Giudice restituisce ai nomadi tutti i beni sequestrati

PADOVA – Sono tutti nomadi con tenore di vita molto sospetto. Nelle fedine penali c’è tutto quello che uno può immaginare: truffe, rapine, furti, riciclaggio, sequestro di persona e riduzione in schiavitù di minori dediti all’accattonaggio.

È motivata fin sopra le righe la richiesta del pm Piccione di sequestrare l’impero dei nomadi Braidich e Duric di Correzzola (Padova): ha chiesto la misura ma i giudici del Tribunale collegiale, presieduti da Nicoletta De Nardus, non possono accogliere l’istanza: i beni che dovrebbero essere sequestrati sono stati acquistati quando i proprietari avevano la fedina penale quasi pulita.

Insomma – scrive il gazzettino –  i Braidich e i Duric hanno un santo nel loro paradiso che li consiglia come agire quando investono i sospettosi guadagni.

Due immobili a Correzzola e Sant’Angelo di Piove, due appezzamenti di terreno, rispettivamente a Correzzola e Piove di Sacco, quest’ultimo con un fabbricato di tipo rurale, una Ford Fusion e una Mercedes classe C220. Sono questi i beni, per un valore complessivo stimato nell’ordine del mezzo milione di euro, di cui il pubblico ministero Piccione chiedeva il sequestro a fini di confisca.

Lidia Braidich ha condanne per vari reati così come il figlio Daniele, Nebojsa Duric nel 2011 è stato in carcere per riduzione in schiavitù di minori e pure la Nikolovski ha un precedente per impiego di bimbi nell’accattonaggio.