Corte costituzionale: assistenza e accompagnamento anche a immigrati senza carta di soggiorno

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Subordinare l’attribuzione di una prestazione assistenziale quale l’indennità di accompagnamento riconosciuta al cosiddetto cieco civile ventesimista, ossia parziale, al possesso della carta di soggiorno per gli extracomunitari è discriminatorio. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 22 depositata il 27 febbraio (relatore Paolo Grossi).

A sollevare la questione di legittimità che investe l’articolo 80 della legge 388/2000 è stata la Corte d’appello di Bologna nell’ambito di un procedimento, ritenendo la disposizione «irragionevole» e in contrasto con la Costituzione.

Per la Corte, in sostanza, sarebbe «arduo giustificare, nella dimensione costituzionale della convivenza solidale, una condizione ostativa – inevitabilmente discriminatoria – che subordini al possesso della carta di soggiorno la fruizione di benefìci intrinsecamente raccordati alla necessità di assicurare a ciascuna persona, nella più ampia e compatibile misura, condizioni minime di vita e di salute». (sole24ore)