Ora la Germania vuole prendersi la Bce: “Un tedesco dopo Draghi”

 

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GERMANIA – Non si arrestano le polemiche sulla Bce e sul presidente Mario Draghi, che anzi ora sembrano prendere una deriva sempre più nazionalistica. A rinfocolarle stavolta è il settimanale Der Spiegel, riferendo che secondo diversi esponenti del Cdu, il partito cristiano democratico della cancelliera Angela Merkel, il prossimo presidente dell’istituzione monetaria dovrà essere un tedesco. Perché “la politica monetaria di Mario Draghi – sostiene Hans Peter Friedrich, vice capogruppo Cdu – ha portato ad una massiccia perdita di credibilità della Bce”.

UNA BCE “TEDESCA” – Gli fa eco Hans Peter Uhl: “Un altro Draghi non ce lo possiamo permettere”. E secondo il responsabile delle finanze del lander della Baviera, Markus Soeder, sempre in quota Cdu, “per il futuro a capo della Bce serve un esperto di finanza tedesco”. La banca centrale “ha bisogno di una maggiore impronta tedesca”.

LE POLEMICHE – Polemiche sempre più di basso profilo quindi mentre la politica teutonica ha alzato i toni della retorica nelle ultime settimane contro le misure di stimolo che a inizio marzo la Bce ha potenziato per tentare di sostenere l’economia e riportare, come le impone il suo mandato istituzionale, l’inflazione da zero a valori di sicurezza.

QUESTIONE DI “INTERESSI” – Mentre mezza Europa guarda con allarmismo alla persistente elevata disoccupazione e alla crescita a rilento, legate a doppio filo con l’inflazione a ridosso di zero, in Germania invece, dove la disoccupazione è tra le più basse al mondo, il dibattito è tutto sui magri rendimenti, per cui viene incolpata la politica monetaria espansiva della Bce, che prevede anche tassi di interesse ufficiali ultra bassi.

IL RUOLO DELLA GERMANIA – Le polemiche sono culminate nei giorni scorsi in un pesante attacco del ministro delle finanze, Wolfgang Schaeuble, anch’egli del Cdu, che – suscitando critiche da più parti fuori dalla Germania – ha incolpato Draghi e l’espansivismo della Bce della recente vittoria elettorale del movimento di anti politica Alde. Un atteggiamento che peraltro contraddice in maniera stridente il principio di rispetto dell’indipendenza della Banca centrale, che pure la stessa germania ha predicato per anni e anni. Tanto che il capo della Bundesbank, Jens Weidmann, considerato il maggiore oppositore di Draghi nel direttorio Bce, ha dovuto fare il gesto di difendere l’autonomia della politica monetaria.

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