Mestre, lapide in ricordo di poliziotto ucciso: distrutta a colpi di mazza

Mentre dal foggiano arriva la notizia di un carabiniere ucciso in un conflitto a fuoco, a Mestre (Venezia) c’è stato uno sfregio al ricordo di un altro esponente delle forze dell’ordine, il sovrintendente di Polizia Antonio Lippiello, morto il 7 gennaio del 2000 dopo che la sua auto fu speronata durante l’inseguimento di alcuni malviventi. Sulla rotatoria della Castellana in tangenziale, vandali hanno distrutto con una mazza la lapide dedicata al sovrintendente di Polizia. L’associazione Feriti e vittime della criminalità e del dovere (Fervicredo) condanna il “gesto vile ed ignobile” avvenuto proprio nel giorno in cui Fervicredo ha festeggiato 20 anni dalla sua fondazione, alla presenza di molti ospiti istituzionali, tantissimi amici, vittime e familiari.

“L’osceno sfregio arrecato ieri al monumento in onore di Totò Lippiello genera grande indignazione e, da parte nostra, un’immediata levata di scudi attorno alla sua famiglia, avvezza purtroppo ad un dolore di gran lunga peggiore – ha detto Mirko Schio, presidente dell’Associazione Fervicredo – Una famiglia che ha sopportato ben altro, ma contro cui un’offesa di tal genere non è ammissibile né sopportabile. Siamo certi che chi ha osato tanto pagherà, ma quel che più preme affermare e ribadire con tutta la forza quanto sia indispensabile lavorare sempre per la legalità, per il rispetto di regole condivise, per la comprensione degli errori del passato, lavorare sempre di più”.

“Proprio mentre avveniva una cosa così ignobile per cui non c’è riprovazione sufficiente – prosegue Schio – noi, tutti insieme, con lo Stato, con tante persone coraggiose, affermavamo l’importanza di impegnarsi per mantenere vivo il ricordo delle vittime, servitori dello Stato che hanno dato se stessi per gli altri, perché il ricordo esprime la dovuta riconoscenza a chi ha avuto veramente qualcosa da dare e da insegnare a tutti e perché il ricordo consente di perpetuare quegli insegnamenti, di raccoglierli, di amplificarli, di portarli avanti, perché dal sacrificio dei nostri veri eroi quotidiani possa germogliare il buono”.

“Ed oggi che ci troviamo di fronte all’ennesima dimostrazione della pochezza, della piccolezza, anzi del vuoto che alberga in alcune persone come coloro che hanno potuto infierire su un simbolo di qualcosa di irraggiungibile per loro, ripetiamo il nostro messaggio ancora più forte, senza arretrare e senza cedere di un millimetro. Anzi, tutto quanto facciamo per la legalità serve, ancora di più e sempre di più. Tutti – conclude Schio – siamo chiamati ad un impegno prioritario da portare avanti ogni giorno, in ogni occasione, ciascuno in prima persona ed anche tutti insieme: lavorare perché quei valori incarnati dalle nostre vittime ed il coraggio rappresentato dai loro familiari siano la vera guida per tutti”.  ADNKRONOS

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