26 mar – Il governo litiga sui succhi di frutta. Non è una battuta. Alla Camera c’è stato un nuovo scontro sulla quota minima di frutta nelle bevande, che un emendamento dei democratici vorrebbe innalzare dall’attuale 12% al 20%. Dopo le pesanti critiche dai deputati democratici al ministro Martina il voto è stato rinviato.
I nutrizionisti da anni sperano che una nuova norma obblighi i produttori a innalzare la percentuale minima di frutta nei succhi e bevande analcoliche. Proprio a questo puntava un emendamento presentato da deputati del Pd Nicodemo Oliverio e Michele Anzaldi in Commissione affari costituzionali della Camera, emendamento già approvato a gennaio contro il parere dell’allora governo Letta che venne battuto in commissione Agricoltura. Però ieri il sottosegretario Sandro Gozi ha votato contro.
Assobibe esprime invece tutto il suo “stupore e sconcerto” per l’incremento al 20% di succo nelle bevande. La media Ue è del 5%. “Una scelta che non esiste in nessun Paese che non sembra andare in una direzione di rilancio di imprese ed economia”
Tutto rinviato a oggi. Scrive Repubblica:
Subito si sono levate le critiche della Lega: “Alla prima occasione il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha dimostrato da che parte sta: quella delle lobby e delle multinazionali” ha detto il capogruppo Lega Nord in commissione Agricoltura, Roberto Caon. “Il parere contrario del governo alla quota minima obbligatoria di frutta nelle bevande analcoliche è una posizione che va contro il nostro comparto agricolo, i produttori di frutta e la salute dei nostri figli”. Ma le critiche al ministro Pd Martina arrivano anche dal suo stesso partito.
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