Afghanistan: un “fiume” di soldi per Karzai, pagava la Cia

karzai

29 apr. – Un fiume ininterrotto di denaro da Langley a Kabul, diretto ad Hamid Karzai, e da qui verso la strapotere dei signori della guerra locali, gli stessi che sbarrano il passo all’exit strategy di Washington. Per oltre un decennio decine di milioni di dollari in contanti sono stati consegnati dalla Cia in valigie, zaini e sacchetti di plastica all’ufficio del presidente afghano.

Il fiume di denaro doveva servire a garantire l’influenza dei servizi di intelligence americani sul tormentato Paese, ma in realta’ ha soprattutto alimentato la corruzione, in cui la famiglia Karzai e’ talmente coinvolta da aver visto nel 2011 un fratellastro del presidente, Ahmed Wali Karzai, ucciso a Kandahar per una vicenda di contrabbando.

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La denuncia arriva dal New York Times, che cita consiglieri passati e presenti del presidente afghano: “La piu’ grande fonte di corruzione in Afghanistan sono stati gli Usa“, ha spiegato una fonte Usa mentre Khalil Roman, capo di gabinetto di Karzai dal 2003 al 2005 ha raccontato di “decine di milioni di dollari” arrivati mensilmente “in valigie, zainetti e buste di plastica”.

I fondi, definiti “soldi fantasma che arrivavano e se andavano in segreto”, venivano distribuiti pure a politici “legati al narcotraffico e persino ai talebani”, ha raccontato. Hamid Karzai, si e’ difeso ma ha confermato. Parlando con i giornalisti da Helsinki, il presidente afghano ha affermato che si e’ trattato di somme “non grandi” che rientravano in “un’assistenza per varie finalita’”, comprese le cure dei feriti, ma non ha voluto entrare in dettaglio.

All’oscuro, probabilmente dell’ammissione di Karzai, il portavoce del ministero degli Esteri afghano, Janan Mosazai, ha sottolineato invece che non ci sono prove a suffragio di quanto denunciato dal quotidiano Usa. Per il New York Times, i pagamenti in contanti non erano sottoposti alla vigilanza e alle restrizioni previste per gli aiuti ufficiali e i programmi di assistenza e quindi non sembra violassero le leggi americane.

Quel che e’ certo, pero’, e’ che le prospettive dell’Afghanistan restano buie: “Dobbiamo essere lucidi”, aveva avvertito un diplomatico francese la scorsa settimana, “una nazione che dipende quasi del tutto dalla comuita’ internazionale per i salari dei suoi poliziotti e dei suoi soldati, non puo’ essere indipendente”.(AGI) .

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