«Variazione delle piastrine clinicamente impossibile». Assegnare il Giro del ’99 a Pantani

I test di Madonna di Campiglio e Imola a confronto

Una variazione clinicamente inspiegabile che mette in dubbio – ancora di più – il test ematico che decretò il 5 giugno del 1999 l’esclusione di Marco Pantani dal Giro d’Italia. Un esame ripetuto dal campione romagnolo all’Ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola nove ore dopo quello di Madonna di Campiglio e che racconta una storia diversa con l’ematocrito del Pirata rientrato sotto la quota consentita. Una variazione clinicamente plausibile, essendo la concentrazione di globuli rossi nel sangue suscettibile di alterazioni dovute a numerosi parametri. Ma lo stesso non si può dire del livello di piastrine rilevato dai due esami. Due misurazioni incompatibili tra loro che fanno emergere la possibilità che il campione del Pirata a Madonna di Campiglio sia stato manomesso.

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A sostenerlo una consulenza medica firmata dal dottor Massimo Locatelli del Servizio di medicina di laboratorio dell’ospedale San Raffaele di Milano. A chiamarlo in causa non è stata la Procura di Forlì, che ha indagato sul presunto complotto di camorra per estromettere Pantani da un Giro d’Italia che aveva quasi vinto per non far saltare il banco delle scommesse clandestine.

A chiedere la consulenza è stato l’avvocato Marco Baroncini per volontà di Romano Cenni, patron della Mercanone Uno, la squadra storica del Pirata. Dopo l’apertura del fascicolo per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva da parte della procura romagnola l’imprenditore, molto legato al campione di Cesenatico, aveva deciso di intentare una causa sportiva per assegnare il Giro del ’99 a Marco Pantani. Iniziativa fermata dal commissariamento dell’attività imprenditoriale di Cenni.

Il legale ha chiesto a Locatelli di stabilire se, in base ai risultati degli esami ematici a cui si è sottoposto il corridore «il giorno del 5 giugno 1999 e rispettivamente alle ore 07.30, 16.30, 16.30, è scientificamente e clinicamente possibile che nell’arco di neanche dieci ore di tempo, nell’arco della medesima giornata, diminuisca il valore dell’ematocrito da 53% a 48,1% sino a 47,6% e contestualmente aumenti il valore delle piastrine da 109.000/mc a 151.000/mc sino a 162.000/mc?». Per Locatelli «la variazione dell’ematocrito (il dato decisivo per la squalifica dell’atleta, ndr) non appare completamente giustificata alla diminuzione dei globuli rossi tuttavia potrebbe essere attribuita all’idratazione dell’atleta». Il problema riguarda altri parametri: «Non appare invece giustificabile in termini clinici la variazione delle piastrine – si legge nel documento – l’ampia variazione (…) non appare neppure riferibile a fenomeni di aggregazione piastrinica. Per tali ragioni, anche alla luce della mancanza di una convincente catena di custodia del campione sottoposto ad analisi, il risultato delle analisi ottenute alle ore 07:30 del 5 giugno 1999 necessiterebbe di essere criticamente interpretato».

In sintesi, è clinicamente inspiegabile il fatto che le piastrine di Pantani siano schizzate da 109.000/mc a 162.000 in un periodo così breve. Per i legali della Mercatone Uno i livelli delle piastrine indicano la concreta la possibilità che a Madonna di Campiglio il sangue del Pirata sia stato «deplasmato» ad arte. Si tratta di una tecnica, di non difficile attuazione, che permette di eliminare parte della componente liquida del sangue facendo aumentare così la concentrazione di globuli rossi. In questa direzione e sulle modalità in cui è stato effettuato il test ha indagato anche la Procura di Forlì. E se lo scenario criminale descritto dai pm confermerà il complotto, il Giro del ’99 potrebbe essere davvero assegnato a Marco Pantani. In attesa di novità da Rimini e dall’inchiesta per omicidio, un’altra pagina della storia del Pirata potrebbe essere finalmente riscritta.

Davide Di Santo  —  IL TEMPO

 

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