UE, Mogherini: ”per la Siria” abbiamo speso 17 miliardi, ora transizione politica

BRUXELLES, 14 MAR – “Con le Nazioni Unite abbiamo convocato la terza Conferenza sulla Siria, riunendo 80 delegazioni internazionali per oltre 50 Paesi, per mantenere la Siria ed i siriani tra le priorità dell’agenda internazionale”. Così l’Alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini arrivando alla terza conferenza sulla Siria.

“L’Ue ha sostenuto i siriani dentro e fuori il Paese fin dall’inizio della crisi, con il supporto politico e umanitario, e da sola ha mobilitato 17 miliardi di euro. Non vogliamo che questo conflitto sia dimenticato, in un momento in cui la comunità internazionale sembra interessarsi un pochino meno alla Siria. Abbiamo riunito qui delegazioni da tutto il mondo per dire che dobbiamo mantenere alta l’attenzione per trovare una soluzione politica per il conflitto, non è ancora finita, dobbiamo dare il nostro sostegno”, ha evidenziato l’Alto rappresentante. “Vogliamo sostenere il processo politico guidato dall’Onu. La situazione militare sul terreno potrebbe svilupparsi in una direzione o in un’altra, ma quello che è chiaro è che per avere la pace servirà un processo dei siriani, guidato dall’Onu, a Ginevra. Siamo qui per dare supporto a questo processo”, ha spiegato Mogherini.

“Vogliamo anche mobilitare sostegno finanziario internazionale per i siriani, per gli aiuti umanitari, sia all’interno del Paese, che in quelli vicini. Mi aspetto l’annuncio di impegni significativi, io annuncerò quello dell’Ue all’inizio della conferenza, ma vogliamo mantenere anche alta la pressione sull’attuazione degli impegni”, ha avvertito il capo della diplomazia europea.

“Oggi è la parte ministeriale della Conferenza, ma ieri abbiamo avuto una parte importante, nell’incontro con la società civile e le donne siriane, mostrando che la riconciliazione è possibile, se viene fatto un passo per trovare una soluzione politica“, ha aggiunto. Mogherini ha sottolineato inoltre che gli aiuti che verranno mobilitati sono anche per i Paesi vicini alla Siria, e per le comunità che hanno accolto i profughi, “in primo luogo Giordania, Libano e Turchia, che hanno accolto i numeri più alti di siriani, ma anche l’Iraq e l’Egitto“.

“Sono contenta di vedere che c’è un’alta partecipazione da parte dei Paesi della regione – ha concluso – perché in questa situazione occorre lavorare con le Nazioni Unite, ma anche con i Paesi della regione, che sono i più coinvolti”. (ANSAmed).

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