Quei tesori rubati da Hitler e ‘salvati’ dai Monuments men

 

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Ritrovati tre dipinti del XV secolo rubati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale: un olio su tela, raffigurante la “Madonna con Bambino”, attribuito a Giovanni Battista Cima, in arte “Cima da Conegliano”. Un dipinto, tempera su tavola, fondo oro, raffigurante la “Trinita’”, attribuito a Alessio Baldovinetti e un dipinto, olio su tela, raffigurante la “Circoncisione/presentazione di Gesu’ al Tempio”, firmato in cartiglio in basso al centro “Jeronimus ex libris”, Girolamo Dai Libri. Le opere, ritrovate a Camaiore (Lucca) sono state recuperate dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Monza e affidate alla Pinacoteca di Brera.

La tela di Cima da Conegliano, proveniente dalla collezione Borbone Parma, è stata rintracciata nella casa di una famiglia milanese che l’aveva ereditata da un avo collezionista. Nello stesso contesto è stato individuata anche la “Trinita’” e poi il terzo dipinto, la “Circoncisione di Gesù al Tempio”, in possesso di un altro collezionista milanese, deceduto nel 1945, e poi ereditato dai familiari.

Tutto questo è solo una piccola parte del ‘bottino di guerra’ rubato dai fedelissimi di Hitler e recuperato negli ultimi decenni in giro per l’Europa. Una montagna di ‘pezzi’ dal valore inestimabile che a fatica sta tornando nelle mani di musei e legittimi proprietari. Nel 2013 a Monaco di Baviera in un appartamento del figlio di un collezionista e’ stato ritrovato un vero e proprio ‘tesoro’: 1.500 dipinti del valore complessivo di un miliardo di euro. Tra le opere, quadri di Picasso, Matisse, Renoir e Chagall. I capolavori erano stati confiscati dai nazisti durante il Terzo Reich e si consideravano ormai perduti per sempre. In quegli anni ci fu un saccheggio sistematico, un crimine senza precedenti nella storia tra arte e guerra. Furono svuotati i musei polacchi, francesi, olandesi, belgi e di ogni paese occupato, molte opere furono portate a Berlino altre invece andarono distrutte durante i bombardamenti.

Secondo le stime ufficiali, i nazisti si appropriarono di 150.000 opere d’arte in Europa occidentale e di circa 500.000 in Europa orientale e centrale. Ma l’arte non e’ stata dimenticata, nonostante gli anni terribili della guerra e la morte di circa 72 milioni di persone, da subito e’ iniziata un’intensa attivita’ di recupero. Ne sono il simbolo i ‘Monuments Men’ da cui l’omonimo film prodotto e diretto da George Clooney nel 2014. Il ‘Monuments, Fine Arts, and Archives’ e’ stata una task force militare organizzata dagli ‘Alleati’ durante la seconda guerra mondiale per proteggere i beni culturali e le opere d’arte nelle zone di guerra. Si tratto’ di un gruppo eterogeneo, composto inizialmente da ufficiali dell’esercito americano e britannico ai quali si aggiunsero studiosi d’arte e anche direttori di musei. Fra loro si annoverano molte tra le piu’ grandi figure del panorama artistico americano degli anni ’50 e ’60: il direttore del Fogg Art Museum, il fondatore del New York City Ballet e l’allora direttore del Metropolitan Museum.

Nel film di Clooney sono riprodotte le scene di due importanti ritrovamenti nella miniera di sale di Altaussee in Austria nel 1945: il recupero della Madonna di Bruges di Michelangelo e della pala di altare di Gand dei fratelli Van Eyck. In Italia un ruolo chiave per il salvataggio di opere d’arte lo ebbe Rodolfo Siviero, agente segreto, storico dell’arte e intellettuale. A lui fu attribuito il salvataggio dell’Annunciazione di Beato Angelico.

Nel 1944, dopo il sequestro, insieme ad altri oggetti d’arte, erano state asportate dalle truppe di occupazione tedesche della 16esima Divisione Corazzata SS, dalla “Villa delle Pianore” a Camaiore (LU), di proprieta’ del Principe Felice di Borbone Parma, all’epoca Principe del Granducato del Lussemburgo.

I beni furono collocati nel Castello di Dornsberg, nei pressi di Merano (BZ), residenza del Generale Wolff, capo delle SS in Italia, da dove sarebbero stati trasportati in Germania. Nel 1945, numerose opere asportate dai tedeschi furono recuperate dai ‘Monuments men’ proprio in quel castello dai militari della 5° Armata americana. La vicenda fu riportata in un articolo di stampa, sulla rivista “Il Milione”, grazie al quale Felice di Borbone Parma venne a conoscenza del recupero delle opere sottrattegli e che, nel 1949, gli furono restituite.

Tutte ad eccezione di tre che, all’epoca, non erano state ancora ritrovate. Queste tre opere furono incluse in un’istanza per risarcimento danni di guerra presentata nel 1945 da Felice di Borbone Parma al Ministero del Tesoro italiano, che in quella circostanza liquido’ il danno patito dal Principe.

Le opere ritrovate dai Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano, sono state sequestrate poiche’ possedute in violazione delle norme, emanate tra il 1946 ed il 1950, che obbligano alla restituzione dei beni sottratti, con violenza, dal territorio degli Stati facenti parte delle Nazioni Unite, ad opera delle truppe tedesche durante il secondo conflitto mondiale. (AGI)

 

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