Ă bastata una semplice frase sulla religione islamica pronunciata dalla ex giornalista del settimanale satirico parigino Charlie Hebdo, Zineb el Rhazoui, a scatenare un putiferio nella comunitĂ musulmana di Francia.
âBisogna che lâIslam si sottometta alla critica, allo humor, alle leggi della Repubblica, al diritto franceseâ, aveva detto l’opinionista franco-marocchina intervistata dallâemittente CNews, commentando come non sia possibile âsconfiggere lâideologia islamista dicendo alle persone che lâIslam è una religione di pace e amoreâ. Sono bastati pochi minuti e il profilo Twitter della donna, che giĂ vive sotto scorta per le sue prese di posizione contro il radicalismo, è stato riempito di insulti e minacce di morte. Non è mancato neppure chi ha invocato lo stupro per punire la giornalista, rea di avere espresso unâopinione non in linea con quelle dei musulmani piĂš radicali.
Tutti i messaggi, secondo quanto riferisce Le Figaro, sono stati trasmessi alle forze dellâordine, che hanno aperto unâinchiesta sullâaccaduto dopo che la donna ha sporto denuncia. Non è la prima volta che accade. Soltanto tre mesi fa la giornalista di origini marocchine era finita nel mirino degli integralisti per aver sostenuto, ospite della trasmissione âPunchlineâ, che le donne velate con il loro comportamento avallerebbero la stessa âideologia islamica radicaleâ che si cela dietro il âterrorismoâ. Frase, questa, che le è costata una denuncia da parte del Collettivo contro il razzismo e lâislamofobia.
âSpero che gli autori di questi messaggi siano identificati e messi davanti alle proprie responsabilitĂ â, ha dichiarato la Rhazoui, che nonostante la campagna dâodio scatenata nei suoi confronti non ha fatto marcia indietro sulle sue parole. Anzi, sulla stessa rete televisiva le ha definite âdi buon sensoâ, ribadendo che lâIslam âdeve sottomettersi alla legge, alla ragione e alla critica, come tutte le altre religioniâ. âQuattro anni dopo lâattentato a Charlie Hebdo, la situazione è peggiorataâ, ha commentato a Le Figaro, denunciando anche il mancato sostegno degli intellettuali della gauche, che non condividono la sua battaglia, considerata forse troppo poco politically correct.