Profughi rifiutano la sistemazione Piaggerta, la prefettura li sposta a Montopoli

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Toscana – Quella struttura, a San Rossore di Pisa, è troppo isolata dalla città e non c’è neppure linea wi-fi. In quell’altra, un hotel a Campiglia Marittima (Livorno), vivono già anche donne sposate e per la religione islamica non si può convivere con loro, inoltre la cucina è in comune e le camere sono un po’ strette.

Buoni motivi – secondo due gruppi distinti di immigrati dall’Africa arrivati in Toscana dalla Sicilia – per non scendere dai pullman e chiedere alle prefetture di Pisa e Livorno un’altra sistemazione. E così è stato. I profughi hanno ottenuto altri alloggi, più aderenti alle loro aspettative. Le autorità li hanno accontentati.

A Pisa i migranti hanno ‘bocciato’ la tenuta Piaggerta a San Rossore e “sono stati sistemati altrove perché vi era la disponibilità di altre soluzioniâ€, dicono fonti della prefettura di Pisa. Un gruppo di sette migranti provenienti dalla Nigeria non ha voluto essere alloggiato nella struttura e soprattutto hanno chiesto di non essere separati.

I profughi sarebbero stati trasferito a San Romano, nel Comune di Montopoli val d’Arno. Un modo per evitare tensioni. Anche perché i sedicenti profughi nigeriani, pretendevano di tornare in Sicilia pur di non stare in una struttura “distante dalla cittàâ€.

Secondo qualcuno, TV e wifi non sono comodità (e che cosa sono? necessità vitali?) La necessità di essere informati e di essere collegati con i loro paesi di origine è per i migranti una condizione importante perchè essere connessi significa, nella nuova condizione, essere ancora cittadini in un mondo globalizzato.

Di altra opinione Donzelli – “Arroganza inqualificabileâ€. Il candidato alle elezioni regionali della Toscana di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, commenta aspramente le richieste dei migranti. “Se questi sono gli atteggiamenti dei profughi cui la Toscana è chiamata a dare ospitalità e assistenza a spese dei contribuenti, – ha scritto il candidato di FdI in una nota – gli immigrati possono tranquillamente tornarsene a casa loroâ€. Per Donzelli, se il problema è l’assenza di wi-fi o la distanza dalla città non meritano l’accoglienza che stanno ricevendo: “di certo noi non sentiremo la loro mancanzaâ€.

Ma la decisione delle autorità – spiega il fatto –  è finalizzata a limitare potenziali tensioni che potrebbero crearsi tra diverse etnie (salvo poi accusare noi di razzismo per un nonnulla), come è già successo a Pistoia, dove c’è stato un accoltellamento di cui ancora non si è accertato il motivo tra un profugo del Gambia e uno della Guinea.