Falso e abuso di ufficio, indagato a Perugia il presidente dell’Anm Albamonte

Il pm Eugenio Albamonte (presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati) è indagato dalla Procura di Perugia per falso e abuso di ufficio insieme a due poliziotti della Polizia Postale, dopo un esposto presentato da Giulio Occhionero a processo insieme alla sorella Francesca Maria con l’accusa di sospette attività di cyberspionaggio.

La notizia è stata resa nota durante l’udienza del processo ai due fratelli entrambi detenuti dal 10 gennaio scorso. La difesa Occhionero ha chiesto al magistrato, che è anche presidente dell’Anm, di astenersi dal rappresentare l’accusa al processo. Il giudice ha sospeso l’udienza per un’ora. (AdnKronos)

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Le accuse ai fratelli Occhionero – Ai due vengono contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche.

Il virus “Eyepyramid” – Le indagini degli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, hanno accertato che i due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) – infettati con un malware chiamato “Eyepyramid” – che avrebbe loro consentito di acquisire, per anni, notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che, a vario titolo, gestiscono la funzione pubblica e delicati interessi, soprattutto nel mondo della Finanza.

Tra i nomi in ballo sono filtrati anche quello di Matteo Renzi, Mario Draghi e Mario Monti. E ancora, altri nomi pesantissimi: Piero Fassino, Daniele Capezzone, Ignazio La Russa e Vincenzo Scotti, Alfonso Papa, Walter Ferrara, Paolo Bonaiuti, Michela Brambilla, Luca Sbardella, Fabrizio Cicchitto, Vincenzo Fortunato, Mario Canzio, Poletti della Gdf.

L’indagine – L’indagine è partita dalla segnalazione al Cnaipic dell’invio di una mail indirizzata all’amministratore di rilievo di un’infrastruttura critica nazionale che conteneva il virus Eyepyramid. Seguendo quella traccia gli investigatori sono risaliti alla rete botnet che, sfruttando il malware, riusciva ad acquisire da remoto il controllo dei computer e dei sistemi informatici delle vittime. tgcom24

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