Chi è Fethullah Gulen, l’imam piu’ potente del mondo accusato da Erdogan

 

Il predicatore musulmano Fethullah Gulen, è il leader della potentissima confraternita religiosa “Hizmet” (Servizio in turco, Ndr) e gestisce, secondo i critici, una cifra tra i 22 e i 50 miliardi di dollari.

TURCHIAgulen

Il movimento guidato da Gulen controlla associazioni professionali e studentesche, organizzazioni caritatevoli, aziende, scuole, università, radio, televisioni e quotidiani e ha milioni di membri sia in Turchia che all’estero, nonché in Italia. Il predicatore, in esilio volontario negli Stati uniti dal 1999, (in una fortezza dove è protetto, dicono i vicini, da un centinaio di guardie turche con tanto di elicottero.) si è pronunciato più volte a favore di una visione liberale dell’Islam, ma secondo i suoi critici dietro a quest’immagine tollerante si nasconderebbe invece un personaggio poco trasparente e un sistema clientelare occulto con infiltrazioni nella polizia e il sistema giudiziario turco.

Fethullah Gulen, in una rara intervista pubblicata ieri  sito del mensile americano the Atlantic, non ha perso l’occasione per criticare l’operato del governo Erdogan: “E’ fondamentale per la Turchia preservare le conquiste fatte, in parte grazie alla relazione in corso con l’Europa, e avanzare nel processo di democratizzazione – ha detto Gulen – Se la Turchia sarà in grado di sviluppare buoni rapporti diplomatici nella regione, penso che sarebbe nell’interesse dell’Europa, gli Stati uniti e il mondo

Fethullah Gulen, l’imam piu’ potente del mondo

Fethullah Gulen: il sogno neo-ottomano dell’islam turco

Un rapporto dell’intelligenza turca MİT, lo ha dichiarato un “agente della CIA”, e nelle sue memorie, Osman Nuri Gündeş, ex-capo dei servizi segreti turchi, parlò di una stretta collaborazione tra Gülen e la CIA in Asia Centrale, dove gli agenti statunitensi agivano sotto la veste di “insegnanti d’inglese” nelle scuole del movimento.

Gulen, autore di oltre 60 libri, pur sostenendo convintamente la propaganda creazionista di Harun Yahya (pseudonimo di Adnan Oktar), è considerato dai media come una delle figure più influenti nel mondo musulmano. Sulla carta il suo pensiero politico sostiene la necessità della “coesistenza pacifica” e del dialogo tra le civiltà su scala internazionale e il dialogo interreligioso, auspica una rinascita del moderno mondo musulmano, in cui la Turchia svolga il ruolo di avanguardia. In alcuni paesi sono state aperte scuole ispirate al suo pensiero, destinate a promuovere una versione ‘moderata’ dell’islam.

. Ha promosso anche il dialogo interreligioso, incontrando leader religiosi ebrei ed il papa. Gülen e il suo movimento Hizmet sono stati elogiati solo da musulmani e non da organizzazioni ufficiali e non di vari paesi. I suoi sostenitori vedono Gulen e il suo movimento come una forma ‘moderna e moderata’ dell’islam, ispirata ad una interpretazione ‘liberale e democratica’ della religione, che secondo loro, potrebbe fare da contrappeso all’estremismo islamico. I sostenitori della laicità dello Stato turco ritengono che il suo sia un tentativo di cancellarne la secolarizzazione conseguita grazie ad Atatürk. Dall’altra parte, gli quelli considerati estremisti islamici hanno contestato alcune sue iniziative, come il dialogo interreligioso, giudicandole come “deviazioni” dalla religione islamica e non hanno accolto con favore la sua presa di posizione sull’incidente della Freedom Flotilla.

Il movimento Hizmet (il servizio) di Gülen sembra vantare addirittura milioni di seguaci in Turchia. Il suo consenso, ha permesso a numerosi suoi sostenitori di occupare posizioni di potere in Turchia sia all’interno del sistema scolastico dell’Hizmet, che nella polizia o nella magistratura turca. Secondo gli analisti politici turchi Gülen gode di forti simpatie nel Parlamento di Ankara e che il sostegno quotidiano Zaman.

Prima contraddizione: gli affiliati al suo movimento sostengono la sua natura ‘civica’ e di non coltivare alcuna aspirazione politica (e meno male…) Gli analisti politici credono che un buon numero di arresti sotto l’imputazione di corruzione nel 2013, che hanno colpito non pochi alleati del Primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan, siano il chiaro segnale del crescente scontro tra Gülen ed Erdoğan. Nel marzo del 1999, a in nel processo 28 febbraio in Turchia a causa del clima politico creatosi in margine allo scontro tra la classe militare ed Erdoğan, come strascico dell’intervento militare che, all’epoca di Erbakan, portò alla caduta del primo governo di Erdoğan e al carcere, Gülen ha deciso di autoesiliarsi negli Stati Uniti, e da allora egli vive in Pennsylvania, a Saylorsbur

Altra contraddizione o meglio, delusione, per coloro che lo vedono come l’alternatica al radicalismo di Erodocan: Gülen ha criticato il laicismo in politica ed ha anche sostenuto che l’islam e la democrazia sono perfettamente compatibili (taqiyya) e per questo egli è favorevole all’ampliamento delle istituzioni democratiche in Turchia.

Si dice anche che Gulen creda che un approccio secolare non sia di per sé anti-religioso, nel momento in cui esso garantisca la libertà religiosa, che è convinto sia del tutto compatibile con l’islam. Secondo Gulen nei paesi secolari democratici, il 95 % dei principi democratici è perfettamente legittimo e praticamente attuabile sotto il profilo islamico, senza alcun attrito sensato. Per il rimanente 5 % non vale neppure la pena impegnare una lotta. Gulen appoggia la Turchia ad aderire all’Unione europea e sostiene che né la Turchia né l’UE debbono avere alcun timore in proposito, avendo anzi molto da guadagnare (loro) da una futura piena partecipazione della Turchia all’Unione Europea.

Altra contraddizione che non lo fa diverso da Erdogan: secondo alcuni osservatori (Aras e Caha), le opinioni di Gülen sulla donna sono “progressiste” ma “le sue idee in Turchia sono considerate ancora troppo lontane dall’essere accettabili.” Gülen dice stronzate come Erodocan. Ad esempio, che l’avvento del’islam ha salvato le donne, che “assolutamente non sono state confinate nelle mura domestiche e … non sono state mai oppresse” dei primi anni della storia islamica. E come se non bastasse egli crede inoltre, che il femminismo d’impronta occidentale sia “destinato a creare squilibrio, al pari di tutti gli altri movimenti reazionari … essendo pieno di odio nei confronti degli uomini“. (capito mi hai).

Altra contraddizione: le opinioni di Gülen sono esposte all’accusa di misoginia. Come sottolineato da Berna Turam, Gülen ha affermato: “l’uomo è utilizzato per i lavori più impegnativi … ma una donna deve essere esclusa durante certi giorni del mese. Dopo aver dato alla luce un figlio, ella non può essere attiva per i successivi due mesi. Non può partecipare sempre ad alcuni segmenti lavorativi nella società. Non può viaggiare senza suo marito, suo padre o suo fratello … la superiorità degli uomini, paragonata alle donne, non può essere negata” (questa è la Turchia che volete in Europa?)

Poi continua con la taqiyya: Gülen condanna ogni tipo di terrorismo e mette in guardia contro il fenomeno della violenza arbitraria e dell’aggressione ai danni di civili, che egli qualifica come terrorismo, per il quale non v’è alcun posto nell’islam e che viola i principi assolutamente fondamentali di rispetto per la vita umana e per ogni creazione di Dio (questo è quanto dice). E per completare l’opera di dissimulazione all’indomani dell’’attacco alle torri gemelle a scritto sul Washington Post: “Un musulmano non può essere un terrorista, né un terrorista può essere un vero musulmano”. (alcune informazioni sono tratte da wikipedia)

 

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