Kyenge: la gente non vuole capire che l’Italia è un Paese di immigrazione

Kyenge

 

“A giugno andrò in Nigeria per cercare di capire come aiutarli, per evitare le partenze degli immigrati”.

Intervistato da Repubblica Tv, il leader della Lega Matteo Salvini ha annunciato il viaggio nel Paese africano illustrando le politiche del Carroccio per contrastare l’immigrazione clandestina. “Chi scappa dalla guerra deve essere accolto, gli immigrati clandestini non vanno fatti partire e sbarcare”, ha spiegato

L’iniziativa ha fatto sbottare Cecile Kyenge che è appena stata incaricata dall’Unione europea di andare in Nigeria per seguire le elezioni. Così, ospite di 24Mattino su Radio24, ha comciato a sciorinare la consueta lamentela per gli insulti nei suoi confronti sono “aumentati terribilmente”. “Basta fare un giro sul mio profilo Twitter e Facebook per verificarlo – tuona – costantemente segnalo le offese che ricevo alle autorità competenti”.

Poi attacca con le solite vanterie: “Io andrò in Nigeria per conto del Parlamento Ue, per monitorare le elezioni. Altri andranno per propaganda o a fare passeggiate”, dice con l’intento di sminuire il viaggio di Salvini. “Il problema non sono io ma la gente che non vuole capire che l’Italia è cambiata, che è un diventata un Paese di immigrazione e come tale necessita di regole di convivenza da costruire piano piano – ha continuato – questo processo però non è stato, purtroppo, accompagnato”.

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Infine non poteva mancare il solito discorso immaturo sul razzismo con il quale la Kyenge si nasconde in modo infantile dietro il colore della pelle per giustificare gli attacchi che mirano ai suoi discorsi logorroici e non certo alla sua persona:  “Se poi, ad alti livelli istituzionali,  ha detto – ci sono persone come il mio eterno amico-nemico Calderoli che sdoganano l’insulto razzista – ha detto ancora – tutto diventa più complicato ed è per quello che ho portato in tribunale una decina di rappresentanti delle istituzioni che mi avevano insultato. Chi ricopre un ruolo politico ha delle responsabilità e deve essere anche educatore”.