Sbarchi, incredibile questionario di sicurezza “Scusi lei è dell’Isis? No? Allora si accomodi”

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Scusi, lei è dell’Isis? No? E lei è un terrorista? No? Nemmeno lei? Allora avanti, potete entrare. Ascoltate: c’è qualcuno qui, su questo barcone, che ha sgozzato un ostaggio americano? Un volontario inglese? Un cristiano copto? No? Davvero? Siete sicuri? Non avete mai decapitato nessuno? Lapidato donne? Crocefisso preti? Bruciato almeno un pilota giordano dentro la gabbia? No? Niente? Bene, allora siete a posto, accomodatevi in Italia e disperdetevi liberamente per le nostre contrade. Mi scusi, lei laggiù in fondo, che sta facendo? Nasconde per caso un missile Scud sotto la giacca? Un kalashnikov? Qualche chilo di tritolo? No, davvero? Lo giura? Giurin giurello sono santo sono bello? Giur giuretta non ho nemmeno una bombetta? Non è che sta tenendo le dita incrociate? Parola di giovane marmotta islamica? Allora prego, faccia come se fosse a casa sua. L’Italia le dà il benvenuto.

E poi dicono che non sappiamo difenderci. I soliti gufi. I soliti sfasciacarrozze. I soliti criticoni. In realtà il nostro Paese, grazie all’intensa attività di intelligence, ha messo a punto un sistema di difesa impenetrabile: il questionario all’immigrato.

Funziona così: quando arriva un clandestino gli si chiede se è militante dell’Isis. Se lui dice di no, possiamo stare tranquilli. Dormiamo fra due guanciali.

Ma siccome gli efficientissimi sistemi di sicurezza non si accontentano, hanno escogitato anche una seconda prova, davvero definitiva. Consiste nel mostrare al clandestino la bandiera nera dell’esercito islamico. Se quello dice: l’ho appena fatta sventolare sulla capoccia di un decapitato, ecco, allora i sistemi di sicurezza intervengono immediatamente per fermare il pericoloso terrorista. Se invece lui dice: non so cosa sia. Oppure: la conosco, ma non mi piace, abbiamo la prova certa che non si tratta di un terrorista.

Voi pensate che io stia scherzando? Macché. Lo ha rivelato, papale papale, Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Organizzazione internazionale per la migrazione al Messaggero, che non a caso ha titolato il servizio: «Lampedusa, la grande paura: ai profughi il test sul Califfato». E il test consiste in questo (cito testualmente): «A ogni disperato che varca il cancello del centro d’accoglienza mostrano una bandiera dell’Isis per sapere se la riconosce». E il risultato qual è? «Negano, negano sempre…», come racconta lo stesso portavoce dell’Organizzazione. Pensa un po’ che strano, eh? Nemmeno uno che dica: ma sì, ce l’ho nella mia cameretta. Oppure: come no?, mi divertivo un sacco a sventolarla mentre stupravamo le ragazze cattoliche. Oppure: il Califfo mi ha appena detto di andarla a piantare in piazza del Vaticano. Niente. Tutti che negano di amare quella bandiera. Dunque, è evidente, l’intelligence ha la prova certa: non possono essere tagliagole.

Il sistema è indubbiamente efficiente: in questo modo, infatti, pare che si riescano a eliminare i terroristi in un batter d’occhio. Tu sei terrorista? No. Tu? Neppure. E tu? Meno che mai. Ottimo: nessuno si dichiara terrorista, dunque lo vedete che i terroristi non ci sono?

L’idea è così geniale che, secondo alcune indiscrezioni, il ministero dell’Interno starebbe pensando di adottarlo sistematicamente, e non solo per fermare l’Isis. Già un primo esempio si è avuto a Roma con gli hooligans olandesi: scusi, lei vuole sfasciare piazza di Spagna? No. E lei? No. Ecco fatto: gli hooligans non esistono. Lo stesso si potrebbe fare con stupratori (scusi, lei vuole per caso violentare una ragazza?), con i ladri (scusi, lei ha intenzione di rubare?) o con gli assassini (scusi, lei sta per uccidere qualcuno?). Quando si trova una procedura così efficiente perché non estenderla all’intero scibile del crimine? Abbiamo buona ragione di credere che tutta la difesa del nostro Paese sarà interamente affidata all’autodichiarazione responsabile. E se tutti negano, meglio ancora, vuol dire che non ci saranno più delinquenti, non ci saranno criminali e, soprattutto, non ci saranno più terroristi. Il problema è risolto: diventeremo il Paese più sicuro del mondo. Ci aspetta solo la pace. Peccato che sarà eterna.

Mario Giordano  per LIBERO

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3 thoughts on “Sbarchi, incredibile questionario di sicurezza “Scusi lei è dell’Isis? No? Allora si accomodi”

  1. Visto la pochezza dei nostri governanti non ho dubbio che abbiano messo in atto una roba del genere. Ma non c’è nessuno che si arrabbi davvero e li prenda a calci nel sedere? Ma dove vivono i nostri politici buonisti sinistroidi? Hanno idea di come è messo il nostro paese ? Basata, basta, basta. Non ne possiamo più. Proviamo a togliere i finanziamenti ai centri di accoglienza, volete vedere che ne fanno arrivare meno di migranti?

  2. Un po’ come quando sull’aereo diretto verso paesi con il visto, prima di scendere si deve riempire il questionario su fogli che vengono consegnati e poi ritirati dove basta rispondere ad ogni domanda la verità! Quanti lo faranno? Certo che se ti beccano in America poi quello che hai scritto non corrisponde a verità puoi finire in galera! O espulso subito perché rintracciabile! Ma da noi? Che arrivano sui barconi senza documenti o documenti falsi? Idiotiiiii!!!

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