Immigrazione, UE: abbiamo un budget di 20 miliardi a cui attingere

 I punti chiave dell’agenda sull’immigrazione

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Quattro i pilastri su cui si fonda la strategia: aiuto ai Paesi di origine e transito dei migranti, controllo delle frontiere a sud della Libia e nei Paesi limitrofi, missioni di sicurezza e difesa contro trafficanti e scafisti e infine, il più controverso, l’obbligatorietà della suddivisione dei profughi in base ad un meccanismo di quote.

I primi due punti Per gli aiuti ai Paesi terzi e per il controllo delle frontiere, con interventi sulle infrastrutture per metterle in sicurezza, “non ci sono problemi di soldi”, indicano fonti europee, visto che l’Europa è il primo donatore mondiale e può attingere ad un budget di circa 20 miliardi per cooperazione e sviluppo.

Il terzo punto Per quanto riguarda la missione nell’ambito della politica di sicurezza e difesa, tutto è legato all’Onu e ai tempi per l’approvazione della risoluzione preparata dall’Italia e presentata dalla Gran Bretagna. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha parlato di una decina di giorni per capire se, oltre all’appoggio che già c’è di Francia, Gran Bretagna, Spagna e Lituania, si possa contare anche su quello degli altri undici membri.

L’ultimo punto Il punto più controverso della strategia resta la redistribuzione dei migranti, con quote obbligatorie da stabilire in base alla ricchezza del Paese, al tasso di disoccupazione, ai numeri degli asili già concessi.