorso in uno scenario simile a un dopoguerra.

Servono evidenze oggettive che fino ad oggi purtroppo sono mancate o sono state troppo spesso contraddittorie. I media mostrano autorevoli virologi che sullo stesso argomento esprimono tesi opposte. Molti di loro sembrano star della televisione. Se ascolto il prof. Andrea Crisanti, medico che ritengo competente e serissimo, manifestare dubbi sui vaccini (che poi ha superato), avrò il diritto di capire anch’io perché aveva dei dubbi e come li ha superati? Avrò anch’io il sacrosanto diritto di avere gli stessi timori che aveva uno scienziato come Crisanti? Perché se dovessi avere anch’io questi dubbi, devo essere deriso o additato come un no-vax o peggio ancora come un complottista?

Se, peraltro, il vaccino anti-Covid non è ancora obbligatorio, ogni cittadino ha il diritto di regolarsi come meglio crede? Penso che occorra uscire dal clima di un regime bulgaro dove tutti la devono pensare allo stesso modo. Non bisogna confondere il dubbio con la stupidità. È una confusione molto pericolosa. Voglio ricorrere a un aneddoto che potrebbe essere illuminante in questo contesto così critico.

Nell’antica Grecia, Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno un cittadino andò a trovare il grande filosofo, e gli disse: Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico? Un momento rispose Socrate. Prima che me lo racconti, vorrei farti il test dei tre setacci. Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero? No! Ne ho solo sentito parlare. Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Il secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono? No! Vuoi dunque raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. E’ utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico? No! Allora Socrate disse: Quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile, perché volevi dirmelo?

Se ciascuno di noi potesse valutare e metter in pratica questo piccolo test sulla validità o meno del vaccino anti-covid forse molti dubbi e incertezze sparirebbero o perlomeno sarebbero sminuiti. La campagna di comunicazione che smonti i timori sui vaccini dovrebbe basarsi su questi tre elementi essenziali: verità, bontà e utilità. Al dovere di vaccinarsi va assolutamente affiancato quello di fare comunicazione scientifica seria e oggettiva. Il resto sono soltanto chiacchiere al vento.

Vincenzo Musacchio, giurista

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