Ricatto dei grillini: senza prescrizione muore anche il decreto sicurezza

Chissà, magari oggi troveranno la mitica quadra. Ma a meno di clamorose e reciproche retromarce notturne, il governo sembra aver imboccato la strada dello scontro frontale.

La Lega pone una questione tutto sommato ragionevole sulla prescrizione, improvvisamente e unilateralmente calata dai Cinque stelle con uno sconsiderato emendamento dettato da Bonafede ai suoi parlamentari: Salvini vuole discutere e non vedersi imporre una scelta. Del resto, il “suo” decreto sicurezza è stato vivisezionato per settimane dagli “alleati”.

Ma loro, i grillini sempre più in discesa nei sondaggi, non ci stanno. Se non passa la prescrizione de’ noantri muore anche il decreto sicurezza, proponendo un baratto davvero abietto. E ricordano che alla Camera il disegno di legge anticorruzione è calendarizzato prima del decreto Salvini. Quindi, gli mandano a dire, gli irresponsabili a Cinque Stelle: “Matteo datti una regolata. Al Senato incasserai pure la fiducia, ma a Montecitorio c’è Roberto Fico”.

Possiamo chiamarla estorsione parlamentare?

Che poi – diciamola tutta perché agli Italiani non la racconta nessuno – la fiducia sul decreto sicurezza è più un favore a Di Maio che a Salvini. Il quale ovviamente non se ne dispiace, ma è assolutamente evidente che con la blindatura del provvedimento si blocca il bordello che stavano per mettere in scena i più facinorosi dei senatori pentastellati, di cui Giggino non controlla più le mosse. E a lui, poverino, ci mancava pure di dover subire i voti favorevoli al ministro dell’interno provenienti da Fratelli d’Italia e dagli azzurri di Berlusconi… Con la fiducia, l’opposizione non vota il decreto e Di Maio è tutto contento.

Ma di qui a minacciare il futuro iter del provvedimento semplicemente perché si pretende, da parte grillina, che i leghisti obbediscano e basta alla balzana idea di cancellare sostanzialmente l’istituto della prescrizione è qualcosa di folle. Se riforma ha da essere, discutetela prima di tradurre le vostre simpatiche ideuzze in emendamenti. Perché magari qualcuno vi spiega che non si può sovvertire così l’ordinamento.

In pratica anziché la pena proveniente da una condanna, infliggono direttamente la pena di un processo destinato a non finire mai. E persino se si è assolti in primo grado, la prescrizione viene sospesa. Dunque, non solo per i delinquenti, come ciarlano costoro.

E se la prescrizione è un diritto a vedere la durata ragionevole del processo, va anche detto che non è un dovere. Chi ha stabilito che un imputato non possa decidere di non avvalersene, proprio perché vuole arrivare fino in fondo al processo?

A me capitò col processo Napolitano. Eravamo in appello, il presidente del collegio annuncio’ che scattava la prescrizione e io alzai la manina: “Non la voglio”. Fini’ con la mia assoluzione. Ma non ci poteva essere nessuno ad impormi di rinunciare, perché restava un mio diritto.

E siccome le cose stanno come si sgolano a ripetere avvocati ma anche magistrati seri, non vorrei che i grillini abbiano fatto i conti senza l’oste: perché non ce lo vedo proprio Mattarella a firmare una porcata del genere.

E allora: che litigate a fare?

Francesco Storace

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