Emanuele Fiano trombato da sottosegretario agli Interni

E’ la solita marmellata, però che gusto apprendere che nel tragitto dal Nazareno a Palazzo Chigi si è perso il curriculum di Emanuele Fiano. Oppure sbianchettato al piano nobile del palazzo del governo. Bravo Zinga, verrebbe da dire, se il resto della paccottiglia fosse un minimo digeribile…
Già, alla faccia di quelli di Facebook – perché la vocazione censoria è identica – il più pericoloso dei piromani in casa Pd resta a casa. Oddio, non esattamente, perché comunque la sua bella tribuna parlamentare se la tiene attaccata alle natiche. Ma almeno farà le sue consuete provocazioni in Aula o in tv dove è ospite fisso ma non dal governo. Sta a vedere che Zingaretti diceva la verità quando parlava di fine della stagione dell’odio.

E’ anche un ceffone a Renzi – – Ovviamente, conoscendo abbastanza bene il segretario del Pd, è probabile che in realtà abbia pensato a mollare un bel ceffone a Renzi. E in fondo gli sta bene pure a quello. E comunque va aggiunto che sarebbe stato una sganassione, la nomina di Fiano al Viminale, persino per i Cinquestelle, che non possono certo perdonargli gli insulti per i quali si beccò una querela da Gianroberto Casaleggio e per la quale è ancora in corso il processo. Sospeso, perché il prode moralista ha pensato bene di supplicare l’immunità parlamentare alla Camera.

Fiano ci teneva come un bambino

Sicuramente nel corso della giornata leggeremo peana e apprezzamenti alla “nobile rinuncia dell’onorevole Fiano”. Non credeteci nemmeno un po’, perché ci teneva come un bambino a sedersi al Viminale per impartire ordini ai suoi sottoposti. Che poi sarebbero gli italiani. Avrebbe trasformato le sue deleghe in un social network modello Facebook, in modo da impedire qualunque movimento a chi sta a destra. Stavolta gli è andata male e certo non ci dispiace nemmeno un po’, lo confessiamo… E ha fatto male chi, tra i sindacati di polizia, si era precipitato a complimentarsi. Troppo presto…

Francesco Storace

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