FIRENZE – Sulla vicenda della costruzione della moschea a Firenze “il Pd batta un colpo. E ai sindaci dei comuni limitrofi eletti tutti o dalla sinistra o dal centro sinistra io dico: diano una mano, oltre a dire dove non si deve fare”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella. “Faccio appello a tutte le forze politiche, e anche a tutti i rappresentanti delle forze religiose“, ha aggiunto il sindaco rilevando: “Ma dobbiamo sapere che ognuno deve dimostrare di fare un passo in avanti, altrimenti vince il principio del ‘no nel mio giardino’. E corriamo il rischio di non avere mai un centro di preghiera per gli islamici“. Polemiche sono sorte dopo l’ipotesi come sede della moschea nella ex caserma dei lupi di Toscana, al confine con il comune di Scandicci. ansa
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Le moschee in Italia sono incostituzionali
di Armando Manocchia @mail
LâArticolo 3 della Costituzione Italiana (ammesso che valga ancora) recita testualmente che: âTutti i cittadini hanno pari dignitĂ sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (questo articolo ribadisce ai barbuti, misogini, teste di straccio con il sottanone della sedicente religione islamica che noi âinfedeliâ non siamo inferiori)
Aggiunge anche âEâ compito (sarebbe compitoâŚvisto non lo fa) della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertĂ e lâeguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e lâeffettiva partecipazione di tutti i lavoratori allâorganizzazione politica, economica e sociale del Paese.â
Eâ lâArt. 8 della nostra Costituzione Italiana (ammesso che valga ancora), e non mia zia Carolina, quello che parla della sacrosanta LibertĂ religiosa quando recita: âTutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla leggeâ. (e di cui tutti, buonisti e convertiti in primis, si riempiono la bocca)
Ma tutti o quasi tutti si fermano lĂŹ. Non leggono anche il Comma 2 che recita testualmente: âLe confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con lâordinamento giuridico italianoâ. (e non câè bisogno di scomodare Dio per sapere se e quanto questa âreligioneâ sia in contrasto con il nostro Ordinamento giuridico)
Per fortuna i nostri Padri Costituenti pensarono anche a quelli âde coccioâ , infatti il Comma3, che taglia la testa al toro e chiarisce il Comma 2, ribadisce che lâislam è incompatibile con il nostro ordinamento giuridico; il Comma 3 chiarisce che le moschee in Italia sono abusive, incostituzionali, infatti recita: âI loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.â
Che, lâedilizia di culto con la quale le Regioni e sussidiariamente i Comuni concedono permessi e/o terreni per la costruzione di una moschea, eludono sia lâArt.8 comma 3 della Costituzione, che le maglie sfrangiate dalle competenze in detta materia identificate nellâart. 117. Il Comune, non può consentire lâedificazione di una moschea, ergo edificio di culto, che appartiene ad una confessione religiosa che non abbia sottoscritto un Patto di Intesa con lo Stato Italiano (si rammenta agli affetti da amnesia conclamata che la sedicente religione musulmana o meglio dire disumana, non ha fatto e non potrĂ mai fare un Patto dâIntesa con lo Stato Maometto grazie a Dio non câè piĂš e non la può certo fare con un libro). Infatti, se lâArt. 8 della nostra Costituzione recita che tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge, il Comma 2 aggiunge che le confessioni religiose hanno diritto di organizzarsi secondo i propri Statuti (e lo Statuto di questi è il corano o se volete la sharia come dire: dalla padella alla brace), in quanto ânon contrastino con lâordinamento giuridico italiano. Inoltre, al comma 3, dice i loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla âbase di inteseâ con le relative rappresentanze.
Cosa svuol dire? Significa che la nostra Costituzione richiede un âPatto di Intesaâ, che viene sottoposto alle Camere per il passaggio in legge e consente un controllo da parte dello Stato affinchĂŠ la confessione religiosa professata non sia portatrice di una concezione di vita che induce a vivere il rapporto tra fedeli e Stato secondo modalitĂ profondamente diverse dai convincimenti religiosi o meno che la maggioranza dei cittadini recepisce come disvalori e incompatibili con il nostro ordinamento giuridico.
Chi di noi è appena informato, sa che la confessione islamica per moltissimi, direi per troppi aspetti, âcontrasta con lâordinamento giuridico italiano e con i principi di riconoscimento di libertĂ e di dignitĂ della personaâ e soprattutto della donna, garantiti ormai da decenni dalla âDichiarazione Universale dei Diritti dellâUomoâ. Dichiarazione, badate bene che non solo gli islamici non riconoscono e non hanno accettato e firmato, ma pretendono addirittura come per tante altre cose, se la sono copiata e modificata a suo e consumo della sharia e si sono inventati cosĂŹ la Dichiarazione dei Diritti dellâislam.
Per ricapitolare: non avendo e potendo sottoscrivere un Patto di Intesa per assenza dei requisiti minimi fondamentali significa che lâislam non solo non deve ma non può essere riconosciuto in Italia e nello specifico non deve e non può costruire moschee.
