Paesi Bassi: leader della comunità ebraica torturato e rapinato

Un leader della comunità ebraica, uomo d’affari milionario, è stato torturato da quattro banditi che lo hanno aggredito nella sua casa di Maastricht, nei Paesi Bassi. La polizia non ha escluso che ci sia anche un movente antisemita dietro la brutale rapina.

Benoit Wesly, 73 anni, ha avuto un’esperienza da incubo lo scorso fine settimana quando improvvisamente si è svegliato con quattro uomini mascherati in piedi sul suo letto. Qualche secondo dopo, è stato preso a pugni e calci in testa mentre gli assalitori continuavano a chiedere la combinazione alla sua cassaforte. Infine l’anziano è stato anche accoltellato e spinto giù per le scale, legato a una sedia.

La bocca e il naso di Wesly sono stati poi coperti con un pezzo di stoffa, e gli aggressori gli hanno versato dell’acqua sulla faccia. Il metodo di tortura del waterboard, ampiamente utilizzato dalla CIA durante lo scorso decennio, è riuscito: Wesly ha ceduto ed ha dato ai ladri il codice del suo caveau.

Gli assalitori sono fuggiti dalla residenza lasciando la vittima ancora legata alla sedia, ma alla fine Wesly è riuscito a liberarsi e ha guidato fino alla stazione di polizia per denunciare la brutale rapina. È stato portato in un ospedale senza ferite mortali.

La polizia sta ora indagando sui motivi dietro l’attacco, non escludendo l’antisemitismo. L’uomo d’affari è il capo della diaspora ebraica nella provincia di Limburg (Israëlitische Hoofdsynagoge Limburg) e fa il console onorario di Israele.

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