La vera emergenza di questo paese è il suicidio, non il femminicidio

Le donne assassinate ogni anno sono circa 130, gli uomini assassinati 400, gli uomini suicidi circa 3200.

 

di Silvana De Mari

Le donne suicide sono circa 800 e il suicidio è doppio nelle donne sole, dovuto alla spaventosa situazione economica che strangola la gente, che obbliga uomini perbene a essere disoccupati, donne che vorrebbero essere madri a non osare farlo, famiglie a perdere la casa per pignoramento, imprenditori costretti a fallire per eccesso di crediti, anziani a cercare qualcosa nei cassonetti.

A sempre più pratiche mediche è stato tolto il carattere di gratuità. Un tassazione folle strangola le famiglie.

Oggi giorno migliaia di persone quasi sempre maschi quasi sempre islamici, provenienti quasi sempre da paesi in pace e con l’economia in crescita come il Senegal, oppure il Marocco o la Costa d’Avorio, vengono scaricati sulle coste italiane, perché, mantenuti dai contribuenti italiani. Una inevitabile percentuale di questa massa incontrollata sta rendendo più pericolosa e incerta la vita delle donne italiane, come è già successo per quelle tedesche e svedesi. In Francia sono sempre più numerosi i bar dove è vietato alle done entrare. Fisicamente vietato: il proprietario ti chiede di uscire.

L’emergenza è il suicidio di un paese morto, assassinato e venduto che sta chiaramente morendo senza un futuro.

Il femminicidio: è stata addirittura inventata una parola nuova per poter colpevolizzare tutti gli uomini, in cambio della patente di vittima data a tute le donne. Su una popolazione di 60 milioni di uomini ce ne sono 30 milioni, leviamo i minori ne restano 25 milioni. 130 uomini su 25 milioni hanno commesso un crimine, QUINDI, tutti gli uomini sono violenti contro le donne. Chiedo scusa, ma c’è stata un’epidemia di encefalite?

Perché si sono tutti inventati che l’emergenza è il femminicidio?
Per distrarre l’attenzione dal suicidio, dalla disperazione, dall’impossibilità di vivere, dai 12 miliardi di euro spesi in un’accoglienza indiscriminata che sta causando disastri e morti in mare, certo, ma non è solo questo.

Un regime per poter diventare in tutto e per tutto dittatoriale , anche a fronte di un’ancora apparenza di democrazia elettiva, deve scardinare di un popolo il passato e l’istituzione familiare.

Contro il femminicidio la vera sfida è il cambiamento culturale, hanno affermato i geni: quindi la nostra cultura non va bene, va cambiata, la scuola, gli insegnanti, persone che eseguono le circolari del ministero spiegheranno il maschile e il femminile. Quei 130 su 25 milioni sono i 130 spostati e spesso fatti di cocaina e meta anfetamina che nessuna scuola può fermare, ma saranno colpevolizzati tutti gli uomini, sarà colpevolizzato l’essere maschio.

Quella che deve saltare è l’istituzione familiare, gli uomini che amano le donne, le donne che amano gli uomini. Una volta saltata la famiglia un popolo diventa spazzatura, lo zerbino.

La vera violenza contro le donne è il suicidio.
La vera violenza contro le donne è una tassazione talmente atroce che impedisce di diventare madri.
La vera violenza contro le donne è la disoccupazione dei loro uomini.
La vera violenza contro le donne sono i miserabili 4 mesi di congedo per maternità, il dover tornare al lavoro quando il piccolo ha 4 mesi e ha un disperato bisogno di mamma.
La vera violenza contro le donne è la pornografia, la vera violenza contro le donne è l’utero in affitto.

Insegniamo piuttosto alle donne a scegliere un uomo. Un uomo non si sceglie perché è cool, perché ci ha fatto battere il cuore, perché somiglia all’attore, ma perché è perbene. Che sia per la vita. Che sia perbene. Impariamo che la prudenza e la saggezza non sono difetti, ma virtù cardinali. Dobbiamo scegliere un uomo degno del nostro amore e, soprattutto, degno della nostra fiducia.

Abbiamo 1,3 figli per madre. Siamo un popolo che sta morendo. Tra trenta anni saremo una repubblica islamica. Stiamo subendo un processo di impoverimento e libanizzazione, processo che siamo ancora in gradi di invertire.

Non una di meno? Non uno di meno anche. La vita degli uomini non vale nulla? Gli uomini che muoiono in incidenti sul lavoro, di malattie lavorative, non valgono nulla? Gli uomini che si suicidano perché sono disoccupati o perché la loro ditta è fallita, non sono creature umane?
Che gli uomini e le donne di questo paese, quattromila suicidi l’anno, più di dieci al giorno, smettano di suicidarsi. Che questo popolo smetta di suicidarsi con la denatalità.

E insegniamo alle donne a combattere fisicamente. Bizzarro che tutti coloro che parlano contro il femminicido non offrano la soluzione ovvia, quella che risolverebbe il problema, che non è la rieducazione dei 25 milioni di uomini che sono già perbene. La soluzione è che le donne sappiano combattere e non siano disarmate. Corsi di autodifesa obbligatori e facilità di porto d’armi per le donne, come in Sidamo, l’Etiopia meridionale. Solo le donne erano autorizzate a portare la lancia.

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