John Phillips, rappresentante di Barack Obama dal 2013, quasi al termine del suo mandato, ha deciso nuovamente di non farsi i fatti suoi intervenendo a gamba tesa sulla politica italiana. L’uomo che ci “ordinò” di votare Sì al referendum, sollevando un polverone, ora fa piovere i suoi diktat in un’intervista al Corriere della Sera.
L’ambasciatore americano a Roma, dopo la vittoria del No, inizia ritornando sulla questione referendum: “Non era uno schiaffo. Ho voluto rendere chiaro che ci sarebbero potute essere ripercussioni, se si guardava il referendum come lo vedevano alcune compagnie americane […] Nella lettera di incarico Obama mi ha scritto che lo rappresento, ho preso il compito sul serio. Non parlavo a nome mio, ma della politica americana. È stato evidente quando Obama, ricevendo Renzi a Washington, ha usato frasi anche più forti delle mie, ha dichiarato che il referendum era importante e così la riforma in esame“.
L’ambasciatore americano, poi, mostra di avere le idee chiare sul futuro dell’Italia, sul dopo-Renzi: “Quanto avviene rientra nei vostri meccanismi democratici, ci sono state votazioni, il nocciolo della democrazia. Il presidente Sergio Mattarella è profondamente impegnato nel cercare di procedere”. Dunque, gli ordini non richiesti: “Ciò che è importante per l’Italia è andare avanti con un governo stabile e che consenta di prevedere come si muoverà. Specialmente sull’agenda delle riforme da realizzare. Alcune sono davvero essenziali”. Infatti a suo parere, sarebbe la nostra “arretratezza” a rendere il Paese poco appetibile per gli investitori stranieri, in particolar modo statunitensi.
“Attualmente l’Italia è all’ottavo posto, e indietreggia, negli investimenti statunitensi in Europa. Dovrebbe essere al terzo. Forse al secondo.”. L’ultima frecciatina di Phillips è tutta per la Russia: “La disinformazione e la propaganda provenienti dalla Russia stanno raggiungendo con i loro tentacoli tanti Paesi: arrivano in tutta Europa, negli Stati Uniti e di certo in Italia. È qualcosa alla quale fare attenzione […]n Russia. Spendono un sacco di soldi. Uno degli obiettivi è creare divisioni nell’Unione Europea e nelle nostre alleanze”. LIBERO